Capitolo II - scettro

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Mi risvegliai in una cella angusta, con le pareti di pietra scura. Mani e piedi erano gravati da pesanti catene, me ne liberai in un attimo. Entrò allora Phylis.
《Bentornata, sorella》
《Bentornata?》
《Finalmemte sei di nuovo in te. Sai, ieri sei stata molto scortese. Maledire noi, i tuoi amati fratelli, è stata la cosa peggiore che potessi fare.》
《Non direi. Lo scettro è al sicuro, gli umani non saranno mai del tutto vostri schiavi, io avrò ciò che mi appartiene di diritto.》
《Troveremo la discendente e le faremo distruggere lo scettro, dopodiché la uccideremi prima che divenga immortale. Niente di più banale. E tu continuerai a servirci come hai sempre fatto, sorella. Sei nelle mie mani.》
Dalle sue mani partì una spirale d'acqua che mi avvolse. Rimasi immobile. Mio fratello mi si avvicinò e affondò le dita nella pelle eterea del mio volto e gemetti.
《Vedi? Sei impotente. Non ti resta che obbedire.》
《Come mai mi sono piegata dinnanzi a voi, non mi abbasserò mai all'obbedienza.》
Sentii passare una ninfa e ripresi la vita che in lei scorreva. Phylis ascoltò il tonfo leggero del corpo esanime che cadeva a terra. Con la mano raggiunse il cuore e lì mi colpì. Gridavo disperata, caddi in ginocchio. Portai entrambe le mani sul petto, lacrime di fuoco scendevano dai miei occhi. Mio fratello le raccolse in un diamante e subito questo divenne rosso.
《Grazie infinite per le tue lacrime, sorellina. Lhokar lo aveva immaginato. Ti lascio in buona compagnia, i guardiani delle anime veglieranno su di te e sul tuo pianto, avendo cura di non lasciarsi sfuggire nemmeno una lacrima.》
Tre guardiani entrarono nella cella, raccoglievano le mie lacrime. Il dolore al petto era straziante, lacerante.
《Guardiani, ascoltate la vostra signora. Uno di voi prenderà la mia anima e la metterà nel mio scettro, ma senza toccarlo. Poi dovrà prendere lo scettro e nasconderlo nel più remoto e buio angolo dell'Elysium. Resterà lì, a guardia della mia anima, finché la discendente arriverà a cercarla. Dovrà metterla alla prova. La discendente sarà colei che rispetterete come regina, perché il suo corpo sarà il mio e la sua anima sarà come la mia.
Quando ella sarà pronta, riconoscerà in lei la sua signora e starà al suo fianco.
Questo è il mio ordine, il mio ultimo lascito. Fate quanto vi ho detto.》
Dopo aver pronunciato queste parole, il più potente tra loro mi strappò l'anima e non sentii più niente.

Terminò così la storia della prima dea, ma il suo lascito era enorme, e nessuno avrebbe potuto cancellare ciò che aveva appena fatto, né la maledizione.
Era disposta a tutto pur di compiere la sua vendetta, i suoi fratelli avrebbero pagato.

La sua anima nera è stata rinchiusa nello scettro, le sue istruzioni sono state seguite. Mancava solo più un fattore: la discendente, e Astrea sarebbe tornata al suo antico splendore. Ma chi era la discendente? Come avrebbe fatto a trovare lo scettro? Nessuno poteva immaginarlo.

I fratelli di Astrea non seppero del suo ultimo lascito, della sua anima. Quando tornarono nella sua cella, la dea giaceva esanime sul pavimento freddo, le fiamme la circondavano e impedivano loro di toccarla. Mai si sarebbero aspettati di trovarla morta. Lei, un'immortale, giaceva ora senza più vita. Ma la sua magia continuava a vivere con lo scettro, con la sua oscura anima.

Descendants - La Maledizione di AstraeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora