Capitolo XVIII - unica

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Portai tutti in una stanza completamente vuota, dove depositai con attenzione il mio corpo.
《Damon, rimetti la mia anima al suo posto》
《Bisogna che allontaniate le vostre anime, altrimenti potrebbero esserci errori.》
《Certo》
Feci quanto mi aveva detto e fu stranamente difficile. Mi sentii tirare fuori dal corpo ed essere accolta nel mio vecchio corpo. Mi spostai lentamente, assaporando quella bella sensazione.
《Alexis si riprenderà tra pochi minuti. Vegliate su di lei. Io tornerò presto.》dissi lasciando la stanza. Chiusi la porta a chiave e vi posi diversi incantesimi. Restai in ascolto.

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Mi svegliai poco dopo. Ero esausta. Ero in una stanza completamente bianca e vuota. Con me c'erano gli altri discendenti.
《Cosa...?》
Ricordai come eravamo arrivati lì, ma avrebbe dovuto esserci anche Astrea. Intuii che ci aveva chiusi dentro quando le sentii fare gli incantesimi. Mi buttai contro la porta sbattendo i pugni per la rabbia.
《Perché?》sbraitai.
《Ci sarà soltanto una dea qui, e quella sono io. E anche se ora la tua natura è cambiata tu sei sempre la testarda di prima. Ficcatelo in testa, farai quello che ti dirò di fare, né più né meno.》
Se ne andò senza aggiungere altro. Sbuffai frustrata e mi lasciai scivolare contro la porta bloccata.
《E adesso?》
《Due possibilità. Cerchiamo di uscire facendola arrabbiare oppure aspettiamo.》risposi acida.
《Cos'hai?》mi chiese Damon.
《Niente》
《Da quando sei diventata immortale sei cambiata moltissimo.》
《Sono migliorata parecchio》
《Io non credo》
《Questo non mi interessa. E non riguarda te. Se io mi comporto in un certo modo, questo riguarda soltanto me.》ribattei piuttosto seccata.
《Non credo che sarai così per molto》
《Ti sbagli, io sono così e questo non cambierà. Ora lasciami stare.》
Mi sedetti a gambe incrociate e chiusi gli occhi. Pensavo a cosa avrebbe potuto fare Astrea con noi. Me ne sarei andata appena ne avrei avuto modo, non potevo restare lì.
《E cosa pensi di fare?》mi chiese Damon. Lo fulminai con uno sguardo.
《Niente che ti riguardi》
《Sei stata tu a dire che Astrea si arrabbierebbe》
Ormai aveva attirato anche l'attenzione degli altri due.
《Vuoi andartene?》mi chiesero.
Sbuffai.
《Voi volete restare?》
《Non avrebbe senso andare via, ci riprenderebbe》
《Perfetto. Il discorso può considerarsi chiuso.》
《Perché insisti?》
《Io? Sei tu che non ti fai i fatti tuoi.》
Finalmente Damon tacque e io potei pensare in tranquillità. Fu mentre cercavo un modo di scappare che mi sentii tirare fuori dal mio corpo. Quando oltrepassai il muro protetto dagli incantesimi capii cosa stava accadendo. Arrivai nella stanza di Astrea. La dea era seduta sul letto e non si accorse della mia presenza. Mi avvicinai prudentemente, tentando di intuire le sue intenzioni. Ma niente, non potevo farlo.
Fui trascinata via, fino ad una stanza che mi pareva di conoscere, ma che non ricordavo. Un bambino parlava con una donna.
《Mamma, Alexis non tornerà vero? Siamo solo noi due adesso.》
《Non lo so tesoro, ma i demoni hanno detto che ha dovuto raggiungere gli dei.》
《Prima però hanno detto che lei era scappata proprio a causa loro. Cosa succede alla mia sorellina?》
Non vedevo bene i loro volti, ma avevo intuito che setessero parlando di me. Ma perché mi ha chiamata sorellina? Io non ho fratelli. Almeno, credo di no. Ma... non ricordo. I miei genitori? Niente da fare, non ne avevo memoria.
Venni riportata nella stanza di Astrea, dove la dea parlava con un custode.
《Non è possibile. Ora Alexis non mi serve più, sta divenendo un peso. Non è possibile che siamo ancora legate.》
《Mi dispiace, è così. Nonostante il suo compito sia finito, lei continua ad avere un ruolo fondamentale nei vostri confronti.》
《Questo significa che...》
Qualcuno mi stava chiamando con insistenza. Tornai nel mio corpo e inspirai profondamente, come se fino ad allora non avessi respirato.
《Alexis, mi senti?》
《Che vuoi Damon?》sbraitai.
《Non ti muovevi, non respiravi. Sembravi morta.》
《Come puoi ben vedere sono viva e vegeta. E come potrai presto constatare sono anche piuttosto arrabbiata perché mi hai interrotta.》
Mi alzai scura in volto vedendolo avvicinarsi.
《Non mi fai paura, Alexis. Potrai anche sembrare malvagia ma in realtà non lo sei.》
《Mi sottovaluti》
《Affatto. Sei tu che ti sopravvaluti.》
Gli lanciai uno sguardo di fuoco e mi allontanai, sentendomi a disagio così vicina a lui. Perché?
La voce della dea ci fece trasalire tutti.
《Vi starete chiedendo perché siete chiusi in questa stanza. Voi siete i discendenti, avete grandi poteri. Poteri che non devono essere nelle mani sbagliate. Prima di lasciarvi andare devo essere sicura di potermi fidare di voi. Di tutti voi.》
"Sottomettiti. Piegati alla mia volontà. Scappare è inutile, ovunque andrai io ti troverò. Sei un pezzo prezioso nella mia collezione, non ti lascerò andare così facilmente. Piegati alla mia volontà Alexis, io posso darti tutto ciò che desideri. Devi solo obbedire e verrai ricompensata a dovere."
Mi cedettero le ginocchia e mi ritrovai a terra, con la testa tra le mani. Vedevo dei volti famigliari, ma non capivo a chi appartenessero. La testa mi scoppiava. Scaricai tutta la mia frustazione sulla porta, che però non si scalfì minimamente. Damon mi si avvicinò.
《Credo che dovresti darle ascolto》
《Nessuno ti ha interpellato, sparisci.》
《Sai anche tu che ha ragione》
Mi toccò una spalla e io lo spinsi via rudemente.
《Non giocare con il fuoco》lo avvertii. In tutta risposta lui mi guardò arrabbiato e mi spinse contro la parete.
《Cerco di aiutare》
《Non voglio il tuo aiuto》
《Non mi interessa cosa vuoi. Non mi minacciare, perché so essere pericoloso quanto e più di te.》
Sistemò la mani ai lati della mia testa e mi guardò intensamente negli occhi. Non mi ero mai accorta di quanto fossero belli, di una tonalità di azzurro che pareva rispecchiare il mare. Mi stavo perdendo. Scossi la testa per allontanare quei pensieri ridicoli. Damon sorrise.
《E così ti piacciono i miei occhi?》
《Scordatelo》
Si avvicinò ancora, avevo il volto a un nulla dal suo collo. Inspiegabilmente chiusi gli occhi. Mi sollevò il mento con due dita e accostò le labbra al mio oracchio.
《Ricordati questo momento. Non puoi negare l'evidenza, ti ho sconfitta senza fare niente. Cosa farai contro Astrea?》
Senza aspettare la mia risposta si allontanò. Mi sentivo pesante e mi sedetti a terra nascondendo il viso. Ero ancora stordita e confusa. Cos'era appena successo? Damon mi aveva bloccata senza incontrare nessuna resistenza da parte mia. Forse... No, non dovevo nemmeno pensarci. Dovevo allontanarmi da Astrea e dovevo farlo presto.

Descendants - La Maledizione di AstraeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora