Jack's pov.
Erano passate altre tre ore e un quarto.
Alex era sveglio.
Appena mia madre aveva sentito le parole lasciare la sua bocca si era precipitata fuori dalla stanza per chiamare un medico.
Non ho mai amato tanto la sua voce, avevo paura che non sarei mai più stato in grado di sentirla. Comunque i medici ci avevano fatti uscire a forza dalla stanza, sotto lo sguardo confuso e spaventato di Alex. Avevano passato quelle ore interminabili a fargli visite e test per assicurarsi che non ci fossero danni a livello celebrale e altre cazzate che sapevano loro.
L'unica cosa che mi importava era che Alex era vivo.*Flashback*
"Lo so, mi dispiace" sentii la sua voce debole pronunciare quelle parole. In meno di un minuto mia madre corse fuori dalla stanza lasciando anche la porta aperta, mentre Zack e Rian si erano avvicinati al suo letto d'ospedale.
"Alex" lo chiamai e lui aprì gli occhi, richiudendoli subito per via della luce. Mi allungai per abbracciarlo il più forte possibile, ma comunque attento a non gravargli addosso.
"Non lo fare mai più mi hai capito bene? Non hai idea della paura che ho avuto" dissi una volta che mi staccai dalla stretta e gli presi il viso tra le mani. Il mio viso ormai tutti era completamente rigato dalle lacrime, mentre sul suo leggevo il forte senso di colpa.
"Signori dovete uscire" disse un uomo che dedussi fosse il dottore, dal momento che ero ancora con gli occhi su Alex.
"Cosa? Perché?" chiesi allarmato. Non volevo lasciare Alex, non dopo quello che era successo.
"Mi spiace ma dobbiamo fare altri controlli ora che il paziente è sveglio".
Mi girai verso Alex e vidi che aveva un espressione abbastanza spaventata, e mi stava chiedendo silenziosamente di non andare. Sentì delle mani prendermi per le braccia e trascinarmi fuori, poi vidi la porta chiudersi.*fine flashback*
Nessuno che ci era venuto a cercare dopo tre ore.
Nessuno che ci desse risposte.
La cosa iniziava a preoccuparmi, ma cercai di pensare positivo.
Nel frattempo Rian aveva avvertito anche Kellin dell'accaduto, e quest'ultimo era rimasto a dir poco sconvolto. Avava detto che lui e i suoi amici sarebbero venuti in ospedale il giorno dopo, per far calmare un po le acque.
Mi alzai e inizia a camminare su e giù per il corridoi, per ammazzare la noia. La situazione era stressante, volevo solo tornare in quella stanza e stare con Alex, ma ovviamente per qualche strana ragione dovevo stare fuori per chissà quanto ancora.
"Jack fare così non farà passare il tempo prima" disse Rian.
"Lo so ma sto perdendo la pazienza e mi devo muovere" gli risposi.
Intanto io dottore usciva finalmente dalla stanza e anche gli altri si alzarono.
"Fortunatamente non ci sono danni gravi a parte una confusione per via del colpo, il quale potrebbe provocare dei forti mal di testa. Per il resto è tutto normale a livello fisico. Però vi consiglio seriamente di portarlo da uno psicologo, in questo momento potrebbe essere molto utile per evitare che questa scena si ripeta" disse guardando mia madre.
"Grazie ne parleremo con lui. Quando potrà tornare a casa?"
"Tre o quattro giorni, per assicurarci che sia tutto a posto"
"Grazie arrivederci" il dottore fece un cenno col capo e se ne andò, lasciandomi il via libera per andare da Alex. Vidi con la coda dell'occhio che gli altri non mi seguivano quindi entrai e mi richiusi la porta alle spalle.
Mi girai verso il letto e Alex era li, rannicchiato sotto le coperte mentre guardava fuori dalla finestra con sguardo assente.
"Hey Lex" dissi. Lui girò la testa e mi guardò con occhi spenti.
"Jay" disse semplicemete a abbassò la testa. Mi sedetti di fianco al suo letto e gli alzai il viso
Mi colse di sorpresa tirandomi per il braccio, sul letto di fianco a lui.
"Rimani qui" mi chiese mentre si sistemava contro di me. Non dissi nulla, sorrisi baciandogli la testa e stringendolo tra le mie braccia.
"Mi dispiace davvero" disse contro il mio petto.
"Lo so ma ormai è andata, l'importante è non commettere lo stesso errore Alex" gli dissi stringendolo di più, quasi avessi avuto paura che se ne andasse.
"Non credo di essere in grado di andare avanti Jack" disse, bastava solo la sua voce per capire quanto fosse stufo di andare avanti, ma non gli avrei permesso di mollare tutto.
"Lo sai che non sei solo? Io ci sono, i miei genitori anche, Rian e Zack, e poi anche Kellin e gli altri sono qua per te. Ce la farai prima o poi vedrai" dissi cercando di fargli capire che era importante per molte persone.
"E io non ho fatto altro che deludere tutti" disse più a se stesso che a me.
"Alex nessuno è deluso, abbiamo solo paura di perderti perché teniamo a te".
"E sbagliate. Non è giusto che sprecate tempo dietro a me" continuò lui, ma io ero più testardo di lui quando mi mettevo in testa qualcosa.
"Se fosse tempo sprecato non saremmo ancora qui, non credi?" gli dissi con fare ovvio.
"Non lo so" disse semplicemente.
Gli alzai la testa e lo portai alla mia altezza.
"Lex te l'ho già detto tante volte che sei importante per noi e che non ti lasceremo da solo, se c'è qualcosa che non va non devi a ere paura chiederci aiuto se ne hai bisogno".
Lo vidi sorridere debolmente e sorrisi di rimando.
Si allungò per baciarmi e ricambiai. Quando si staccò per prendere aria, nascose automaticamente la testa nell'incavo del mio collo e io iniziai a giocare coi suoi capelli come sempre.
"Grazie per esserci nonostante tutto, Jack".✖✖✖ hey sono tornata :) ci ho messo più di quanto avevo detto ma comunque sono di mio o qui u.u comunque mancano tre capitoli alla fine
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Get Down On Your Knees And Tell Me You Love Me (Jalex)
FanfictionAlex e la sua famiglia si trasferiscono a Baltimora, dove lui e Jack diventeranno migliori amici. Ma dopo il suicidio del fratello, ci sarà sofferenza per Alex. È la mia prima Jalex, spero vi piaccia