Fifty Shades Of Styles.

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CHAPTER ONE:

Maya’s P.O.V.

MERDA. Merda, merda, merda. Merda l’ho già detto? Ah no? MERDA.

Sono in ritardo.

Perché me l’aspettavo?

Una cosa che non sono capace di fare è arrivare in orario, figuriamoci in anticipo!

E’ il mio primo giorno come receptionist allo Skyscreaper, una catena di alberghi a New York.

Esco dal mio appartamento, l’ascensore è guasto. CAZZO. Sei piani a piedi. Ok, fa bene camminare, ma con dei tacchi del genere e una gonna così attillata non mi sembra il caso. Mh, potrei scivolare sulla ringhiera. Mi fermo a fissare il vuoto e scuotendo la testa dico - Pessima idea -.

Tolgo le scarpe e inizio a scendere le scale alla velocità di Flash, il super eroe, che i miei vicini non riescono nemmeno a vedere la mia scia.

Arrivo in strada e sventolo i miei trampoli in aria manco fossi al concerto dei Rolling Stones, no, questa tattica non funziona, useremo tattiche più pesanti - TAAAAAAXIIIIII - niente, non mi cagano. Sifgata sono e sfigata rimmarrò.

Quando una Range Rover accosta vicino al marciapiede e un finestrino oscurato inizia ad abbassarsi, si affaccia l’uomo più bbono che io abbia mai visto - Le serve un passaggio signorina? - domanda con la sua voce profonda - Si - riesco solamente a dire ammaliata dalla sua bellezza - Grazie - aggiungo quando mi rendo conto di avere fatto una figura di merda - Si accomodi - dice lui accennadno a un mezzo sorriso provocante.

Salgo in macchina lievemente imbarazzata e la vettura inizia a muoversi, il bronzo di Riace seduto vicino a me - Sono Harry Styles - il mio cuore perde un battio, no ok, forse più di uno - Quell’Harry Styles? Il proprietario della catena ‘Skyscreaper’ - lui sorrise - Non pensavo di essere così famoso - mi giro i pollici nervosamente - No, veramente, lei è capo del capo, del capo, del mio capo - lui mi fissa mordendosi il labbro inferiore e io GIURO di avere avuto un infarto - Veramente? dammi del tu. E comunque, non ti ho mai vista - mi schiarisco la voce - Sarebbe il primo giorno e si. Sono già in ritardo. Non mi lincenzi - finisco piagnucolando - Non lo farei mai - dice lui passandosi la lingua sull’arcata inferiore dei denti.

Guardo fuori dal finestrino cercando di non pensare troppo al signor Styles, ma poi il mio occhio non resiste alla tentazione. Lo sto scrutando quando vedo il suo viso girarsi allora faccio finta di guardarmi le unghie, lalala che belle le mie unghie. Torno su di lui che ha spostato a sua volta lo sguardo. Ha folti capelli ricci, e degli occhi di un adorabile verde acqua, semplicemente mozzaffiato. Ha l’aria da ragazzino nei panni di un uomo. Ha solo ventisei annui e possiede già la più ricca catena d’alberghi d’america. Che uomo. Sospiro.

Fortuna che siamo arrivati. Scendo dalla macchina, e io lo sapevo che avrei fatto una figura di merda. Mi inciampo sul marciapiede e mi accascio a terra cercando di trovare la dignità perduta e di assumere una posa sexy per non sembrare un imbecille.

Harry si avvicina e mi tende una mano. FORTE. E’ così. SEEEXXY.

Entriamo nell’albergo. Dio, albergo. Reggia.

Il signor Styles si dirige verso l’ascensore, ma poi si ferma. Che fa? Lui si gira lentamente e fa uno dei suoi mezzi sorrisi mozza fiato - Non ti ho ancora chiesto quale è il tuo nome? - io balbettai - M.. M.. Maya Lloyd - Harry - E’ stato un piacere Maya -. E lo dici a me? Su, riprendiamoci da questa fantastica avventura e andiamo dal mio capo a inginoocchiarci sul pavimento per non perdere il lavoro. Non c’è. Beh, chissene frega, io inizio il mio lavoro.

 

Harry’s P.O.V.

-mandami Smithson.-

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