La maschera che ho imparato ad indossare.~ Leo.

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In questo momento vorrei prendere un chilo e mezzo di gelato, ficcare il DVD di Titanic nel lettore e ridere. Chi sto prendendo in giro, esattamente? Solo me stesso. In questo momento l'unica cosa che vorrei è piangere. Piangere sino a quando non esaurisco le lacrime, piangere sino a quando la gola continua a bruciarmi, piangere sino a quando il viso diventa tutt'uno con le lacrime. Finire e iniziare.
Piangere perchè non sono mai stato un buon figlio.
Piangere perchè non sono mai stato un buon migliore amico.
Piangere perchè non sono mai stato un bravo fratello maggiore.
Piangere perchè non sono mai stato un bravo fratello minore.
Piangere perchè non sono mai stato capace di proteggere chi amo.
Piangere perchè non sono mai stato capace di prendermi le mie responsabilità.
Piangere perchè non sono mai stato capace di affrontare le cose con un briciolo di serietà.
Piangere perchè non sono forte abbastanza da sconfiggere i miei demoni, figurarsi dei mostri in carne e ossa. (Ammesso che i mostri siano composti da carne e ossa.)
Piangere perchè non sono simpatico a tal punto di evitare a qualcuno di piangere.
Piangere perchè non sono furbo a tal punto di evitare a qualcuno di dovermi difendere.
Piangere perchè sono più bravo con le macchine che con le persone. (Forse non tanto nemmeno con le macchine dato che la metà delle mie invenzioni esplode.)
Piangere perchè sono inutile.
Piangere perchè sono stupido.
Piangere perchè l'unica cosa che sono capace di fare è prendere fuoco o arrostite due tacos.
Piangere perchè non sono un eroe e non lo sarò mai.
Quando ho scoperto di essere un semidio per me era tutto talmente assurdo, talmente... Incredibile. Eppure mi sono sentito in grado di poter fare qualcosa di concreto, per la società, per i miei migliori amici, per... Per mia madre. Un po' come Icaro che voleva raggiungere il sole, io volevo raggiungere l'eroismo. (Che desiderio stupido, vero? Infatti anch'io, come lui, ho fallito). Ero  stanco di assistere solo da spettatore ai mali del mondo, volevo combatterli, in prima linea, come i supereroi che da piccola mi affascinavano tanto.
A molti (*cof cof* gli dei *cof cof*) sembrerà un desiderio insensato quello di voler rischiare la vita non per sè stesso, ma per un gruppo di gente che non si conosce, ma questi, mi chiedo, hanno mai provato la sensazione di essere impotenti?
Impotenti quando il destino viene a bussare alla tua porta con qualcosa della serie: "Ehi, bello. Oh, ma quella è tua madre? Bene! Senti, ti spiego che fine farà, è divertente! Brucerà dentro la vostra officina a causa tua! Non è fantastico?" ?
Impotente quando i tuoi amici rischiano la vita.
Impotente quando sai che se avessi fatto di più, quello non sarebbe mai successo.
Eccomi quà, impotente e debole, debole e impotente.
Quando la motociclosta disintegratrice di biscotti della fortuna (*cof cof* Nemesi *cof cof*) mi disse che sarei stato "la settima ruota del caro", (inoltre, i carri non hanno sette ruote, impara a contare, genio!) gioii, quasi. Perchè, infondo, anche senza l'ultima ruota, la ruota di scorta, il carro continua ad andare per la sua strada, a compiere la missione che deve compiere, senza di me i miei potevano lo stesso riuscirci, a vincere, ed io ero abbastanza sicuro di non essere ammesso trai vincitori. Posso vincere battaglie, va bene, ma non guerre, quelle non le vincerò mai. Non vinco le guerre che ingaggio con me stesso, figurarsi quelle che ingaggio col mondo intero. (O forse è meglio dire con la terra intera.)
Se ognuno è artefice del proprio destino, beh... Io devo ancora migliorare col progetto e con la costruzione. Decisamente.
Vorrei piangere ed urlare tutto questo, invece mi limito a dire a Pip, che è vicino a me, con un ghigno: "Sai che creiamo io e Perce insieme? L'acqua calda!".
Perchè è questa la maschera che ho imparato ad indossare, la maschera di un ragazzo che non prende mai le cose sul serio, come mi disse Jas una volta, che scherza sempre. La maschera di zio Leo. E io indosso questa maschera perchè se devo trattenere pianti e lacrime voglio che chi parla con me debba trattenere risate.
Perchè in fondo io sono come Joker, il clown cattivo di Batman, la mia felicità è solo esterna, è solo uno specchio della mia tristezza interiore, la mia risata è solo una copertura per i miei singhiozzi, le mie battutte sono dette per coprire le mie frasi tristi, il mio sorriso è solo dipinto sulle mie labbra piegate all'ingiù.

Cronaca rosa del Campo Mezzosangue e Campo GioveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora