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Becky
"Dammi la mia patatina!" Sbuffa Nate mentre io la sgranocchio davanti a lui ridacchiando.
"Se non riesci a finire il panino come fai a mangiarmi le patatine!" "Le patatine sono patatine" sghignazzo.
"Oh davvero?" Mi chiede avvicinandosi al mio posto che era difronte al suo.
"Davvero davvero" ripeto. Fisso intensamente i suoi occhi e poi lo vedo sgranocchiare una patatina.
"Stronzo!" Sbuffo "così siamo pari".
Sembriamo due fratelli che litigano ogni due per due.
Dylan
Questo pomeriggio avevo programmato di stare a casa della Honey perció ora non so cosa fare.
Devo trovare qualcosa da fare sennó mi rimetto a pensare a lei.
Mi manda costantemente in fissa.
Non so perchè lo sto facendo e so che dopo me ne pentiró: prendo il cellulare tra le mani, cerco il suo contatto e la chiamo.
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli.
Sono un deficiente. Ho io il suo cellulare.
E se glielo portassi a casa?

"Entra Dylan!" Urla la madre di Becky con la scopa tra le mani.
"È in casa Becky?" "Uhm no, è con Nate. Arriverà tra poco".
Nate?
Lascio da parte la gelosia "va bene, aspetteró." Dico salendo le scale e andando in camera sua. Al muro ci sono tutte sue foto da piccola. Me la immagino con i suoi capelli lunghi e svolazzanti, il sorriso stampato in viso, senza pensare a nulla.
Becky
"Ti ricordi dov'è la mia casa vero?" Ridacchio.
"Non sottovalutare Nate" dice lanciandomi qualche occhiatina ogni tanto ma tenendo perlopiù lo sguardo sulla strada.
"Come mai non mi hai mai scritto?" "Colpa di..." Rimangio quello che stavo per dire. "Di-di Cass che mel ha buttato in acqua" sorrido nervosa.
Non riesco nemmeno più a pronunciare il nome di Dylan senza pensare a quanto mi manca.
"Allora te ne prendo uno." Dice in tono fermo.
"Cosa? No! Non serve!" Esclamo sorridendo.
"Dopo che andró via da qui non ci potremo più scrivere se non avrai il cellulare" sorride.

"Ti ridaró i soldi" dico guardando il mio nuovo iPhone 5 e baciandolo sulla guancia prima di entrare in casa mia.
Salgo le scale con un sorriso stampato in faccia, che peró svanisce quando apro la porta della mia camera.
Non riesco a realizzare. I suoi occhi si immergono nei miei, si uniscono, si mescolano e si fondono.
"C-che ci fai qui?" Gli chiedo balbettando.
Lui si alza dal mio letto e viene verso di me, io indietreggio.
"Volevo solo ridarti il cellulare" poi mi guarda la mano nella quale ho il cellulare e si deprime ancora di più.
"Nate me ne ha già regalato uno. Comunque grazie." Dico solamente.
Rimaniamo distanti. Due sponde di un oceano troppo grande.
"Chi è Nate?" Chiede guardandomi negli occhi. Quegli occhi che mi fanno innamorare ogni volta.
"Quello che lavora all'hotel dove eravamo andati." Abbasso lo sguardo ma pur non vedendolo sento la sua tristezza e per quanto se lo meriti mi fa male sentirlo così.
"Suppongo che tu ora debba andartene" sussurro ma in modo che lui possa sentirlo.
"Già." Dice semplicemente ma restando immobile. Tossisco imbarazzata.
"Mi manchi Becky. Mi manchi fottutamente tanto. Te lo dico: ho provato a dimenticarti con chiunque. Veramente. Ma nessuna è come te. Non mi innamoreró mai di nessun altra al di fuori di te. E non era vero che non ti amavo più. Era per tenerti lontano da me. Non volevo più farti soffrire." Delle lacrime scivolano sul suo volto e molte cercano di fuoriuscire dal mio.
Non puó essere così ogni volta.
"Vattene." Dico tirando su col naso.
"Ti prego Becky ascoltami." Mi supplica.
Abbasso lo sguardo e indico la porta.
Lui mi guarda per qualche secondo e poi esce dalla stanza sbattendo la porta.

Hi, prof.[COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora