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Stai camminando velocemente verso scuola, con le cuffiette nelle orecchie, anche se non stai ascoltando musica, e il cappuccio in testa, mentre lasci che la pioggia ti corra lungo il corpo. Tua madre/Tuo padre doveva proprio essere morto o morta/non poterti accompagnate a scuola quel giorno, eh? E doveva proprio diluviare quel giorno, eh? Che bella giornata di bip che t'aspetta. Inghiottisci un imprecazione, mentre le tue scarpe nuove decidono che la pozzanghera davanti a te è il posto migliore su cui camminare.
-Ehi, *inserisci il tuo nome*, t'hanno spiegato che non sei Gesù Cristo e non puoi camminare sull'acqua, sì?- ti chiede *inserisci quì il nome del tuo migliore amico*, il tuo migliore amico, con un ghigno che però cela affetto.
Gli fai la linguaccia, come una bambina, e gli tiri una gomitata affettuosa. -Ti hanno spiegato che bisogno almeno pensare primo di parlare?
Lui ride. -Mica te la sei presa, *inserire quì il tuo soprannome*? Oh, fa la permalosa!
Ridi anche tu, prima che lui ti schiocchi un bacio sulla guancia, per farsi perdonare.
Gli sorridi. -Perdonato, *inserire quì il cognome del tuo migliore amico.*!
-Oh, ma grazie!- ride lui, passandoti un braccio intorno alla spalla, con fare protettivo e da fratello maggiore.
-Devi fare l'ubriaco per molto? O puoi togliere il braccio?- chiedi, ridendo, sollevando il suo braccio e rimettendoglielo lungo il fianco.
Il ragazzo mette il broncio e tu, ridendo, gli schiocchi un bacio sulla guancia, come ha fatto lui prima.
Tra una chiacchiera e l'altra, ti accorgi, ha smesso di piovere e siete anche arrivati davanti al portone della scuola.
-Oh, buon giorno, prof.!- saluta *inserire il nome del tuo migliore amico.* rivolto alla/al vostra/o prof. di *inserite la materia che odiate.*, quella/o che vi odia a morte senza alcun motivo, che ha in mano un sacco di libri. -Bisogno di una mano?
Lo guardi seccata. Non hai voglia di trasportare i libri di un/a prof. per mezzo istituto! Lui, in tutta risposta, si stringe nelle spalle.
-Se è la vostra, va bene!- accosente lei/lui, per poi aggiungere l'enigmatica frase :-Anche se preferirei il vostro cuore.
Tu non capisci, ma *inserire nome del tuo migliore amico.* sembra aver capito benissimo.
-Merda!- impreca e, con uno scatto infila la mano nella tasca dei suoi jeans, come a voler recuperare qualcosa inserito là.
Sotto i tuoi occhi increduli, la schiena del/della prof. sembra ingigattirsi. E anche le sue gambe. E i suoi piedi. E le sue braccia. E le sue mani. E la sua testa. Spalacanchi la bocca, incapace di parlare. Ti senti come un bambino che ha beccato i propri genitori a fare ciò che devono fare.
La/il tua/o prof. è quello che hai associato inizialmente all'aggettivo "mostro", successivamente a quello "lestrigonte"/"lestrigontessa".
-Trovata!- esclama il ragazzo al tuo fianco, alzando una moneta antica, una dracma, al cielo.
Lo guardi malissimo. A cosa potrebbe servire una dracma contro un potente mostro mitologico? Che poi, esistono i mostri mitologici?
D'un tratto, comprendi l'assurdità della situazione. Non può essere vero.
Torni a guardare *inserire nome del tuo migliore amico.* e ti chiedi che fine abbia fatto la spada. Non lo sai, come non sai perchè al suo posto c'è una lucente spada *decidete voi il colore a seconde del materiale.*
Spalanchi gli occhi.
Forse hai capito.
E non sai se ridere o piangere.
-Oh, figlio di *inserire nome del genitore divino del tuo migliore amico.*, vuoi giocare?- chiede la/il lestrigontessa/lestrigonte, ghignando.
-Vorrei pararmi il culo e pararlo alla mia protetta, -ribatte quello. -ma mettila un po' come vuoi.
Ora ne hai la certezza. Tutto ciò che hai letto, tutte le avventure di Percy e dei Sette, sono reali.

Cronaca rosa del Campo Mezzosangue e Campo GioveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora