Il vento quella mattina pizzicava il mio viso e le mie mani erano così fredde, che a fatica riuscivo a muoverle. Dalla mia bocca usciva un alito di calore che prendeva forma di fumo bianco. Le strade grondavano di persone indaffarate che si facevano spazio tra la folla dando gomitate o scontrandosi senza chiedere scusa. Gli inglesi sono persone sulle loro, non lasciano mai i freni per partire in quinta e intraprendere un discorso con loquacità.
Spingo la vecchia porta di legno massiccio che sovrasta l'entrata, facendo emergere uno scricchiolio alla sua apertura.
Mi fisso intorno, cercando un paio di occhiali grandi e tondi. Una testolina immersa tra i grandi scaffali contenenti libri di ogni genere, sbuca mostrando quei capelli bianchi che un tempo erano biondo cenere."Liz, mia cara.." una voce calda riecheggia nella grande biblioteca.
"scusa il ritardo Roger, ho incontrato traffico per strada" poggio la sciarpa sulla sedia, sfilando con calma il cappotto.
"L'orario non è mai stato il tuo forte." ironizza, venendomi incontro con il naso ficcato nel giornale. "Come ti senti a riguardo?" mi fissa, guardandomi al di sopra dei grandi occhiali tondi.
"Non mi stupisco che sia tornato a Londra. L'America non è L'Inghilterra, e questo lo dimostra la sua fedina penale, macchiata a causa di un furto andato male" riempio la tazza di caffè fumante, placando il freddo che ho dentro.
Sapevo sarebbe tornato, solo non ora.
"Harry è sempre stato uno spirito libero, non saranno due sbarre e un poliziotto a tenerlo a bada. E tu ne sai qualcosa" sorride dolce, mentre poggia il giornale sul bancone. "Verrà qui, prima o poi, a farmi visita. E che tu voglia o no, vi rivedrete".
"Non ho preso in considerazione questa opzione. E se verrà sai già cosa dire a mio riguardo." prendo due libri e li dispongo sullo scaffale.
"non crederai mica che si beva le mie scuse? Harry ne sa una più del diavolo, e se si tratta di te, non ci sono barriere che possano fermarlo".
Sospiro, annuendo debolmente. Non ho mai preso in considerazione il suo ritorno, né tanto meno l'affrontare la realtà. Mi porto dentro questo peso, da tre anni, potrò sopportarlo per altri.
"sai già cosa gli dirai?"
"no, e niente dovrà sapere. Ho tirato avanti da sola per tutto questo tempo. Non c'è spazio per lui nella mia vita, e mai più ci sarà ". Ammetto, cercando di convincere più me, che lui.
"Liz non chiuderti in te stessa, di nuovo. Escludere lui significa rinnegare una parte di te".
Poggia la sua mano sulla mia spalla, dandomi conforto.
Throwback
"Liz alzati o arriveremo tardi, di nuovo" ulula la sua voce in lontananza.
Sento lo scorrere dell'acqua. Mi sollevò grattandomi la nuca, noto un cornetto e una tazza di caffè e latte poggiati sul comodino. Sorrido, guardandomi intorno. Finisco subito la colazione e mi reco verso il bagno. Abbasso la maniglia notando una sagoma nera nella doccia.
"Se continui a portarmi la colazione a letto, finirai per viziarmi". Apro il rubinetto, lavando la faccia.
"Se ti rende felice, è lecito e non danneggia." sposta le tendine, rivelando i capelli bagnati che contornano il viso. Sorride, socchiudendo le labbra. Mi avvicino poggiando le mie.
"Ti accompagnerò a lavoro e poi spedirò il denaro." avvolge un asciugamano in vita, prendendone un altro per i capelli.
"Posso andare sola, risparmierò tempo." sollevo le spalle.
"Non ci pensare minimamente." si sposta dietro di me. Fisso la nostra immagine allo specchio.
Ho sempre amato l'intimità e la dedizione che entrambi condividiamo. Le piccole cose o attenzione che mi dedica, mi bastano per capire quanto lui tenga a me.
"Sembra alleviato." indica il livido sul braccio, sfiorandolo delicatamente.
Rabbrividisco al suo tocco, si accorge di ciò e sorride, poggiandomi un bacio sulla spalla.
"Vado a vestirmi, sbrigati." mi da uno schiaffo sul sedere. Faccio la linguaccia, dandogli un buffetto sul braccio.
Faccio una doccia veloce e lavo i denti accuratamente. Infilo una felpa nera e un jeans, indosso un paio di converse nere e pettino i corti capelli. Quando entro in camera, Harry se ne sta seduto a fissare il vuoto.
"Che hai?" domando, mentre riempio la borsa.
"Pensavo." distoglie lo sguardo, mostrando un lieve sorriso.
"Cosa riempiva i tuoi pensieri?" mi avvicino, accovacciandomi davanti a lui e poggiando le mani sulle sue ginocchia.
"Mi ci vedi come padre in futuro?" solleva le sopracciglia, e una scintilla di speranza traspare nel suo sguardo.
"Si, beh, si.. Potresti andare." ritraggo le labbra, corrucciando la fronte. Solo ora riesco a reinterpretare la domanda.
"Ma come ti salta in mente ora?" modulo la voce tra la sorpresa e il sarcasmo."Sarebbe bello costruirci ecco, una famiglia." solleva le spalle, girandosi i pollici.
"In un ipotetico futuro, si." mi alzo, infilandomi il cappotto.
"Ipotetico? Ne stai parlando come se fossi sicura che niente di tutto ciò potrebbe mai essere concreto."
"Siamo giovani, abbiamo vent'anni, una 'vita' " virgoletto la parola "avanti a noi, e tu pensi ad una famiglia." muovo le braccia davanti a me. Mi blocca prendendomi le mani.
"Non sono pronta per tutto ciò. E poi con il nostro mestiere.." sospiro.
"Arriverà un momento in cui tutto ciò finirà, e mi piacerebbe che finisse esattamente qui con te." dice calmo. Abbasso lo sguardo.
Una famiglia? Ora? Ho pensato tanto al mio futuro, ma ho sempre richiuso quel cassetto, cercando di concentrarmi sul presente. Un bambino sarebbe qualcosa di troppo grande per me, ora. Non che non lo desideri, solo non ora. L'ultima cosa che voglio è riprogrammare il mio futuro su misura di bebè. Devo racimolare soldi per andare avanti e mantenere intatta la mia seconda 'vita'.
Vorrei tanto una famiglia con Harry, e magari passare il resto della mia esistenza a pensare quanto felice sia. Ma devo ancora imparare le dinamiche dello scorrere della vita, prima di intralciarla e cambiare il cammino che ha costruito per me.
"Anche a me piacerebbe, è tutto così entusiasmante, ma adesso,ho bisogno di concentrarmi e capire quel che voglio fare della mia vita."
Annuisce, abbassando le mie mani. Mi fissa, sorridendo rassicurante. So che sta fingendo che vada tutto bene e che accetti questa decisione. Accarezzo lentamente la sua guancia e socchiude gli occhi.
"Non voglio obbligarti a vivere qualcosa che non appaghi le tue aspettative."
"Tu rientri in ogni mia aspirazione o progetto. Sono stato avventato, hai ragione tu."
"Un giorno avremo una famiglia, insieme. Te lo prometto." sorrido confortevole. Annuisce, baciandomi la fronte.
"Su metti il cappotto e andiamo, o faremo tardi." si alza sorridendomi. "Copriti o prenderai un malanno" sistema la sciarpa intorno al mio collo.
A volte sono una persona così paranoica che noto qualsiasi dettaglio, cercando di capire cosa passi nella testa di che ho di fronte. Dopo la conversazione Harry è diventato spento, in bilico tra la frustazione e la noia. Fissa la strada con distacco. Stringo la sua mano, senza dir niente.
"Ti passo a prendere questa sera." si gira abbozzando un sorriso.
"D'accordo." Annuisco aprendo la portiera.
Mi blocca baciandomi. Sospira cercando di non far trasparire stati d'animo negativi.
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Criminal |Harry Styles|
Fanfiction"Nessuno ti farà del male finché starai con me." Non ne esci da queste storie.