Chapter 17

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Alex's pov.
Era strano mi sentivo ancora... me. Sarei dovuto essere morto, e i morti non sentono nulla giusto? Allora perché sentivo una forte presa sulla mano? E qualcuno stava parlando, credo, era confuso. In più i morti non possono pensare, cosa che invece stavo facendo. 'Mi sembra ovvio idiota, non sei morto'. Aprì lentamente gli occhi per poi richiuderli per via della luce. Sentivo ancora la voce, era più chiara e la identificai come quella di Jack.
"No mamma, non lo possiamo portare in ospedale e non possiamo dire niente a nessuno per il momento. È troppo fragile in questo momento dagli il tempo di riprendersi!" sentì la voce di Jack spazientirsi. Quindi mi trovavo a casa dei Barakat.
"Continuiamo il discorso dopo per favore" chiese Jack cbiando decisamente tono, ora era più come se fosse spaventato, sconfitto quasi. Per colpa mia.
"Okay, appena si sveglia chiamami però" doveva essere la signora Barakat, Joyce.
Jack non rispose, per cui dedussi che avesse annuito a sua madre. Poco dopo sentì una porta chiudersi e nella stanza rimanemmo solo io e Jack.
"Ti prego apri gli occhi Alex, non mi puoi lasciare" a questo punto la sua voce era disperata. Non riuscivo a sopportare di sentirlo così, decisi di aprire nuovamente gli occhi fregandomene della luce troppo forte per la mia vista. Spostai lo sguardo su di lui, aveva la fronte appoggiata sul materasso e le sue mani strette attorno alla mia. Gli stinsi la mano, per quanto mi era possibile, gesto che gli fece alzare di scatto la testa e fissare i suoi occhi nei miei.
"Oddio Lex!" mi si gettò tra le braccia provocando mi diversi dolori che ignorai, quando sentì la maglia che avevo addosso inumidirsi. Stava piangendo per causa mia. 'Sei un disastro totale' pensai e mi senti ancora peggio. Era colpa mia se Jack era in quello stato. Alzò la testa dal mio collo e poggiò le labbra su ogni parte che riuscisse a raggiungere del mio viso.
"Mia madre aveva detto che i tagli erano molto profondi e perso molto sangue. Aveva detto che poteva esserci il rischio che non ti svegliassi" disse mentre un altro singhiozzo lasciava le sue labbra. Portai una mano sulla sua guancia e asciugai le sue lacrime.
"Sono sveglio Jack, è andata bene per fortuna" cercai di rassicurarlo, e in oarte, intendevo davvero quelle parole. Se fossi morto non avrei mai più potuto stare tra le sue braccia, o sentire il suono della sua voce. Lui annuì e si abbassò per poggiare le labbra sulle mie.
"Ti prego non farlo mai più, non posso vivere senza di te" mi disse chiudendo gli occhi e poggiando la fronte sulla mia. In quel momento eravamo entrambi con un animo fragile, di me stesso non mi stupì più di tanto, ma non avevo mai visto Jack in quello stato.
"Jack non voglio tornare in quella casa" dissi cercando di trattenere le lacrime al solo pensiero di mio padre.
"Tu li non ci torni Alex, non posso rischiare che ti facciano del male, o che te ne faccia tu stesso. Tu resti qui con me, ne ho già parlato coi miei e appena sarai mentalmente stabile andremo a fare la denuncia contro i tuoi genitori. E non verrai messo in nessuna casa famiglia perché i miei si sono offerti di chiedere la tua tutela fino alla maggiore età" Jack stava davvero facendo tutto questo per me? Non riuscivo a crederci. A quel punto non riuscì a trattenere le lacrime e sentì subito le braccia di Jack attorno a me.
"Shh piccolo andrà tutto bene" mi rassicurò, stinsi la sua maglia aggrappandomi a lui.
"Jack non è necessario, non voglio essere un peso anche per la vostra famiglia" mi staccati da lui e mi asciugati gli occhi.
"Non lo sarai Lexy, e poi cosa intendi con 'anche per la vostra famiglia'?" gli spiegai quello che aveva detto mio padre, usando le stesse precise parole, scoppiando a piangere un altra volta.
"No Alex hey, guardami per favore. Quello che ti ha detto non è vero, tu sei speciale, non è colpa tua, non hai rovinato tu la tua famiglia. Non hai colpe, non sei uno spreco. Hai talento potresti diventare qualcuno con la tua voce Lex, credimi. Non voglio che tu pensi questo di te stesso okay? Sei perfetto e te lo dimostrerò" per quanto volessi farlo, mi era impossibile credere alle sue parole. Non dissi niente, mi limitai a tirare Jack per un braccio facendogli capire di mettersi vicino a me.
"Alex, il tuo corpo è abbastanza danneggiato non voglio causati altro male..." iniziò lui ma lo zittì con le mie labbra.
"Non mi interessa del mio stato fisico Jack, in questo momento ho solo... Bisogno di te. Per favore" lo pregai mordendomi ik labbro e guardandolo negli occhi. Era vero in quel momento volevo solo sentirmi al sicuro tra le sue braccia, era l'unica cosa di cui avevo bisogno.
"Okay" disse sconfitto, ma vidi un bellissimo sorriso farsi strada sulle sue labbra.
Mi spostai un po per fargli spazio sul letto, non gli lasciai nemmeno il tempo di sistemarsi che subito mi accoccolai sul suo petto. Le sue braccia si strinsero attorno alla mia vita, tirandomi più addosso a lui e facendomi sentire al sicuro. Nascosi la testa nell'incavo del suo collo e le mani sul suo petto, presi un respiro profondo e mi rilassai. Pensai che se non fossi mai nato, tutti questi problemi non sarebbero mai esistiti. Strinsi gli occhi cercando di bloccare le lacrime ma un singhiozzo mi scosse il corpo, cosa che fece allarmare Jack.
"Hey piccolo, non piangere sistemeremo tutto vedrai" cerco di rassicurarmi.
"Mi d-ispiace" dissi continuando a piangere come un bambino infantile.
"Per cosa esattamente? Perché sono stato uno stronzo ad abbandonarti e a trattati come ho fatto? Perché hai dei genitori che non possono essere definiti tali? Perche le persone sono chiuse mentalmente? Lex nessuna di queste è colpa tua" mi disse cercando di farmi cambiare idea.
"Mi dispiace di essere nato. Nessuno avrebbe mai avuto tutti questi problemi. Tom sarebbe ancora vivo, i miei genitori sarebbero liberi e felici, e ne tu ne nessun'altro sareste bloccati dietro a un fallimento totale. Mi dispiace Jack" sentendo quelle parole uscire dalla mia stessa bocca mo fece sentire mille volte peggio.
"Alex no. Non dirlo tu non sei un fallimento e non devi pensare in questo modo, come ho già detto nulla di tutto ciò è colpa tua. Per me, per Zack e Rian e ore Kellin e gli altri non sei un peso. Sei perfetto e farei di tutto per te piccolo" le sue parole mi arrivarono dritte al cuore, un pensiero si fece strada nella mia testa. Guardai Jack e vidi i suoi occhi così belli e sinceri, e mi sentì davvero fortunato. Forse amavo davvero quel ragazzo così perfetto.
"Credo di amarti Jay" parlai senza pensare ed ero abbastanza spaventato dalla sua possibile reazione. Se non provasse lo stesso? Vidi un altro bellissimo sorriso sul suo viso e mi rilassai leggermente.
"Ti amo Alex" sorrisi anche io per la prima volta sinceramente.
Se la vita potesse sempre essere così. In quel momento non c'erano problemi, non il fatto che i miei genitori avrebbero tirato giù l'inferno una volta che non mi avrebbero trovato, non il fatto che poche ore prima avevo tentato il suicidio, e di sicuro non io fatto che chiunque al mondo era contro di me. Avevo Jack era questo l'importante.

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Get Down On Your Knees And Tell Me You Love Me (Jalex)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora