Throwback
Sento un peso sulla pancia e un suono profondo inondare la camera buia. Abbasso lo sguardo e trovo la testa di Harry sul mio ventre e un braccio intorno alla mia vita.
Poggio una mano sulla sua nuca e massaggio lentamente i capelli pieni di nodi e ricci. Borbotta qualcosa per poi stringersi più forte a me.Potrei stare così, abbracciata a lui, per ore, giorni, mesi, anni interi. E quando mi ritrovo così, quando dopo un litigio ci stringiamo così, capisco che ogni lotta e tentativo di tenerci, non è vano; che ogni lotta è giusta se per ricompensa ho tutto ciò.
"Che ore sono Liz?" borbotta lento.
"Le sette." mi volto verso la sveglia elettronica sul comò.
"Quanto ci resta?" si solleva, poggiando la testa sul mio petto.
"Un'ora." Faccio scorrere la mia mano lungo il suo braccio. Fa un verso di approvazione. Poggia una mano fredda sulla mia pancia scoperta e disegna cerchi immaginari intorno al mio ombelico.
"Oggi vedrò di darmi da fare per trovare qualcosa di onesto." quasi sussurra con voce assonnata.
"E i documenti? Vedranno il tuo.."
"Liz.." mi blocca. "Tranquilla..vedrò cosa fare." solleva lo sguardo sorridendomi. "Me la caverò come sempre." poggia un bacio sul mio ventre.
Cerco di autoconvincermi che riuscirà nel suo intento e che nulla andrà storto. Cerco di stendere i miei nervi e scacciare via i brutti presentimenti.
Quando sta per accadere qualcosa di brutto me lo sento e alla fine, per quanto provi a rimuovere quella sensazione, accade l'inaspettato.
Durante un furto, sette mesi fa, sentivo una strana sensazione. Mentre Harry era intento a scassinare un'auto ed io facevo da palo, passò un signore sulla cinquantina ed intravide Harry. Iniziò ad urlare e chiedere aiuto, nel frattempo strattonò Harry per la maglietta. Le case vicine iniziarono ad illuminarsi, una ad una, ci avevano scoperto. Quel signore gliene diede di santa ragione, e per quanto provasse a fargli resistenza, Harry era svantaggiato. A cavalcioni su di lui e con una stazza tre volte maggiore, sembrava non volerla smettere. All'arrivo della polizia io ero già lontana. Durante un colpo, io facevo da palo e lui agiva e se qualcuno ci scopriva, per regola, dovevo scappare e mettermi in salvo; diceva che la mia fedina non doveva contenere neanche una macchia, che tra i due in gattabuia se doveva finirci qualcuno, quello era lui. Tra i due lui era il più forte. Aveva giurato di difendermi in tutti i modi possibili e fin'ora c'era riuscito, sempre. Quando finì dentro, dopo ventiquattro ore, tornò a casa con lividi e graffi sparsi ovunque, Roger pagò la cauzione e riuscì a convincere i poliziotti che era una bravata e che non sarebbe più accaduto nulla del genere. La sua fedina fino a quel momento, conteneva qualche furto da quattro soldi; più in là le macchie sarebbero aumentate. Dopo una lunga ramanzina da parte mia e di Roger, promise di fare più attenzione, e da lì capì che le sue promesse non sempre sarebbero state mantenute. Qualche mese dopo, fu ripescato e dovette scontare un mese di detenzione. Fu l'unica volta in cui non riuscì a farla franca e la prigione fu obbligatoria.Questa volta non sentivo nulla. E speravo che quel senso di tranquillità perdurasse a lungo.
"Pensi che riuscirò a trovare qualcosa?" domandò con voce incerta. Sembrava un bambino in cerca di rassicurazioni.
"Certo che ci riuscirai. Andrai bene." annuì non facendo trasparire la mia insicurezza. "Sei in gamba."
"Lo dici perché sei di parte o perché te lo senti?" quella sua sottile ironia per testare la mia fermezza, metteva in luce la sua insicurezza.
Mai sarei riuscita a renderlo sicuro e ad annientare le sue paure; il suo passato ed il suo essere avrebbero sempre avuto la meglio.
"Perché me lo sento." mi infastidisce il suo voler conferme. Nota il mio fastidio.
STAI LEGGENDO
Criminal |Harry Styles|
Fanfiction"Nessuno ti farà del male finché starai con me." Non ne esci da queste storie.