Gli dei entrarono nella cella, erano tutti e tre. Quanto tempo era passato da quando ero lì dentro? Un giorno, cinque, una settimana? Avevo perso la cognizione del tempo. Mi guardavano senza aprire bocca, semplicemente mi osservavano, attenti ad ogni movimento. Era strano, aspettavano qualcosa, ma non sapevo che cosa.
《Cosa volete?》
《Il demone può servirci》
《Non lo so. Ma siamo sicuri di ciò che ha detto?》
《No, ma se avesse ragione non potremmo rimediare.》
《E come lo capiamo?》
《Diamo tempo al tempo. Presto sarà costretta ad accettare.》
《Sta tramando qualcosa, sa che l'umana è debole. Se volesse sfruttare la situazione per completare la trasformazione?》
Parlavano tra di loro ignorandomi.
《In tal caso dovremmo affrettarci》
《Sì. Chi usiamo come cavia?》
《Il suo amico sarebbe perfetto》
《Oppure c'è un altro modo》
《Quale?》
《Se blocchiamo Astrea nella sua mente non potrà agire su altri soggetti. Di conseguenza la ragazza non sarebbe più sacrificabile per lei.》
《Sai già come fare?》
《Ho bisogno soltanto di alcuni minuti con lei》
Phylis e Niehl uscirono dalla cella e restò solo Lhokar. Non so cosa accadde, a me non sembrava che fosse cambiato qualcosa. Poco dopo lui uscì e i due fratelli rientrarono. Le loro espressioni erano inquietanti, mi fecero rabbrividire. Mi liberarono dalle catene e mi portarono in una sala molto vasta, piena di oggetti che non riuscivo ad identificare. Mentre mi bendavano gli occhi iniziai a dimenarmi, ma ero impotente nelle loro mani. Allora mi affidai completamente ad Astrea perché avevo paura, ero terrorizzata. E il fatto di non poter vedere non migliorava la situazione. Mi spinsero a terra.
《Tutto qui? Nostra sorella ti da i suoi poteri, ma tu non sei capace nemmeno di stare in piedi. È uno spreco.》
Mi rialzai senza ascoltarlo. Di nuovo fui lanciata in aria e finii contro un muro.
《Perché non smetti di giocare? Ora dobbiamo pensare al metodo giusto.》
《Suvvia Niehl. Sappiamo entrambi che Astrea se lo merita. E non ci divertiamo da molto tempo.》
《Sì, forse hai ragione.》
Mi appesero al soffitto per le braccia e le gambe e iniziarono a torturarmi. Gridavo mentre il ferro bruciava la mia pelle. Mi agitavo e più mi muovevo, più le ferite mi facevano male. Dopo un po' mi lasciarono riprendere fiato, ma solo per pochi istanti. Subito ripresero a ferirmi con delle lame.
《Allora, Astrea, perché non ti unisci a noi? Sai bene che noi tre siamo i più abili. Forse non hai capito fino a che punto siamo disposti a spingerci?》
《Questo sta diventando noioso, dovremmo passare ad altro.》
Mi lasciarono cadere e io cercai di scoprirmi gli occhi. Mi bloccarono le mani dietro la schiena. Ad ogni colpo che ricevevo invocavo Astrea, ma anche se lei provava lo stesso mio dolore non intervenne, non mi disse nulla. Continuavano a torturarmi. Più volte fui sul punto di svenire e gli dei si fermarono per alcuni minuti finché mi riprendevo. Ero stanca, volevo solo riposarmi, ma loro non mi davano tregua. Mi fecero affondare in una vasca d'acqua, arrivando quasi a farmi affogare. Ripetevano la stessa tortura più e più volte e quando si stancavano cambiavano strumenti.
Ero stanca, esausta. Così debole che avevo smesso di oppormi e di urlare, volevo solo dormire.
Di colpo tutto il dolore svanì, ma sapevo per certo che gli dei non si erano fermati. Era come se fossi uscita dal mio corpo e vedessi tutto dall'esterno. Mi allontanai seguendo l'istinto, senza una meta precisa. Arrivai davanti a Lhokar, che parla a con il demone.
《È cambiato qualcosa in lei?》
《No. Niente di nuovo, solo alcuni pensieri. Però continua a fidarsi ciecamente di Astrea.》
Aspetta. Cosa? Può sentire i miei pensieri? Com'era possibile?
《E non hai trovato il modo per farle cambiare idea?》
《Astrea l'ha già influenzata troppo, non credo che sia recuperabile》
《Non è ancora irrecuperabile. Se vedesse come sono andate davvero le cose... ma non mi ascolterebbe.》
《Ma crederebbe ad Astrea》
《Lei non glielo mostrerà mai》
Mi spostai fino alla stanza di mia madre.
《Mamma, perché Alexis è andata via?》
《Non lo so piccolo. Forse è con papà.》
《Non torneranno, ci hanno abbandonati》
《Non dire così. Sai che ci vuole bene.》
《E allora perché ha scritto quel biglietto e non ci ha nemmeno salutati? Voleva andare via.》
Biglietto? Sono stata portata via e non ho certo lasciato biglietti. Entrai nella stanza dei miei zii.
《Perché ha scritto quel biglietto? Non può essere andata al tempio.》
《Ah, no? È già stata lì. Ormai dobbiamo accettare che ci abbia lasciati per servire gli dei.》
《Gli stessi dei che hanno ucciso suo padre. Dovrebbe vergognarsi.》
Cosa? Cos'avevano fatto i demoni?
Di colpo mi ritrovai davanti ad una villa enorme e vi entrai. Doveva essere il palazzo di Astrea. Mi spostai in una sala quasi deserta, una porta era sorvegliata da... non sapevo definirli. Attraversai la parete, ormai avevo capito che non potevo toccare nulla né essere vista o sentita. Mi trovai in un luogo molto strano. Avevo davanti un portale con una frase incisa sopra. Diceva:
Un segreto qui è celato
E non può essere svelato.
Nel buio più fitto è protetto
In un luogo ai mortali interdetto.
Se vorrai lo scettro,
Spirito maledetto,
Affronta la paura
E dimostra di esser pura.
Troverai la verità
E questa ti distruggerà.
Mi sentii tirare via, fino a tornare nel mio corpo. C'erano anche Lhokar e il demone. Appena ripresi il controllo del corpo tornò anche il dolore.
《Cosa c'è?》chiese Phylis.
《Ho capito cosa dobbiamo fare》
《Cioè?》
《Ucciderla. Se Astrea non può lasciare il corpo in quel momento, morirà anche lei.》
Cosa? Astrea, rispondimi! Cosa faccio?
"Non lo faranno"
《Astrea crede che non lo farete》
《Astrea si sbaglia》
Mi spostarono. Una lama affondava lentamente nel mio ventre. Astrea ti prego!
"Va bene"
《Basta》
《Perché dovremmo fermarci?》
《Perché posso portarvi il suo scettro, so dove si trova.》
《Come sappiamo che non stai mentendo?》
《Fate come v-volete. Potete continuare e Astrea troverà un'altra p-persona. O p-potete ascoltarmi.》
Estrassero la lama e portai le mani sulla ferita.
《Dicci dove si trova》
《Chi mi garantisce che n-non mi lasciate m-morire?》
《Non morirai per questa ferita. Preparati a partire.》
《Non sono nelle condizioni di recuperare lo scettro. Datemi un giorno per riprendermi.》
《Va bene, ma non più di sei ore. Portala nella cella e curala. Occupati di lei.》
Il demone mi tolse la benda e mi prese tra le braccia, portandomi di nuovo nella piccola cella. Per prima cosa mi curò la ferita.
《Sei pazza, lo sai?》
《Perché?》
《Hai aspettato così a lungo che ormai cercavano altri modi per distruggere Astrea, e alla fine scoprono che sapevi anche la posizione dello scettro.》
《Non cambia nulla》
《Ti saresti risparmiata tutte le torture》
《Ma una volta portato a termine il lavoro mi avrebbero uccisa》
《No》
《Sii serio. Quando avrò consegnato lo scettro sarò una minaccia per loro, quindi dovranno eliminarmi.》
《Non sembri spaventata》
《Non dovresti giudicarmi senza conoscermi. Non sono diversa da tutti gli altri. Hai visto e hai sentito i miei pensieri. Certo che ho paura, ma non posso darlo a vedere. Voglio solo essere normale, ma questo non lo capisce nessuno.》
《In che senso?》
《Se accontento Astrea, forse lei mi toglierà questi poteri. Non mi interessa essere come lei o affrontare gli dei. Io voglio solo essere me stessa, con la mia famiglia e i miei amici, fuori da questa follia.》
《Davvero? Rinunceresti ai poteri di una dea e alla vita eterna?》
《Io non ho mai voluto ciò. E che senso ha vivere in eterno se quelli che ami sono mortali? Il potere è grande, ma a causa sua io ho perso il contatto con la realtà.》
Il demone era sorpreso.
《Ah! Attento》
Lui ritrasse la mano.
《Ci vorrebbe un miracolo per riabilitarti》
Lo guardai interrogativo.
《Sei messa male.》
《Quanto tempo è passato da quando mi avete portata qui?》
《Trentasei giorni》
Chiusi gli occhi.
《Per quanto mi hanno torturata?》
《Tredici giorni》
《Puoi portarmi qualcosa da mangiare?》
Mi mise le catene, anche se sapeva che erani inutili. Sospirai mentre lui si alzava e usciva. Finalmente potevo riposarmi senza preoccuparmi degli dei, senza pensare a nulla.
Ma presto terminarono le sei ore e gli dei mi fecero chiamare. Insieme a me c'era Dan e quattro demoni, tra cui ovviamente quello che mi seguiva da giorni.
《Hai un giorno per portarci lo scettro. Fai un passo falso e i demoni distruggeranno te e il tuo amico.》disse Niehl.
"Un giorno non basterà" intervenne Astrea.
《Ho bisogno di una settimana》
《È troppo》
《Non esiste altro modo. I demoni mi seguiranno, no? Forse non vi fidate di me ma loro vi riferiranno tutto.》
《E sia. Ora andate.》
《Dove?》mi chiese il demone.
《Davanti al palazzo di Astrea》
Ci portò dove gli avevo detto. Entrai e guidai gli altri per le sale dell'edificio. I passanti ci guardavano in modo strano, forse perché i demoni ci puntavano contro dei pugnali?
《Mettete via le armi》sussurrai.
《Scordatelo》
《Non vogliamo trovarci contro tutti i servi di Astrea. Dobbiamo passare inosservati. Quale guardia lascerebbe passare dei demoni armati?》
《Guardie?》
《Pensavi che non ce ne fossero?》
I demoni si arresero e riposero le armi, continuando però a tenerci d'occhio. Più avanzavamo, più i passanti diminuivano. Arrivammo in una sala deserta e mi fermai davanti ad una porta sorvegliata da due guardie.
《Brava. E ora come dovremmo fare a passare?》
《Semplice. State fermi e lasciate parlare me.》
Il demone era riluttante ma mi lasciò fare. Io avanzai decisa finché le guardie npn mi sbarrarono il passaggio.
《Gli impuri non possono entrare》mi dissero.
"I simboli. Devi mostrarli." disse Astrea. Io mi alzai le maniche mostrando i simboli sulle braccia.
《Sono qui per volontà di Astrea, perché mi ha incaricata di recuperare per lei un oggetto》
Loro controllarono attentamente le mie braccia.
《Sì, stai dicendo il vero. E loro chi sono?》chiese poi guardando il gruppo dietro di me.
《Sono con me. Mi devono accompagnare.》
《Capisco l'umano, ma i demoni?》
《Lo so, è strano. Ma non dipende da me.》
《Va bene, ma tienili sotto controllo.》
《Sì. Grazie.》
Aprirono la porta e io fui la prima ad entrare, seguita dal resto del gruppo. E appena tutti avemmo varcato la soglia la porta si richiuse con uno scatto.
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Descendants - La Maledizione di Astraea
FantasyUna dea Un'umana Una maledizione Quando il mondo cambia attorno a te e niente è più come prima, non puoi cavartela da sola e la bugia diventa l'unico modo per sopravvivere. Prima parte della serie "Descendants"