Capitolo XVI - buio

12 1 1
                                    

Il demone si avvicinò e sollevò la teca. Il custode restò impassibile, come se non fosse importante. Quando il demone toccò lo scettro, cadde a terra in preda alle convulsioni e in pochi istanti morì.
Sei giunta al termine del viaggio
Hai ancora due prove, fatti coraggio.
Al mio consiglio non hai dato ascolto,
Di questa scelta ti pentirai per molto.
Ti ho mostrato la via esatta,
Ma hai scelto quella della disfatta
Non sarà Alexis a fare ritorno,
Astrea, è arrivato il tuo giorno.
Non spetta a te l'ultima scelta,
Sarà Damon a decidere questa volta.
Dunque decidi cosa fare.
Vivrà e fuggirà
O per mano tua perirà?
Lo guardai timorosa, sperando che scelga bene. Avevo paura di morire, ma vivere scappando sempre non era vivere. Chiusi gli occhi in attesa della sua scelta.
《Sì. La ucciderò.》disse infine. Io sospirai senza aprire gli occhi. Sentii una lama trafiggermi il cuore e spalancai la bocca in un grido muto, poi caddi a terra.

____________________________________

Avevo sentito i suoi pensieri. Era orribile ciò che stavo per fare, ma lo feci lo stesso. Affondai il pugnale nel suo cuore, la carne era come burro sotto la mia lama. Spalancò la bocca senza emettere alcun suono e si accasciò al suolo. Guardai la pozza di sangue scarlatto espandersi e confondersi con il pavimento dello stesso colore. Mi allontanai e distolsi lo sguardo dai suoi occhi vitrei. Ma dopo alcuni minuti sentii un gemito. Era talmente fievole da sembrare inesistente, ma c'era. La ferita sul petto si rimarginò con una velocità impressionante e il cuore della ragazza riprese a battere, dapprima debolmente, poi con sempre più forza, fino a tornare normale. Sul suo braccio comparve anche l'ultimo simbolo: la morte. Compresi che in realtà le avevo donato la vita eterna e ne fui contento. Alexis riaprì gli occhi lentamente e la aiutai ad alzarsi da terra. Avanzammo verso lo scettro e lei lo prese tra le mani tremando leggermente. Mi allontanai vedendo del fumo rosso fuoco fuoriuscire dallo scettro e avvolgere la ragazza. Le entrò dentro e lei sbattè le palpebre. Ma i suoi occhi, prima verdi e innocenti, erano colmi di odio e di rancore ed erano divenuti rossi come il fuoco, come le fiamme che la circondarono donandole un corpo nuovo. Rimasi immobile a fissare quella creatura stupenda. Era di una bellezza folgorante. I floridi capelli rossi erano mossi e lunghi fino ai fianchi. Il volto, le forme, era identica ad Astrea, eccezion fatta per la statura, che rimaneva quella di un'umana. Ma lei non era più Alexis, era Astrea. Mi rivolse uno sguardo e io mi inginocchiai.
《Alzati Damon》mi disse sorridendo. Io lo feci.
《Sei stato bravo, mi hai servita e hai ritrovato la memoria. Hai fatto bene il tuo compito, non hai esitato. Continua ad essere il mio leale servitore e presto avrai un premio. Ti ridarò il tuo bellissimo corpo, dimentica queste fattezze grottesche. Resta al mio fianco.》
Si rivolse poi a Dan.
《Dan, sai chi sono? Io sono Astrea ora. Sei stato bravo e continuerai a seguirmi come hai fatto fino ad ora.》
Andò dal demone e lo guardò sprezzante.
Infine si rivolse al custode.
《Il tuo lavoro è stato ottimo. Oggi mi sento buona, perciò ti farò un regalo. Da oggi tu sarai il padrone dell'Elysium.》

____________________________________

Finalmente era arrivato il mio momento. Ho dovuto aspettare per più di due mesi, due lunghissimi mesi. Ho vissuto nella sua testa per quella che mi è parsa un'eternità. Ora toccava a lei fare lo stesso, perché io mi ero stancata di stare zitta. Ma presto le concederò un'occasione. Una sola possibilità per la sua vendetta. Era così simile a me, solo molto più debole. Ma ora grazie a me era più forte, il suo lato malvagio intendo. Non mi sarebbe dispiaciuto recuperare il mio vero corpo. Ora che avevo finito nell'Elysium dovevo compiere la mia vendetta, poi avrei pensato a tutto il resto. Indicai a Damon e Dan di seguirmi. Il primo passo era lasciare questo posto. Li guidai in poco tempo fino all'uscita e aprii la porta che separava il regno dal resto del palazzo. Le guardie all'entrata mi riconobbero subito e si gettarono ai miei piedi, mentre io non le degnavo di uno sguardo.
"Cosa succede?" chiese una voce nella mia testa.
"Alexis?" pensai.
"Certo. Perché non mi hai mai detto niente?"
"Cosa sei? La mia coscienza?"
"Qualcosa del genere"
"Bhe, grazie per il corpo, mi mancava questa sensazione. L'avevo già provato, ma ora è anche meglio."
"Io non ne sapevo niente. E comunque mi piacerebbe riaverlo il mio corpo."
"Sfacciata. Osi parlarmi in questo modo?"
"Lo so che non ti da fastidio. E comunque, come dovrei parlarti? Come prima no di certo."
"Taci. Ho altro a cui pensare."
"Bhe, per ora io vorrei che pensassi anche a me. Voglio una piccola vendetta e il mio corpo."
"Al corpo provvederà il mio fratellino. Dimmi di più sulla vendetta."
Non mi sbagliavo. Alexis mi somigliava molto nel carattere.
"Non mi è piaciuto molto ciò che mi è successo ultimamente. Non voglio certo essere l'unica discendente. Ecco, visto che vuoi liberarti dei tuoi fratelli, cosa ne diresti di bloccare le loro anime in dei ragazzi come hai fatto con me. Senza che gli dei prevalgano naturalmente. Tu sei l'unica dea."
"Non ci avevo proprio pensato. Ma perché dovrei concedertelo?"
"Oh, avanti. Non voglio passare le giornate a infastidirti. Voglio qualcosa di divertente da fare e guardar soffrire altre persone come ho fatto io sarebbe fantastico. E poi dovresti ricordare la visione nell'Elysium. Quattro discendenti, una sola dea, tutti ai tuoi piedi. Sarebbe un sogno."
"Ci penserò. Ora stai zitta, dai spazio alla mia vendetta."
"Tranquilla. Questa non me la perdo per nessun motivo."
Finalmente Alexis mi lasciò stare. Mi stavo già stancando di lei. Prima si portarci tutti al palazzo dei miei fratelli cambiai il mio aspetto perché non si accorgessero del cambiamento. Ora era tutto pronto. Mancava solo lei, la mia dolce vittoria, nonché l'ultima sui miei fratelli. Pensai che Alexis aveva ragione. Sì, le avrei dato ciò che voleva.
《Te la cavi ancora con le bugie, Damon? Prima eri fantastico.》
《Lo sono ancora》rispose lui sicuro. Bene, era proprio ciò che volevo.
《Che lo spettacolo abbia inizio》 sussurrai felice mentre sparimmo dal mio palazzo.

Descendants - La Maledizione di AstraeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora