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Dylan
Sento un profumo di rose che mi avvolge, quel profumo che mi mancava da molto tempo.
Apro gli occhi e la vedo affianco a me.
È così bella.
Non abbiamo ancora risolto tutti i nostri problemi, ma se facciamo con calma non saró costretto a lasciarla un'altra volta.
Ho tanti problemi alle mie spalle che non se ne sono ancora andati del tutto.
Voglio proteggere il mio fiore, voglio tenerla lontana da tutto il casino che ho dentro di me, a costo della mia vita.
Le scosto una ciocca di capelli dal viso per vederla meglio.
Le cingo i fianchi e mi lascio assaporare dal rumore dei suoi respiri che si sfiorano con i miei.
Sento un mugolio da parte sua.
"Buongiorno piccola" le sussurro.
Lei apre gli occhi "'giorno" guarda poi la sveglia staccandosi dalla mia presa.
"Sono le nove passate! Devo andare a scuola" esclama preoccupata.
A quella frase mi metto a ridere.
"È sabato, Becky" la prendo con un braccio e la riporto affianco a me sul letto lasciandole tanti baci a stampo sulle labbra, che sono quelli che preferisce. E che comunque adoro anche io.
"Dylan sarà meglio alzarci, non possiamo stare tutto il giorno a letto" si sposta da me e si alza in piedi, ma io sbuffo rimanendo dove sono.
"Alzati pigrone!" Si mette a ridere per poi lanciarmi il suo cuscino in testa.
"Come mi hai chiamato?" "Pigrone. Ti faccio lo spelling: P-I-G-R" non la lascio finire che le salto addosso facendole il solletico. Lei non smette di ridere.
"Basta Dylan!" Urla ridendo e facendo ridere anche me con la sua bellissima risata.
Poi mi avvicino a lei e la bacio. Ho bisogno di sentire la sua lingua questa volta peró, e appena schiude le labbra ho il permesso di entrare.
"Ti amo, piccola" sussurro. Lei arrossisce. Amo la sua innocenza.
"È meglio alzarci. Mia madre ti farà la colazione, tanto ormai sei di casa" ridacchia.
"È simpatica tua madre" le sorrido divertito.
Scendiamo le scale e lei mi porta verso la cucina.
"Oh, Dylan! Non sapevo fossi qui. Non c'era Nate prima?" Sorride sua madre.
A quel nome mi irrigidisco e Becky lo sa, perció mi stringe la mano più forte.
"Lascia stare mamma. Abbiamo fame, cos'hai preparato?" Le chiede Becky per cambiare discorso.
"Grazie" le sussurro in un orecchio, in modo che possa sentirlo solo lei.
"Pancake!" Urla soddisfatta con una pentola in mano.
"Oh, non voglio farle preparare colazione in più per me, signora" sforzo un sorriso.
Becky mi guarda e sorride felice.
"Tranquillo, mia mamma fa sempre porzioni esagerate. Qualche pancake avanza di sicuro" in quel momento ho una voglia di baciarla pari a mille, non che le altre volte non cel abbia, ma adesso particolarmente.
"Ti ho sentita!" Urla sua madre dalla cucina distraendomi dai miei pensieri.
"Grazie per essere stato così cordiale" mi lascia un bacio sulla guancia e a quel punto non resisto più. Le circondo i fianchi e la bacio con la mia lingua che esplora la sua bocca rosea e carnosa.
"Piccioncini! È pronto!" Ci stacchiamo immediatamente imbarazzati.
"Allora Dylan, hai iniziato ad insegnare di nuovo alla scuola di Becky?" Chiede sua madre mentre io divoro quei deliziosi pancake.
"Beh sì, mi trovo bene lì" "è brava Becky in matematica?" "Mamma!" Le urla Becky imbarazzata e io non posso fare a meno di sorridere.
"Certo! Come del resto nelle altre materie. In sala professori sono tutti d'accordo: è un genio. Anche se ha saltato molte lezioni di verifiche ne ha saltate una o due quindi basta recuperarle" dico in tono professionale non smettendo di fissare Becky.
Si forma una curva sul suo viso ed io non posso fare a meno di ricambiarla.

Hi, prof.[COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora