Parte 3

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Il tempo passava così veloce che non mi accorsi che erano già le sette. Le luci dei lampioni riflettevano dentro la cupa biblioteca. Roger è intento a leggere un libro di astronomia, mi guarda al di sopra dei grandi occhiali.

"Harry starà aspettando fuori da un bel po'." sottolinea sorridendomi.

Mi avvicino alla grande vetrata e lo vedo poggiato contro la portiera. Ha le braccia conserte e gli occhi fissano un punto vuoto sul marciapiede. Il nero dei suoi abiti si mimetizza con il nero metallizzato della macchina. I suoi capelli sono mossi al vento, ma è così assorto nei suoi pensieri da non importarsene niente delle ciocche che gli cadono sulla fronte.

"Sembra abbastanza abbattuto." chiude un libro, avanzando verso di me.

"Ho distrutto una sua aspirazione, oggi." sospiro, andando verso il bancone. "Abbiamo avuto una conversazione che avrei preferito deviare." abbasso la testa incrociando le mani.

"Riguardo cosa?" corruccia la fronte.

"Vorrebbe una stabilità famigliare. Ma non sono pronta a tutti questo."

"Di solito siete voi donne a pretenderla." sarcastica. "Non so cosa dire a riguardo, non avendo avuto l'occasione di averne una." i suoi occhi si riempiono di ricordi, mentre abbozza un dolce sorriso.

Roger è vedovo da quasi dieci anni. La moglie, Rose è morta in un incidente stradale di ritorno da un visita a casa dei suoi genitori. Anche se non ne parla spesso, se non mi racconta del loro vissuto insieme, del loro primo bacio o primo ballo o primo appuntamento, se non parla mai di quanto bella fosse o di quanto l'abbia amata, so che sente la sua mancanza. Lo si vede dai suoi occhi grigi, si riempiono di passato e ne restano pieni, fino a che la mancanza non trova assuefazione. Porta con sé una foto di loro due in vacanza a Parigi. Lei che guarda l'obiettivo e lui che la fissa, quasi a perdifiato. Ha amato così tanto nella sua vita.

"Ti dirò, anche Rose desiderava tanto un figlio; io come te non ero pronto. Un bambino è una responsabilità troppo grande. Non ha mai fatto pesare questa mia scelta." prende una pausa. "La notte spesso la sentivo piangere, non capivo quanto fosse importante per lei. Ero così egoista. Ed ora, se solo tornassi indietro, darei di tutto per riparare al dolore che le ho causato." mi guarda, ammiccando un dolce sorriso. Poggia una mano sulla mia spalla.

"Sono egoista secondo te?" il senso di colpa mi assale.

"No, sei solo spaventata. Non ti obbligo a cambiare idea, ma prendi in considerazione questa sua proposta. Non è da tutti gli uomini chiedere qualcosa di così grande."

Fisso Harry e subito l' immagine di Rose avvolge i miei pensieri.
Come si sente? Starà soffrendo anche lui come lei?

I sensi di colpa prendono il sopravvento. È quel che voglio per davvero? Non lo so.
L'unica certezza che ho è che amo Harry.

Quando esco dalla biblioteca, solleva lo sguardo. Lo stringo forte senza dire una parola. Massaggia la mia testa respirando profondamente. Nessuno dei due parlava. Solleva il mio viso con l'indice e i miei occhi si riempiono di lacrime.

"quanto male ti sto facendo?" tiro su il naso e una lacrima scende sulla guancia.

"Non mi stai causando alcun male." asciuga la lacrima con il pollice. "la colpa è mia, non ti sto dando la vita meriti. Sono un farabutto."

"Ma che dici?" sussurro.

"Ti ho fatto entrare nel mio mondo, senza neanche rendermi conto di quel che stavo facendo. La colpa è mia se non possiamo avere una vita normale, come tutti." stringe il mio viso tra le sue mani. Respira lentamente, tirando su il naso. Ha gli occhi rossi e le sue mani tremano, non per il freddo.

"Non voglio una vita normale. Non voglio una storia come le altre. Voglio te." dico lentamente, non staccando gli occhi dai suoi. "Avremo una vita normale un giorno, te lo prometto. Avremo un figlio, un giorno. Solo che ora, non sono pronta per tutto ciò. Se tu vorrai aspettami, altrimenti non ti biasimo se vorrai andare via."

Sospira, tira su i lati della bocca facendo spuntare due fossette sulle guance. Sorride di gusto. Corruccio la fronte non capendo questa sua reazione.

"Non mi muovo di qui. Aspetterò dovessi farlo per una settimana, un mese, un anno, una vita intera. Non vado via. Non ti sbarazzerai di me." sorrido a mia volta.

Poggia le sue labbra sulle mie, portando un braccio dietro la mia schiena. Mi attira a sé, così che i nostri respiri siano un tutt'uno.

Avevo la certezza. Amavo Harry, la vita che conducevamo. Amavo la nostra complicità e il nostro essere 'noi'.
Sapevo mi avrebbe aspettato, senza andarsene. Si sarebbe allontanato forse, senza mai però lasciarmi; anche da lontano, ci sarebbe stato. Anche con chilometri di distanza, con l'oceano a dividerci, ci sarebbe stato.
È la certezza più grande che ho.

Today

Quando diventi grande, donna, maturi determinate idee.
Da ragazza credi a tutto, all'amore eterno. Ti aggrappi alle parole, e non molli la presa.
Era la mia certezza, oggi è la mia dannazione. Non c'è.
Diceva sarebbe rimasto, ed è andato via.
Lui mi ha lasciato e io l'ho odiato per questo.
E lo odio. Odio il suo essere diventato indipendente, il suo essere diventato uomo, senza me.
E lo odio, perché nel male, mi ha lasciato.
È scivolato via dalla mia vita.

Criminal |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora