Capitolo XI - tradimento

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Sono passate diverse settimane, ma non è cambiato niente. I demoni sembravano essersi calmati e non mi avevano più detto nulla.
Scesi dal melo per fare cena, ma cadendo mi presi una storta. Notai che Dan si era avvicinato ai demoni e senza farci caso ascoltai la loro conversazione.
《Ha solo tre simboli》
《Non è cambiato niente》
《Gli dei hanno fretta》
《Sto già rischiando grosso, non posso fare più di così》
《Hai deciso tu di aiutarci》
《Sì. Quando li rivedrò?》
《Accontenta gli dei e tornerai da loro》
Non potevo crederci. Mi alzai e raggiunsi di corsa la mia stanza. Mi buttai sul letto e ripensai a tutto il tempo passato con lui, tutto ciò che gli avevo confidato. Credevo di potermi fidare di lui. Non pensavo che avrebbe potuto fare qualcosa contro di me. Ero nervosa e non sapevo cosa fare, così mi feci uma doccia veloce. Ma nemmeno l'acqua calda poteva sciogliere la tensione dei miei muscoli. Finalmente Dan tornò nella stanza e venne a baciarmi, ma io lo respinsi.
《Cosa succede?》
《Dimmelo tu. Spiegami perché mi fai questo.》
《Di cosa stai parlando?》
《Non fare il finto tonto, sai che non lo sopporto. Perché li aiuti?》
《Non è colpa mia, ho fatto solo quello che dovevo》
《Davvero? Quindi dovevi prenderti gioco di me? Dovevi fingere di amarmi? Dovevi tradire la mia fiducia? È questo che volevi? Ferirmi? Sono stanca di essere usata.》
Tentò di avvicinarsi ma io lo spinsi via con tutta la mia forza.
《Hai frainteso tutto》
《Sul serio? Hai anche il coraggio di prendermi per scema? Ho sentito tutto oggi, non capisco come non me ne sono accorta prima. Mi hai sempre presa in giro, per te era solo un gioco. Non ti avvicinare, hai capito? Stammi lontano.》
《Alexis! Io non...》
《Non ci provare. Hai avuto tanto tempo per parlare, ora non voglio sentire una parola. Vai a strisciare dai demoni, racconta cosa è successo. Non hai fatto altro da quando siamo qui. Vattene e lasciami stare.》gli gridai contro. Dopo alcuni istanti uscì e io scoppiai in lacrime. Non riuscivo più a smettere. Affondai il volto nel cuscino e mi addormentai, stremata.

《Nessuno è come sembra. Ti avevo avvertita, ti sei fidata della persona sbagliata. Ora ascoltami, e io ti guiderò. Sei distrutta, ma non puoi lasciarti consumare dal dolore. Prendi la tristezza e trasformala in rabbia, accogli il potere dell'odio.》
Non riuscivo a trovare la fonte della voce.
Poi l'immagine cambiò. Ero davanti agli dei, un demone mi teneva ferma.
《Sono cinque. Ha quasi tutti i simboli.》
《E quando ci sarà anche l'ultimo?》
《Credo che diventerà esattamente come Astrea e sarà immortale.》
《No. Deve portarci lo scettro!》
《Se non collabora?》
《Astrea non è mai stata molto furba. Cambierà idea molto presto.》
I tre dei sorrisero e io rabbrividii.

Una voce attirò la mia attenzione, facendomi svegliare.
《Alexis, ti prego ascoltami》
Tenni gli occhi chiusi, non volevo vederlo.
《Ho parlato con i demoni》
《Perché me lo dici? mon mi interessa quello che fai, per me potresti anche morire. Non mi interessa. Lasciami.》
《Devi saperlo》
《Già. Forse avrei dovuto sapere anche che mi hai tradita, ma quello non me lo hai detto. Non vedo la differenza.》
《Hanno detto che arriveranno a te lo stesso, ma per te sarebbe stato meglio non scoprirmi》
《Meglio? È meglio che lasci perdere. Dovete lasciarci stare, hai capito? Dovete starci lontano, il più possibile.》
《Alexis...》
《No! Non hai capito? Non voglio più avere niente a che fare con te. Sei solo un codardo.》
Solo allora lui si allontanò da me. Io mi voltai verso il muro e cercai di riprendere sonno, ma senza risultati. Non riuscivo a dormire con Dan nella stessa stanza, non riuscivo a pensare ad altro che al suo tradimento. Iniziai a contare i miei respiri, senza accorgermi del dolore sempre più forte alle braccia.

Qualcuno bussava alla porta con insistenza, quindi mi alzai e andai ad aprire. Mi ritrovai davanti un demone.
《Vogliamo parlare con te》
《Io non voglio ascoltarvi》
《Non si tratta di cosa vuoi tu. Puoi seguirmi oppure posso invitare tuo fratello ad unirsi a noi.》
Senza dire una parola lo srguii fino ad una stanza molto angusta bene illuminata. Al suo interno c'erano già alcuni demoni, circa sei o sette. Mi scoprirono entrambe le braccia e anche io mi stupii nel vedere cinque simboli quasi luminosi. Intorno alle linee la pelle era rossa, quasi livida.
《Cinque? È impossibile, è troppo presto.》
《Cosa significa?》
《Vai subito ad avvisare gli dei》
Uno dei demoni scomparve. Mi tornò in mente per un istante il sogno di quella notte e spalancai gli occhi.
"Attenta. Il momento è vicino, prendi il dolore e fanne la tua forza." mi disse Astrea.
《Da quando li hai tutti e cinque?》
《Non lo so》
《Come hai saputo del tuo amico?》
Iniziai ad agitarmi.
《L'ho sentito parlare con voi ieri sera》
《Sei ancora in contatto con Astrea?》
《Tu sei così stupido? Sul serio devo dirtelo io?》
"Cosa fai?" Chiese Astrea.
《Nervosetta》sussurrò uno ridacchiando. Io lo fulminai con uno sguardo, stupendolo.
《Meglio se ti calmi》
"Non agitarti. Mostri la tua debolezza, devi essere calma e inespressiva."
Presi alcuni respiri profondi.
Il demone che prima era sparito tornò e riferì velocemente gli ordini degli dei.
《Hanno detto di portarla da loro, stando attenti. Non deve avere contatti con altri al di fuori di noi. Prendete anche il ragazzo che vi ha dato informazioni. Vogliono che andiate a palazzo con l'auto, devono avere il tempo di discutere.》
《È tutto?》
《Sì》
《Mandate qualcuno a recuperare il ragazzo, il porto lei all'auto. Ci vediamo lì tra dieci minuti.》
Il demone mi portò fuori dalla stanza, sul retro dell'edificio. Mi fece salire sul retro di un minibus nero e mi intimò di non muovermi. Rimasi in attesa, ripensando alle ultime parole del mio sogno. Cosa faranno per avere la mia collaborazione?
《Non so cosa fare. Ti prego, aiutami》sussurrai rivolta ad Astrea. Purtroppo il demone era molto vicino e sentì.
《Con chi parli?》
《Non ho detto nulla》
《Ho sentito bene. Con chi parli?》
《Nessuno. Penso ad alta voce.》
《Io invece credo che stessi chiedendo aiuto ad Astrea. Ho ragione?》
"Non rispondere a nessuna domanda, mai. Cercheranno di farti impazzire, di indurti a servirli. Non devi cedere finché non te lo dirò io. Io e i miei fratelli vogliamo la stessa cosa. Ma se la darai a loro verrai uccisa, se la consegnerai a me avrai vita eterna, questo è il tuo premio." Disse Astrea. Io annuii impercettibilmente. Non mi interessava la vita eterna, volevo solo una vita normale.
《Posso farti una domanda?》sussurrai ad Astrea.
"Dimmi"
《Riguarda la visione che ho avuto prima di lasciare il tempio. Mio padre è morto?》
Il demone mi guardò in modo strano, stupito.
《Ti rivolgi alla dea in questo modo?》
《Cosa c'è di strano?》
《Le dai del tu... fai richieste. Nessuno oserebbe rivolgersi agli dei in questo modo.》
Mi si rovesciarono gli occhi e persi conoscenza.

Era il giorno in cui sono stata portata nel tempio, quando tutto è cambiato. C'era la mia famiglia e molti altri abitanti del quartiere, davanti a loro delle ninfe. Mio padre era molto religioso, non avrebbe mai accettato l'esistenza degli dei. Lo vidi farsi avanti con il crocifisso in mano, intento a cacciare le ninfe. Accadde tutto in un istante: la ninfa tese il braccio e mio padre cadde a terra privo di vita. La mia famiglia urlava, piangeva, mia madre era corsa da lui, ma non poteva fare niente. Mio fratello non c'era, era a scuola.

Mi risvegliai di colpo, mi guardavo intorno disorientata. Una sola lacrima sfuggì al mio controllo e scese bollente lungo la guancia.
《Cos'hai?》
Non risposi. Strinsi le ginocchia al petto e vi appoggiai la testa.
《Grazie》sussurrai.
Arrivarono altri tre demoni con Dan. Non lo degnai di uno sguardo, in quel momento volevo solo ricordare mio padre, nient'altro. Volevo solo fingere che tutto ciò fosse un brutto sogno, non volevo crederci. Però non c'erano alternative, qulla era la realtà. Mio padre era morto e io ero sola contro gli dei, sola contro il mondo. Tutti avevano paura di loro, perciò obbedivano. Io però non potevo farlo, perché ero fedele ad Astrea, non temevo gli dei, temevo la dea.

Descendants - La Maledizione di AstraeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora