Chapter 7

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Jack's pov.
Andai nella direzione dove avevo visto sparire Fuentes senza farmi sentire. Sentì delle voci provenire dal bagno e le seguì. Varcai la porta e mi ringraziai da solo per aver deciso di seguirli. Mike era addosso ad Alex, e gli tirava pugni a raffica mentre quest'ultimo era rannicchiato sul pavimento cercando di coprirsi il più possibile dai colpi ricevuti. Non ci pensai due volte e mi buttai addosso a Mike spingendolo lontano dal corpo di Alex, ritrovandomi esattamente in mezzo ai due. Notai con la coda dell'occhio un Alex decisamente scioccato. Mike si rialzò e sgranò anche lui gli occhi quando notò chi era stato a spingerlo.
"Barakat che cazzo stai facendo? Sei impazzito?" mi chiese lui alzando la voce e gesticolando con le braccia.
"Devi stare lontano da Alex" gli dissi guardandolo dritto negli occhi per fargli capire che non stavo scherzando.
"Come? Ora lo difendi? Proprio tu?" mi chiese con una risata.
Non mi mossi dalla posizione in cui ero e rimasi serio continuando a guardarlo negli occhi.
"Non credo siano affari tuoi cosa faccio" continuai a fronteggiarlo.
"Oh andiamo Jack spostati e lasciami finire ciò che ho cominciato, a meno che non voglia continuare tu" a questa affermazione senti Alex, ancora a terra, agitarsi. Dovevo impedire a questo bastardo di fare ancora del male al mio Alex.
"Ti conviene andartene e lasciarlo stare" ripetei con più determinazione sta volta.
"Altrimenti" mi disse in tono di sfida avvicinandosi.
"Non mi sfidare" dissi. Stavo cominciando a perdere la pazienza.
Vidi Mike tirare uno sguardo ad Alex, e capendo le sue intenzioni lo precedetti, afferrandolo per il braccio mentre cercava di aggirarmi e lo scaraventai sul pavimento mettendomi addosso a lui in modo che non potesse muoversi.
"Ti ho detto, di lasciarlo stare" dissi a denti stretti, continuando a tenerlo bloccato mentre si dimenava. "E ora sparisci" gli dissi dandogli un pugno sul naso. Lo rialzai spingendolo verso la porta.
"T-te ne pentirai Barakat" mi avvertì gemendo dal dolore portandosi una mano sulla parte colpita.
"Me lo hanno detto altre volte" e con questo lo guardai mentre se ne andava con la coda tra le gambe. Quando fui sicuro che se ne era andato mi girai verso Alex. Aveva uno sguardo misto tra lo scioccato e il terrorizzato. Era seduto per terra e mi guardava con gli occhi spalancati. Aveva un sopracciglio tagliato da cui colava ancora del sangue e un livido sullo zigomo stava iniziando a formarsi. Vidi che anche sulla manica della felpa aveva una chiazza rossa. Mi avvicinai lentamente a lui e mi abbassai al suo livello, lo vidi agitarsi e fece per spostarsi, ma lo attirai tra le mie braccia e lo strinsi. Lo sentì respirare male e sentivo il battito del suo cuore accelerare. Iniziò a tremare e capì che stava per avere un attacco di panico.  Lo strinsi più forte e gli infilai una mano tra i capelli iniziando a girarmeli tra le dita.
"Shh è tutto okay Alex, ricordati di respirare okay? Respira con me piccolo" okay il nomignolo mi era scappato, non che lui fosse in grado di accorgersi di quello in quel momento. Continuai a ripetergli come respirare e dopo un po si calmò. Doveva essere sfinito perche lo sentì rilassarsi e nascondere la testa nell'incavo del mio collo. Rimanemmo in quella posizione in silenzio per un po, mentre continuavo ad accarezzargli i capelli. Sentì una goccia calda scivolarmi sulla clavicola è capì che stava piangendo. Lo strinsi più forte e misi la testa tra i suoi capelli. Erano morbidi e sapevano di vaniglia come mi ero sempre immaginato. Lo allontanai un po da me per guardarlo negli occhi, e ci vidi tutta la sua sofferenza, era come se i suoi occhi mi stesse implorando di aiutarlo. Quella visione mi uccise, allungai una mano sul suo viso e asciugati quella poche lacrime che erano scappate dai suoi bellissimi occhi cioccolato, rossi e gonfi per via del pianto. Sospirò abbassando lo sguardo.
"Non dovevi farlo" disse in un sussurro debole, ma comunque abbastanza forte perché lo sentissi.
"Ho voluto farlo, Lex, è diverso" gli spiegai.
"Vieni, il tuo sopracciglio continua a sanguinare" gli dissi alzandomi e porgendogli una mano per aiutarlo a fare lo stesso. Una volta impiedi lo vidi fare una smorfia di dolore e si portò una mano sul fianco. Gli spostai la mano e gli alzai la maglia per vedere il punto in cui aveva la mano poco prima. Aveva un livido enorme, mi allontanai  verso i lavandini e riempì uno dei sacchetti che c'era li vicino di acqua ghiacciata. Non era ghiaccio ma avrebbe aiutato lo stesso. Lo chiusi con un nodo e tornai da Alex, appoggiando il sacchetto sul livido. Al contatto lo sentì rabbrividire.
"Lo so è fredda ma farà passare un po il dolore, tienila così" gli dissi mentre lui annuiva e continuava a tenere il sacchetto sul fianco. Mi allontanai di nuovo e andai in uno dei cubicoli per prendere in po di carta, la bagnai sotto l'acqua fredda e lo strizzai un po per non gocciolare ovunque. Tornai di fronte ad Alex e inizia a pulirgli il taglio, sentendolo ancora una volta gemere dal dolore.
"Scusa" gli dissi.
"Fa niente" mi rispose continuando a guardare giù.
"Meno male che ho deciso di seguirvi o sarebbe potuta finire molto peggio" dissi con un mezzo sorriso.
"Già" disse "grazie" alzò lo sguardo sui miei occhi e sorrise leggermente.
"Ma ora ti creerò ancora più problemi" vidi le lacrime riempirgli di nuovo gli occhi.
"Non mi creerai nessun problema, l'ho fatto perché volevo farlo ed era la cosa giusta. D'ora in poi ti proteggo io, nessuno deve osare avvicinarsi a te" dissi cercando di rassicurarlo. Lui non sembrava comunque convinto.
"Hey, guardami. Non mi interessa delle conseguenze okay? Lo rifarei altre mille volte, pur di salvarti va bene? Non sentirti colpevole tu non hai fatto nulla di male" gli posai due dita sotto al mento per alzargli la testa e guardarmi negli occhi. Lui annuì e gli sorrisi. Tolsi la carta bagnata dal taglio e notai che il flusso di sangue si era bloccato. Spostai anche la mano di Alex con l'impacco dal suo livido. Andai a buttare la carta e svuotai il sacchetto. Tornai da Alex che aveva lo sguardo perso nel vuoto e si teneva un braccio attorno alla vita. Mi riavvicinai e gli spostai il braccio sostituendolo con le mie, e lo strinsi a me. Decisi che era il momento.
"Mi dispiace per tutto quello che hai passato per colpa mia Alex" dissi sinceramente strofinando il mio naso sotto al lobo del suo orecchio. Si aggrappò alla mia maglietta accocolandosi meglio contro il mio petto tornando a nascondere il viso nell'incavo del mio collo.
"Non importa. Non c'è l'ho mai avuta con te" disse. Ero confuso, dopo tutto quello che gli avevo fatto in quattro anni come poteva non avercela con me?
"Sul serio?" gli chiesi. Lui annuì.
"Com'è possibile dopo tutto quello che ti ho fatto?" lui si strinse semplicemente nelle spalle. 
"Semplicemente più provavo ad odiarti e più non ci riucivo" questo ragazzo era un mistero per me. Sorrisi e gli tirai su la testa, lo guardai negli occhi, volevo baciarlo ma non volevo spaventarlo. Lo vidi abbassare lo sguardo sulle mie labbra e colsi l'occasione per avvicinarmi e poggiare le mie labbra sulle sue. Era una sensazione indescrivibile. Erano anni che volevo farlo. Abeva le labbra soffici e pensai che non avrei mai voluto staccarmi da lui. Smisi di pensare a qualunque cosa e chiusi gli occhi lasciandomi andare a milioni di sensazioni fantastiche.

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Get Down On Your Knees And Tell Me You Love Me (Jalex)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora