Kellin's pov.
Quello stronzo del prof di chimica aveva buttato fuori dalla classe per un semplice commento. La gente non sta stare più agli scherzi. Iniziai ad aggirarmi per i corridoi e da uno dei bagni vidi uscire Mike Fuentes e i suoi due leccapiedi, ridere come se non ci fosse stato un domani. Non era un buon segno, iniziai a correre verso il bagno e rischiai di cadere per terra mentre oltrepassato la porta. Vidi un ragazzo magro steso atterra, aveva lividi e tagli sulle parti lasciate scoperte dai vestiti. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e appena mi vide entrare chiuse gli occhi. Mi inginocchiai di fianco a lui e lo spostai sulla schiena in modo da vederlo in volto e lo riconobbi subito. Era Alex Gaskarth, il ragazzo gay del terzo anno sempre solo e deriso da tutti. Non avevo idea che fosse anche quei bastardi arrivassero anche alle mani. Iniai a chiamarlo per svegliarlo ma probabilmente aveva perso i sensi. Povero era messo proprio male. Gli misi un braccio sulla schiena e uno sotto le ginocchia per poterlo sollevare, mi diressi fuori dall'edificio e andai alla mia auto. Aprì lo sportello del passeggero e ci adagia il corpo immobile di Alex. Gli all'acciaio la cintura e chiusi lo sportello. Salì a mia volta e mi diressi verso casa mia. Avrei potuto portarlo in infermeria ma per qualche motivo non lo feci. Ero certo che non fosse la prima volta che gli succedeva una cosa del genere, ma non è mai andato in infermeria per farsi aiutare, lo sapevo perché ero quasi sempre li per via delle risse in cui mi immischiavo ogni volta e l'infermiera era diventata un'amica ormai. Entrai nel vialetto di casa mia e parcheggiati, tirai fuori Alex dalla auto e lo portai dentro casa, facendo un po di fatica a prendere le chiavi per aprire la porta. Adagiai Alex sul divano, poi andai in bagno per prendere la cassetta del pronto soccorso. Tornai in salotto e iniziai a disinfettargli tutti i tagli sul viso, per poi passare alle braccia. Gli tirai su le maniche e rimasi a bocca aperta. Erano coperte da cicatrici e tagli, alcuni ancora freschi e sanguinanti. Non sapevo che pensare, non era giusto che un ragazzo di quasi sedici anni stesse così male. Volevo aiutarlo ma non sapevo come, solo non potevo lasciarlo e far finta di niente. Finì di mdicarlo e gli fasciai i tagli, presi una coperta e gliela misi addosso. Mi sedetti sul tavolino di fronte a lui aspettando che si svegliasse.Alex's pov.
Mi svegliai non so quanto tempo dopo, ma non mi ci volle molto per realizzare che non ero più sul pavimento del bagno. Ero su un divano con una coperta addosso, notai le fasciature. Spostai lo sguardo e vidi un ragazzo familiare, probabilmente andava nella mia scuola. Mi misi a sedere e mi schiacciai contro lo schienale per allontanarmi il più possibile. Appena notò che ero sveglio tirò un sospiro di sollievo.
"Meno male che stai bene! Quando ho visto quei bastardi uscire dal bagno ero sicuro qualcosa non andasse. Oh comunque non devi avere paura di me, non ti farò del male. Io sono Kellin Quinn, non so se mi conosci andiamo a scuola insieme ma io sto un anno avanti a te" disse il suo monologo senza fermarsi, e io lo guardai per tutto il tempo con un po di paura. Mi sorrise sinceramente e mi rilassai un po.
"Io sono Alex, ma a quanto pare lo sai già..." dissi a voce bassa. "Si, ti ho portato qui perché non sapevo dove altro portati sinceramente, spero non sia un problema" disse lui con un tono preoccupato. Scossi la testa. "Grazie. Appena lo scopriranno a scuola non sarà solo mio il problema però, lo sai?" dissi abbassando la testa. Appena lo avrebbero scoperto a scuola lui sarebbe finito in guai seri, e non era giusto, sembrava un ragazzo simpatico.
"Ah non mi interessa, non è giusto che tu venga trattato così per il tuo orientamento sessuale, nessuno se lo meriterebbe. E sappi che mi sembri un tipo apposto anche se è evidente che ancora un ti fidi ma credo proprio sia il minimo". Era vero, non mi fidavo, ma non era colpa sua. Non mi fidavo più di nessuno, nemmeno di me stesso.
Annuì senza alzare lo sguardo, e ricadde il silenzio. Iniziai a pensare al perché mi avesse aiutato e portato a casa sua, invece di fare finta di niente e andare via come hanno sempre fatto tutti. Senza rendersene conto diedi voce ai miei pensierpensieri.
"Per quale motivo mi hai aiutato e non hai fatto finta di nulla come tutti?" lui sorrise e poi iniziò a parlare.
"Te l'ho già detto nessuno merita questo. E poi sono contro la violenza e la discriminazione, siamo tutti esseri umani che devono imparare a vivere tra di loro accettando le diversità altrui. E poi sono stufo di vedere come tutti ti ignorano, a scuola sembra quasi che tu non esista. E se tu me lo permetti vorrei diventare tuo amico perché mi sembri davvero un ragazzo simpatico" disse l'ultima frase cogliendomi di sorpresa. Perché qualcuno vorrebbe essere mio amico? Magari c'è qualcosa dietro non so...
"Probabilmente stai pensando che lo sto facendo per pena, ma davvero Alex non è questo il motivo per cui siamo qui. Vorrei aiutarti e te lo dimostrerò" non so per quale motivo ma sembrava davvero sincero.
"Davvero non voglio che se la prendano anche con te, ti ringrazio per l'aiuto ma forse è meglio se non mi stai troppo vicino. Non ne valgo nemmeno la pena" gli dissi sperando di convincerlo. Ma a quanto pare avevo a che fare con un testardo perché scosse la testa in disapprovazione.
"Che tu lo voglia o no, ti starò vicino e diventerò tuo amico, ed è una promessa Alex" sorrisi e sentì le lacrime salirmi agli occhi. Per quanto cercassi di nasconderlo ero felice che a qualcuno importasse così tanto da volermi stare vicino e diventare mio amico, ma avevo comunque paura che i fosse altro sotto. Smisi di pensarci e catapultati addosso a Kellin abbracciandolo. All'inizio era probabilmente sorpreso mio gesto, loro anche io, ma ricambiò l'abbraccio.
"Grazie" dissi mentre alcune lacrime sfuggivano dai miei occhi. Strinse la presa attorno a me senza rispondere. Gli ero davvero grato.
Mi accompagnò a casa un paio di ore dopo, avevamo parlato tutto il tempo e ci stavamo conoscendo. Avevo scoperto che aveva 17 anni ed era al quarto anno, aveva una passione per la musica e mi disse che cantava un po. Scoprì anche che era bisex e gli piaceva un ragazzo di una delle sue classi. Questa scoperta mi aveva messo un po più a mio agio, mi faceva sentire meno diverso. Arrivato a casa le luci erano tutte spente, non c'era nessuno per fortuna. Salì in camera mia e mi cambiai.
Mi buttai sul letto e ripensa a tutto ciò che era successo quel giorno. Sembrava tutto finto, era tutto troppo bello per poter essere reale. Per una volta mi addormentati col sorriso.La mattina dopo, pensai che
Fosse tutto un sogno, che Kellin ci avesse ripensato. Infatti mi stupì quando sentì qualcuno chiamarmi, mi girai e lo vidi avvicinarsi a me.
"Hey tutto bene?" mi chiese. Non riuscì a trattenere un sorriso e annuì. Sorrise di rimando e mi chiese se volevo entrare con lui.
"Si andiamo" dissi ancora un po insicuro. Lui mi poggiò un braccio sulle spalle e entrammo così. Sentì tutti gli sguardi degli studenti puntati addosso.
"Grazie" dissi a Keln una volta davanti alla mia aula.
"Non dirlo. Ci vediamo a pranzo?" mi chiese e annuì per poi entrare in classe. Arrivò l'ora di pranzo in fretta, ed ero insia. Kellin voleva farmi conoscere i suoi amici e io non sono mai stato un tipo socievole. Mi incamminati verso la mensa ma sentì un braccio sulla mia vita e tirarmi nel bagno. Cercai di dimenarmi ma la stretta era troppo forte per me. La paura iniziò a farsi strada dentro di me, quando notai chi era l'altra persona. Indovinate un po? Proprio lui, Jack Barakat.
"Hey là Alex!" mi disse in un tono decisamente più dolce rispetto alle volte. Lo guardai confuso non ricambiando il saluto.
Alzò gli occhi al cielo e torno a guardarmi sempre tenendo quel bellissimo sorriso strafottente sulle labbra. Si questi erano i miei pensieri, ma hey che volete! Avevo la persona di cui ero innamorato da anni a pochi centimetri da me.
"Stai facendo una scansione?" mi chiese divertito sollevando un sopracciglio.
"Io- scusa" e abbassai lo sguardo, non mi ero accorto di essermi imbambolato a fissarlo.
"Non importa, se preferisci la prossima volta fai direttamente la foto quella resta per sempre" mi disse. Ero non confuso, ma di più. Perché si comportava in modo amichevole con me? E perché le sue mani erano ancora sui miei fianchi? Non che mi dispiacesse, era solo strano...
"Allora te la fai con Quinn?"
E cosa c'entrava Kellin? Ma perche mi doveva confondere così sto ragazzo?
"Cosa c'entra Kellin ora? Lascialo stare lui, per favore Jack" dissi iniziando a preoccuparmi.
"Woah calmati Lexy! Era semplice curiosità la mia, almeno ora non starai da solo" e l'ultima frase la disse abbassando il tono di voce quasi non volesse farmi sentire.
"Cosa?!" dissi con occhi sgranti.
"Niente. Ciao ciao piccolo Lex".✖✖✖ ma ciao! Ecco qua il capitolo. Vi aspettavate tutti che la persona ad aiutare Alex fosse Jack ammettetelo! Beh mi spiace ma mi serviva Kellin nella storia quindi si, non siate troppo delusi ma Jack sarebbe stato troppo scontato. Non ho riletto quindi non so se ci sono troppi errori. Beh ci vediamo al prossimo capitolo bye!
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Get Down On Your Knees And Tell Me You Love Me (Jalex)
FanfictionAlex e la sua famiglia si trasferiscono a Baltimora, dove lui e Jack diventeranno migliori amici. Ma dopo il suicidio del fratello, ci sarà sofferenza per Alex. È la mia prima Jalex, spero vi piaccia