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Amavo la domenica, era il mia giornata preferita della settimana. Mi potevo rilassare, fare colazione con calma davanti alla tv, senza l'ansia di perdere l'autobus e di arrivare in ritardo. Mi dedicavo molto a me stessa in questa giornata e il più delle volte non uscivo di casa, proprio perché gli altri giorni ero sempre fuori per un motivo o per un altro. La sera poi mi sentivo rigenerata, carica per una nuova settimana.

Ora stavo sul divano a guardare la tv, più tardi mi sarei messa a studiare così da togliermi subito il pensiero.
Andy sarebbe arrivato nel pomeriggio per stare un po' con me, volevamo iniziare con quelle giornate in cui lui scriveva e io facevo altro pur stando comunque insieme. Eravamo molto simili su questo, ci bastava stare seduti uno vicino all'altro senza dire niente per stare bene.
Mi piaceva quel poco che avevamo costruito, non era molto ora che ci pensavo, perché Andrew non era una persona che parlava molto di se e tuttora sapevo poco di lui ma lo accettavo così com'era, anche se volevo saperne di più.

La mattinata passò in fretta e in un momento mi ritrovai a fissare l'orologio aspettando l'arrivo di Andy, che come aveva detto, fu nel primo pomeriggio.

"Allora com'è andata la festa?" Mi chiese stampandomi un bacio sulla bocca.

"Bene, è stata una festa tranquilla."
Non volevo menzionare Jake finché non mi avrebbe chiesto i dettagli.

"Meno male ero un po' in ansia in effetti, Sophie è rimasta con te?"
Chiese tranquillamente.

"Ehm... veramente no, è scappata con il suo fidanzato chissà dove."

"Eh lo so io dove." Disse sghignazzando.

"Ovvio che lo so pure io." Dissi alzando gli occhi al cielo.

"Ah allora non sei una santa." Mi stava guardando divertito e aspettava una mia risposta acida che non tardò ad arrivare. Darmi fastidio era ancora il suo hobby preferito.

"Ti sembro una santa? Beh ovviamente si! Mi reputate tutti ciò che non sono!" Incrociai le braccia indispettita. Lo detestavo in questo momento.

Lui rise guardandomi. "Ah si? E cosa dicono gli altri di te?"

Era curioso ma non la smetteva di ridere il che mi rendeva ancora più nervosa. "Non sono cose che ti riguardano." Risposi secca.

Lui continuò a ride poi si spostò davanti a me e mi guardò. "Vuoi sapere cosa penso io di te?"

Quella sua voce dolce con quel suo sorrisetto mi portava a cedere sempre troppo presto perciò risposi ancora a tono. "No."

Scosse la testa ridendo. "E io te lo dico lo stesso." Mi prese le mani. "Sei la persona più straordinaria che conosca. E no, non ti reputo una santa, non staresti con me se non avessi un carattere forte. Non sono fatto per le persone frivole e troppo buone."

"Quindi sarei una stronza." Conclusi.

"Sai che non intendo dire questo." Il suo sorriso era così dolce, non avrei retto per molto, ma non mi feci sopraffare. "Mi tieni testa e mi piace questa cosa di te, è stata la prima cosa che mi ha attratto di te, dopo la tua bellezza ovviamente."

Alzai gli occhi al cielo. "Ok, hai vinto va bene? Non so più come ribattere."

"Avevo già vinto." Le sue sopracciglie alzate e il suo sguardo spavaldo mi fecero alzare di nuovo gli occhi al cielo, però quant'era bello. "Visto che ho vinto la sfida, mi merito un premio." Si avvicinò alle mie labbra ma mi scansai appena in tempo lasciandolo con un'espressione incredula.

"Non credo proprio." Ora avevo io uno sguardo divertito e di sfida. Lui mi guardò sorridendo.

"Quanto sei bella." Era in piedi davanti a me.

This Is The Rebel LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora