4

135 9 0
                                    

Mi svegliai con ogni parte del corpo indolenzita, per via del modo in cui avevo dormito il pomeriggio e tutta la notte.

Erano le cinque del mattino e dopo aver passato tredici ore di fila a dormire mi sentivo come se una carica di rinoceronti mi fosse passata sopra.
Ovviamente il primo pensiero andò a quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio e sentii una fitta trapassarmi il corpo. Non saprei come definirla questa sensazione. Ansia? Paura? Curiosità di sapere la sua identità? Non ne ho idea ma in un certo senso una parte di me era a terra per gli avvenimenti successi il giorno prima e l'altra invece era stranamente felice, una felicità che non provavo da molto tempo. Mi sentivo viva. Come se qualcuno mi avesse scosso, come se fossi stata travolta da un uragano.

Distolsi questi pensieri dalla testa e mi alzai dal letto. Addosso avevo i vestiti del giorno prima così decisi di farmi una doccia e di prepararmi con calma.

Aprii l'armadio e con la lentezza di un bradipo presi i vestiti non preoccupandomi se questi erano ben abbinati assieme.
Poi mi diressi verso il bagno entrai nella doccia e mi lasciai coccolare dall'acqua calda.

Dopo ben 20 minuti uscii e mi cambiai con gli indumenti che avevo scelto.
Guardai l'orologio, erano le sei meno un quarto e non sapendo che fare, dato che era estremamente presto, decisi di accendere la tv. Mi sarei truccata più tardi.

Mi avviai in salotto e al solo vedere le mele sul tavolo mi vennero i conati di vomito. Non avevo idea del motivo per cui stavo così, ma era come se il mio corpo aveva deciso di non rispondere più ai segnali che mandava il cervello. Pensai che era meglio saltare la colazione almeno per oggi, anche se il giorno prima avevo saltato sia il pranzo che la cena non avevo per niente fame. A me succede spesso così, quando provo delle forti emozioni, soprattutto se queste sono derivate da una persona in particolare, io perdo del tutto l'appetito. Mi era già successo un paio di anni prima a causa di un ragazzo di cui mi ero perdutamente innamorata. Avevo così paura di perderlo che non riuscivo a mangiare. Più ci provavo più avevo la nausea.

Accesi la tv e misi su MTV, la musica era decisamente la miglior cura ed io ne avevo davvero bisogno.

Dopo mezz'ora decisi di andarmi a truccare e mi spaventai appena vidi la mia immagine riflessa allo specchio. Ero io quella? E sopratutto quella era la mia faccia? Non potevo andare in giro in questo stato ma non potevo neanche fare miracoli visto che non amavo molto truccarmi. Utilizzavo solo il mascara, il rossetto, che mi è sempre stato bene, a volte la matita, ma solo in rare occasioni, e infine il fard per dare un pò di colorito alle mie guance pallide.
Decisi che mi sarei truccata come tutti i giorni, perchè il mio motto era "se incontrerò il principe azzurro gli piacerò anche così!"
Ma quale principe azzurro... abbandoniamo questi pensieri che è meglio!

Erano appena le sette quando mi finii di truccare e decisi di non prendere l'autobus dato che era molto presto, mi sarei fatta una passeggiata.

Arrivai mezz'ora dopo davanti al cancello della scuola e c'erano solo poche persone, mi misi seduta sul muretto incrociando le gambe su di esso e continuai ad ascoltare la musica fino al suono della campanella.

Erano passate le prime 3 ore e tutto si era svolto come sempre a parte le insistenti domande da parte di Sophie che continuava a chiedermi perchè avevo questa faccia da zombie.
Sophie era l'unica amica che avevo a scuola, ed io non sono una che fa amicizia facilmente, anche perché preferisco rimanere da sola.
Okay ora non pensate che io sia depressa e solitaria è solo che mi sento più a mio agio, a volte, a stare da sola. E questo Sophie lo sa bene dato che lo nota subito quando non è giornata.
Infatti dopo vari tentativi ci rinunciò, nonostante gli avessi detto più volte che ero solo un po stanca.

Suonò la campanella per la ricreazione e gli chiesi gentilmente di lasciarmi sola e lei annui andandosene. A volte non so come fa a sopportarmi, sono un caso perso ma lei era sempre lì per aiutarmi.

Avevo 20 minuti per cercare un posto dove passare la mia ricreazione in pace ma ovviamente la fortuna non è mai dalla mia parte e al mio fianco comparse l'unica persona che non volevo vedere. Jake.

"Dobbiamo chiarire delle cose" disse trascinandomi con sé in uno sgabuzzino.

"Abbiamo chiarito ieri" risposi guardandolo negli occhi con rabbia.

"Oh no, non credo proprio! Tu non puoi urlarmi contro e poi pensare di passarla liscia"

"Allora cosa vuoi fare? Vuoi picchiarmi? Fallo! Non mi interessa niente di te e delle tue stupide minacce! Sono stanca! Voglio solo che mi lasci in pace non chiedo altro, ma a quanto pare il tuo obiettivo è stressarmi ogni secondo!"
urlai con tutta la rabbia che avevo in corpo, doveva smetterla, ora ero stanca di lui e di quello che faceva.

"Insisti a rispondermi e ad urlarmi addosso? Tu non sai con chi hai a che fare ragazzina" ogni frase la diceva con una sorta di voce da pazzo, era inquietante.

"Non chiamarmi ragazzina stronzo"

Appena finii la frase lui mi lasciò uno schiaffo sulla guancia che mi fece girare la testa da un lato. Dio che dolore, ma non lo avrei dato a vedere, non davanti a lui. Non dovevo mostrarmi debole.

"Hai finito?" dissi con aria scocciata come se quello che mi avesse fatto non mi avesse toccato per niente, invece dentro urlavo. Avrei voluto attaccarlo al muro ma so che se avessi fatto così non sarebbe mai finita e io non volevo tornare a casa con tutti lividi sul corpo.

"Mi stai sfidando Hel? Non ti conviene sai.."

"Voglio solo che finisci presto questa pagliacciata, sai com'è non vorrei sprecare tutta la ricreazione dentro uno sgabuzzino" sputai acida.

"Puoi andare. Ma non tirare la corda con me. Perché una volta spezzata sarà la fine e non ti conviene"

"Guarda che se tu mi avessi lasciato in pace tutto questo non sarebbe successo, non voglio che mi rivolgi più la parola tantomeno che mi tocchi con le tue sudice mani, mi fai schifo, ora torna dalle tue amichette stronzo"

Detto questo mi liberai dalla sua presa e uscii dallo sgabuzzino. Non credevo di riuscire mai a dire così tante parole piene di cattiveria ad una persona, ma ormai il semplice fastidio si era trasformato in odio. Mi stava bullizzando e io non sarei rimasta ferma a subire, no, avrei reagito d'ora in poi. Era più forte di me? Non mi importava, io non mi faccio mettere i piedi in testa da uno così, ne ora ne mai. Vuoi la guerra? E guerra sia.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Oh oh! Abbiamo una ragazza moooolto arrabbiata! Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo... a proposito, come vi sembra questo? Commentate e se vi piace mettete una stellina!
Ps. Scusate per gli eventuali errori
Baci

This Is The Rebel LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora