Alex's pov.
Una settimana dal mio tentato suicidio.
Una settimana che non sentivo assolutamente nulla, ne rabbia, ne dolore, o felicità... Ero semplicemente apatico. Quando mi ero svegliato sul letto d'ospedale, la consapevolezza di non essere morto mi colpì in pieno.
La prima cosa che vidi fu il viso segnato dalle lacrime di Jack. In quel momento avevo sentito un forte senso di colpa, che coi giorni si era estinto completamente.
Probabilmente avrei dovuto fare di meglio per portare a buon fine le mie intenzioni. Ma a quanto pare non ero in grado nemmeno di fare una cosa tanto semplice quanto togliermi la vita.
Attualmente ero sul letto di Jack, mentre lui e sua madre discutevano di qualcosa. Ultimamente lo facevano spesso, probabilmente era qualcosa riguardo a me. Ero un caso così disperato.
Sentì la porta aprirsi e chiudersi, poi dei passi verso il letto e Jack che si sedeva di fianco a me.
"Tutto okay?" chiese lui. Non gli risposi, avevo smesso di parlare a meno che non fosse strettamente necessario e lui lo sapeva, per questo sospirò quando non ricevette risposta.
Si avvicinò di più e feci lo stesso, poggiando la testa sul suo petto e chiudendo gli occhi. Perché parlare quando ci si poteva godere di momenti come questo? Iniziò a passare le mani tra i miei capelli.
"Sai, il giorno che tuo fratello... Beh si lo sai. Prima che tu venissi a casa mia, tua madre aveva chiamato la mia e le aveva detto che tu avevi avvelenato Tom. Mia madre era scettica, ma mio padre ci credette e mi impedì di starti vicino altrimenti mi avrebbe mandato dai miei parenti in Europa. Non so perché ma quel giorno anche io credetti alle parole di tua madre, forse per paura di andare contro a mio padre, non lo so. Avrei dovuto lasciarti spiegare e invece ti ho solo reso la vita un inferno" disse di punto in bianco. Alzai la testa per vederlo con lo sguardo fisso in un punto e gli occhi colmi di senso di colpa. Ci misi un attimo per assimilare ciò che mi aveva appena detto, e provai a vedere le situazioni inverse. Probabilmente mi sarei comportato allo stesso modo pur di non farmi odiare da mio padre.
"Jack tu non hai colpa. Non potevi sapere cosa stava davvero succedendo. Se fossi stato al tuo posto credo che avrei fatto lo stesso..." lo rassicurai. Sinceramente non mi importava più perché si fosse comportato così, ma me lo aveva spiegato di sua volontà.
"Mi dispiace tantissimo" disse chiudendo gli occhi.
"Non esserlo" dissi alzandogli la testa e lui aprì gli occhi. "Solo prometto che non te ne andrai mai più" dissi con serietà, e paura. Paura che potesse ripensarci e cambiare idea su di noi, e andarse un altra volta.
"Te lo prometto Alex, io non me n me vado ora sei bloccato con me" sorrise, finalmente, questo era il mio Jack sempre col sorriso furbo.
Sorrisi di rimando e mi allungai a baciarlo.-
Il ritorno a scuola non fu molto piacevole. A parte per Rian, Zack e ovviamente Jack, la scuola intera rideva e bisbigliava ogni volta che passavo. Era davvero stressante come cosa.
"Ma guarda un po chi è tornato! Ciao Gaskarth ti sono mancato?" sentì dire da una voce fin troppo conosciuta per venire girato e sbattuto violentemente contro gli armadietti dietro di noi.
"Mh nah non rispondere. Sai cosa? Quando ho saputo che avevi tentato il suicidio speravo che non ti avrei mai più rivisto, ma come vedo mi sono illuso. Oh beh vorrà dire che ora renderò le cose più divertenti" disse Mike Fuentes sorridendo bastardo.
"Che piacere vero?" dissi sarcastico, non sapevo nemmeno io da dove usciva quella confidenza. Probabilmente ero davvero arrivato a un punto limite anche io.
"Ma allora sai parlare!" rise lui, e sentì alcuni studenti intorno alla scena fare lo stesso. Molto maturi, mettersi in cerchio a guardare la scena invece di fare qualcosa per aiutare. Bella nuova generazione. Mi dimenai cercando di liberarmi dalla presa di Mike, ma quello mi diede una gomitata nello stomaco che mi fece piegare in due. Scivolai sugli armadietti fino a rannicchiarmi per terra, con le lacrime che minacciavano di uscire.
"Vedo che non sei furbo per niente" disse Mike tirandomi su la testa per i capelli.
"Sei patetico, avresti dovuto pianificare meglio il tuo suicidio. La prossima volta se vuoi ti aiuto io" disse ancora per poi sferrarmi un pugno in pieno volto.
"SIGNOR FUENTES!" sentì la professoressa Pope. Alzai la testa e la vidi con un espressione infuriata, e dietro di lei vidi Jack, Rian e Zack.
Girai lo sguardo di nuovo su Mike, che aveva un espressione terrorizzata mentre la professoressa lo trascinava in presidenza.
Ero bloccato, non riuscivo ad assimilare ciò che era appena successo. Sentì una mano nella mia e girai la testa trovando Jack sorridente.
"Tutto okay Lex?" chiese controllando.
"Si, grazie" dissi saltandogli al collo e abbracciandolo. Quando mi staccai alzai lo sguardo verso Rian e Zack e gli sorrisi riconoscente.-
"Abbiamo ritenuto che fosse giusto allontanare il signor Fuentes, quindi abbiamo contattato i genitori e deciso di trasferirlo in un altra scuola. Da oggi non avrei più problemi di bullismo Alex" mi disse la signorina Pope affiancata dal principale. Strinsi forse troppo forte la mano di Jack e sgranai gli occhi, che inutile dirlo, ma erano pieni di lacrime.
"D-davvero?" chiesi incredulo. Loro annuirono causandomi di girarmi di scatto e saltare addosso a Jack. Lui traballò un attimo, e appena stabilizzò l'equilibrio mi strinse il più forte possibile mentre io piangevo rumorosamente nella sua felpa.
"È f-finita Jay, nei i miei genitori ne Mike possono fare più nulla" dissi non credendoci davvero.
"Te lo avevo detto che sarebbe finita" rispose. Mi staccai e gli presi il viso tra le mani e lo baciai fregandomene dei presenti.
Mi staccai per riprendere aria e attaccati la fronte alla sua.
"Ti amo Jack"
"Ti amo Alex".✖✖✖ e nulla manca solo l'epilogo (: *piange*
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Get Down On Your Knees And Tell Me You Love Me (Jalex)
FanfictionAlex e la sua famiglia si trasferiscono a Baltimora, dove lui e Jack diventeranno migliori amici. Ma dopo il suicidio del fratello, ci sarà sofferenza per Alex. È la mia prima Jalex, spero vi piaccia