Quanto tempo era passato? Ore? Giorni? Non capivo più nulla. Non ero quasi mai cosciente: passavo da una visione all'altra quasi senza pause. Non capivo il perché di tutto ciò e avevo un disperato bisogno di riposare. Ero stanca, volevo chiudere gli occhi ed essere accolta dal nero assoluto che tanto amavo, ma sempre il sonno era accompagnato dai sogni e io mi svegliavo più stanca di prima. Non avevo più sentito Astrea, ma non avevo neanche fatto progressi con il piano di fuga. Dopotutto, come avrei potuto fare? Non avevo il tempo di pensare e iniziavo a dubitare della mia santità mentale. Ero fuori controllo, in poche parole.
Mi risvegliai dall'ennesimo sogno tirando un pugno contro la parete più vicina.
《Romperti una mano non serve a niente》
《Proprio non capisci quando devi tacere?》
《Scusami tesoro, è che mi sto stancando della tua rabbia》
《Certo, è facile parlare. Vorrei vedere te al mio posto.》
《Stanca?》
《Esausta》
《Credo che abbiate atteso a sufficienza. È arrivata l'ora di prepararvi perché presto in ognuno di voi ci sarà un cambiamento. Non vi trattengo oltre, siete liberi di uscire e scegliere la vostra strada.》
La voce di Astrea ci fece sussultare.
La porta si spalancò e io rimasi immobile, senza capire. Superato il primo momento di stupore mi alzai e varcai la soglia. Non lo avessi mai fatto...
"Avanti Alexis, vieni da me. Sai che non puoi scappare dal destino."
《Il destino è nelle mie mani, sono io a decidere per me.》
"Ti sbagli, dovresti sapere ormai che non puoi starmi lontano. Accettalo fin da subito, sei mia. Sei nata per servirmi ed è ciò che farai a partire da ora. Voglio dimostrarti la mia buona fede facendoti dono di ciò che desideri. Ecco dunque il buio che hai chiesto, che esso ti avvolga e non ti abbandoni."
La vista mi si appannò, poi tutto divenne nero. Non ero svenuta, no. Potevo muovermi, sentire i rumori e gli odori di ciò che mi circondava. Aprii gli occhi, ma fui delusa. Indipendentemente da ciò le tenebre mi avvolgevano e attraverso la cappa nera non poteva passare nemmeno un filo di luce. Dire che ero agitata sarebbe un eufemismo. Ero a dir poco terrorizzata. Infilai le dita tra i capelli e cercai di spostarmi, ma incontrai qualcosa, credevo fosse un muro.
"Mi dispiace ragazzina, ma non si torna indietro. Dovrai cavartela da sola, se trovi al centro del labirinto riavrai la vista. Attenta a quello che chiedi, Alexis. Vieni da me, non essere stupida. In fin dei conti non hai alternative, io sono la sola che ti può aiutare, non metterti mai contro coloro che ti offrono aiuto."
《Basta Astrea, lasciami stare. Puoi togliermi tutto quello che vuoi, io non ti darò ascolto. Arrenditi.》
"Come desideri, non ti costringo. Molto presto sarai tu a strisciare ai miei piedi e implorare perdono. È questione di tempo."
Mi appiattii contro il muro. Non mi muovevo, semplicemente aspettavo... Cosa stavo aspettando? Non lo so. Avevo paura, questo era certo. Mi sentivo indifesa, costantemente in tensione. Eppure ero sola, non avevo nulla da temere. Ma il fatto di non vedere mi metteva ansia, temevo di essere più esposta ad Astrea. Di fatti temevo ciò che non potevo vedere. Sentii dei passi farsi sempre più vicini e una mano mi afferrò tempestivamente e mi spinse nella stanza. Arretrai fino ad avere le spalle contro il muro.
《Ehi calmati. Che cos'hai?》
Damon. Sospirai di sollievo, senza curarmi di rispondere.
《Un grazie sarebbe il minimo》
《Per cosa?》
《Questo è strano》
《Cosa?》
《Il tuo comportamento》
《Senti, lasciami stare. Non sono dell'umore giusto.》
《Come vuoi》
Seguirono diversi minuti in cui fui avvolta da un silenzio di tomba.
Un tocco leggero sulla mia spalla mi fece sobbalzare e istintivamente spostai gli occhi intorno a me.
《Sono io. Guardami》
Cercai di capire da dove veniva la voce.
《Non vedi?》
Sospirai e mi coprii il volto con le mani. Damon le allontanò dal viso. Sentii le sue labbra fredde sulle mie. In un primo momento rimasi bloccata, confusa da quel gesto, poi lo respinsi e gli diedi le spalle.
《Cosa pensi di fare? Allontanati》
《Non stavo facendo nulla di male》
《Eri troppo vicino per i miei gusti》
Lui ridacchiò.
《Perché l'hai fatto?》
Silenzio.
《È stata Astrea?》mi chiese.
《Sì, chi altri?》
《Già. Non ha risparmiato nessuno.》
《Come?》
《L'incantatrice non può parlare e l'angelo non ha più le ali》
《E tu?》
《Non riesco a leggere il pensiero. È snervante.》
《E ti lamenti? Mi hai vista?》
《Tu puoi rimediare. Io no.》
《Rimediare? Che vuoi dire?》
《Hai gli stessi poteri di Astrea, perciò dovresti essere in grado di...》
《Rimettere tutto a posto》
《Dovresti provarci》
Chiusi gli occhi e provai a farlo, ma senza risultato.
《Niente. Non so ancora niente di questi poteri. Riesco a controllare solo il fuoco.》
《Ma hai delle visioni》
《Non dipendono da me》
《Nient'altro?》
《No》
Ripiombai in un silenzio che valeva più di mille paure, un silenzio opprimente che riusciva ad esprimere il mio disagio. Ma più quel mantello cuo ci avvolgeva, più io mi sentivo affogare nei miei pensieri.
《Devo uscire da qui. Non posso resistere un'altra ora.》
《Ti sei trovata in situazioni peggiori》
《Era diverso. Astrea mi incitava ad oppormi e in un certo senso era di aiuto. E le continue intrusioni di Lhokar nella mia mente mi impedivano di pensare, e questo mi teneva a galla.》
《Perché non volevi pensare?》
《Io sapevo le loro intenzioni, sapevo che Astrea non sarebbe intervenuta presto. Se avessi pensato anche solo per un minuto a tutto questo sarei impazzita.》
《Come pensi di uscire?》
《Descrivimi tutto quello che vedi》
《Supponiamo per un istante che tu riesca ad uscire. Noi tre cosa faremo?》
《Quello che volete》
《No》
《Cosa vuoi?》
《Rispondi alle mie domande. Tutte.》
Sospirai prima di accettare.
《La porta è chiusa con gli stessi incantesimi di prima. Perché vuoi scappare?》
《Domanda di riserva?》
《No》
《Voglio allontanarmi da Astrea e spezzare il legame che ci unisce.》
《È appena apparsa una finestra. Chiusa con un lucchetto dall'esterno e con delle grate. Si trova sul soffitto, circa al centro. Mi avevi detto che temevi Astrea solo perché non aveva bisogno di te. Se è vero che il legame persiste, perché hai paura di lei?》
《Non ho paura di Astrea come non ho paura di voi. È il potere. Ho avuto la sfortuna di aver visto tutti gli dei contro di me, so cosa possono fare. Anche se Astrea ha bisogno di me, il suo comportamento è troppo imprevedibile.》
《Non c'è nient'altro》
《Perché queste domande? Cioè, avresti potuto chiedere qualsiasi cosa.》
《Vieni》
Non mi spostai. Non mi aveva risposto. Mi prese per un braccio e mi tirò al centro della stanza.
《Se ti separi da Astrea lei non avrà più bisogno di te》
《Nemmeno Astrea vuole dipendere da me, stanne certo》
《La finestra è sopra di te》
Guidò la mia mano fino a delle sbarre di ferro e io sorrisi.
《Dovresti spostarti un po'》
In pochi secondi le grate caddero a terra. Infilai la mano attraverso il vetro incurante delle schegge. Presi il lucchetto e lo strinsi nel pugno e aprii la finestra con uno scatto.
"Scegli se restare
Oppure se andare.
La dea ti lascerà partire,
Ma così entrambe dovrete patire.
Non devi rinunciare
Se vuoi ricominciare"
Aprii gli occhi di scatto e vidi che gli altri erano saliti. Si, potevo vedere. Ma basta perdere tempo. Mi alzai.
《Andiamo, prima che Astrea cambi idea》
Portai tutti fuori dal palazzo e iniziai a correre.
《Dove andiamo?》chiese l'angelo.
《Vuoi la verità o una bella bugia?》
《Non lo sa》disse Damon al mio posto.
《Per ora conta solo allontanarci da qui, poi penserò al resto.》
Astrea non mi aveva fermata. Aveva sentito cosa avevo detto a Damon? Probabile. Ma cosa voleva dire quella filastrocca? Ho scelto di andarmene e Astrea me lo ha permesso. Ma il resto? Mi guardai attorno. Dove potevo andare?
《Astrea manderà qualcuno a riprenderci?》chiese l'incantatrice.
《No》dissi secca. Non ci avrebbe cercati, non se ciò che credevo era vero.
《Per quanto abbiamo corso?》chiesi.
《Intorno ai 50 km》
Bene. Uno dei vantaggi di essere come dei era proprio questo. Ma io iniziavo ad essere stanca e ad avere il fiato corto.
《Cosa stai aspettando?》mi chiesero.
Non mi ero accorta di essermi fermata di colpo.
《Io non... dobbiamo fermarci per un po'》
Non capivo perché, ma sapevo che qualcosa non andava. Forse ero io? Mi sentivo strana. Cosa stavo aspettando? Forse ero solo in attesa di un cambiamento.
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Descendants - La Maledizione di Astraea
FantasyUna dea Un'umana Una maledizione Quando il mondo cambia attorno a te e niente è più come prima, non puoi cavartela da sola e la bugia diventa l'unico modo per sopravvivere. Prima parte della serie "Descendants"