Parte 14

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Throwback

Sentivo una forte presa alla mia mano e il letto leggermente inclinato accanto a me. Appena apro gli occhi mi ritrovo una parete bianca di fronte a me e la sua testa poggiata sulla mia spalla. Aveva una gamba sul mio letto e l'altra penzolante, e teneva le sue dita incrociate nelle mie. Cerco di sollevarmi e lo sento scuotere velocemente la testa e con gli occhi ancora socchiusi si volta di scatto.

"Liz..oh grazie al cielo." spalanca lo sguardo e si solleva rapido dal letto. "Come stai? Tu...mh devo chiamare il dottore." inizia ad agitarsi e spostare rapidi gli occhi verso la porta.

"Harry, calmati." accarezzo il suo braccio e abbozzo un sorriso. "Sto bene. Ma cosa mi è successo?" corruccio la fronte. "Perchè sono qui?"

"I dottori dicono che tu abbia avuto un abbassamento di pressione." si lascia andare sulla sedia senza lasciare la mia mano. "Se solo la smettessi di mangiare poco." mi fulmina con lo sguardo.

Ha due profonde occhiaie e i vestiti della sera precedente. Suppongo non si sia mosso di qui. Ad un tratto un pensiero rapido mi passa per la testa e con pacata lucidità cerco di mantenere la calma.

"Sarà meglio che vada a chiamare un medico." si stacca dalla mia presa.

Fortunatamente nessuno sa chi sia. Quando finì dentro non ci furono pubblicazioni ufficiali sul giornale del giorno. Il furto di un auto non era considerato eclatante, rispetto ai vari omicidi o scomparse tra Londra e dintorni.

La mano quasi prendeva la forma della sua a furia di stare così stretta. Dalla porta appare un signore sulla quarantina un pò stempiato e due occhiali che pendono sul naso. Fissa la cartellina che ha tra le mani e sfoglia rapido i fogli attaccati ad essa.

"Allora Liz, come si sente?" domanda con voce profonda.

"Mi dia del tu." stringo le labbra. "Il lei mi fa sentire al quanto vecchia." ironizzo.

"Dal suo umorismo, suppongo meglio." solleva gli occhi dalla cartellina e abbozza un caldo sorriso. "Ma è meglio tenerla in osservazione un altro giorno."

"Non sa a cosa sia dovuto?" domando circospetta.

"Abbiamo aspettato il suo risveglio per effettuare gli esami dovuti." spiega tranquillo. "In mattinata passerà un'infermiera e le dirà tutto, cioè ti dirà.." si corregge. "tutto quel che c'è da fare."

"Siete un medico o sbaglio? Saprà essere più preciso sulla sua condizione." sbraita Harry dall'altra parte della stanza.

Il dottore sposta lo sguardo su lui e solleva un sopracciglio.

"Lei è un medico?"

Fulmino Harry e dopo aver colto il mio sguardo butta un lungo sospiro spostando i ricci dalla fronte. Incrocia le braccia e si stacca dalla parete contro cui è poggiato. Lo vedo trattenere rabbia mischiata all'impazienza, lo noto dalle sue dita che si muovono veloci ,formando piccoli pugni.

"Bene, se ha bisogno può chiamarmi." mi rivolge un ultimo sguardo e si allontana verso la porta.

Appena va via, vedo Harry andare verso la finestra e poggiare un braccio tra essa e la sua fronte. Socchiude gli occhi come due fessure.

"Forse è meglio che torni a casa..sarai stanco." propongo, mantenendo il contatto visivo.

"Sto bene così Liz, tu piuttosto hai fame? Vuoi che ti prenda qualcosa?"

"Un caffè andrà bene."

Si sposta rapido da quella posizione ed esce, lasciando socchiusa la porta. Poggio la testa contro la testiera del letto e sospiro. Alzo gli occhi al soffito.

Criminal |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora