Chapter 18

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Jack's pov.
Erano passati due giorni da quando avevo portato Alex a casa mia, i suoi genitori si erano rivolti alla polizia e dovevamo muoverci a fare la denuncia, prima che avessero trovato Lex a casa nostra. Alex però era troppo spaventato dalle conseguenze nonostante le nostre continue rassicurazioni che tutto sarebbe andato bene. In quel momento eravamo di nuovo io e Alex soli in casa. Il ragazzo stava beatamente dormendo tra le mie braccia. Gli scostai una ciocca di capelli dal viso rivelando un livido ancora evidente. Probabilmente se avesse fatto subito la denuncia, avrebbe avuto a suo favore il suo corpo danneggiato, e questo sarebbe bastato per incriminare i genitori per violenza su un minore. Se solo Alex lo avesse capito...
Parlando del ragazzo, inizio ad agitarsi leggermente tra le mie braccia, e la sua espressione divenne di puro terrore. Iniziò a tremare e delle lacrime uscirono dai suoi occhi.
"Alex" lo chiamai scuotendolo leggermente per non fargli male. Il ragazzo mi ignorò, cercando di scappare alla mia presa.
"Alex svegliati è solo un sogno!" esclamai alzando un po la voce, quando vidi i suoi occhi aprirsi di scatto.
"Hey tutto okay?" gli chiesi risistemandolo addosso a me e accarezzandogli  i capelli.
"No" disse semplicemente.
"Che succede?" gli chiesi.
"Se mi trova mi ammazza Jack" dice ricominciando a tremare.
"Non ti troverà, Alex è per questo che vogliamo che tu venga con noi in caserma a fare la denuncia. In più il tuo corpo ha ancora segni decisamente evidenti, hai tutte le prove per fare incriminare tuo padre" gli spiegai.
"Jay... Io ho paura" disse nascondendo la testa nel mio petto.
"Non devi averne, andrà tutto bene. Te lo prometto" dissi stringendolo di più.
"O-okay allora. Voglio che questa storia finisca" dice, e non poteva rendermi più felice.

Quella sera coi miei genitori andammo in caserma.
"Buona sera, noi dobbiamo fare una denuncia" disse mia madre con tono autoritario a uno degli agenti in caserma.
"Certo venga" disse il poliziotto facendo strada verso un ufficio.
"Venite ragazzi" ci disse mia madre seguendo il poliziotto con noi al seguito. Per tutto il tempo strinsi la mano ad Alex, sapendo quando si trovasse a disagio.
"Potete entrare" una volta entrati, Alex si nascose il più possibile nella felpa per non farsi riconoscere.
"Buongiorno io sono il comandante, di cosa avete bisogno?" chiese gentilmente il comandante invitanci a sedervi di fronte a lui.
"Buongiorno, noi avremmo bisogno di fare una denuncia, e la situazione è piuttosto delicata" cominciò a spiegare mia madre.
"Oh okay contro chi è la denuncia?"
"Con il signor Peter Gaskarth e sua moglie Isobel, i quali un paio di giorni fa hanno denunciato la scomparsa di loro figlio Alex" disse mia madre indicando verso Alex.
Il comandante era decisamente spiazzato, guardò Alex e poi la foto sul muro rendendosi conto che si trattava la stessa persona.
"E come mai volete denunciarli?" chiese tornando con lo sguardo su mia madre.
"Beh vede, quando i suoi genitori hanno denunciato la scomparsa, Alex si trovava a casa nostra. La cosa è un po lunga da spiegare" andò avanti mia madre.
"Beh abbiamo tempo" disse il comandante.
"Jack penso che ora sia meglio che spieghi tu visto che centri più tu che io" mi disse mia madre, e annuì, aveva ragione, ero andato io a casa di Alex per portarlo via di li. Guardai Alex il quale annuì, e iniziai a raccontare.
"Okay, mi sono accorto che qualcosa non andava con la famiglia di Alex, cinque o sei giorni fa, in pomeriggio era venuto a casa mia, e la sera quando doveva rornare a casa ho visto che era spaventato, ma non avevo chiesto niente. Il giorno dopo a scuola Alex aveva lividi e Tagli che la sera prima non aveva. Ne abbiamo parlato ma quello chei ha detto spetta a lui raccontarvelo. Tre giorni fa ho accompagnato Alex per un pezzo di strada per poi andare a casa mia, e gli avevo detto di chiamarmi se fosse successo qualcosa. Quando arrivai a casa aspettai più o meno cinque ore e ancora non mi rispondeva a chiamate e messaggi. Ho deciso di andare a controllare e a casa sua non c'era più nessuno a parte Alex. Era nel bagno nel piano di sopra e.... Quando l'ho trovato era pieno di lividi e-era pieno di tagli..." non riuscì ad andare avanti ripensando alla scena di Alex sul pavimento del bagno in una pozza di sangue.
"Mio padre mi aveva picchiato un altra volta fino allo sfinimento. Quando ripresi coscienza andai nel bagno e... Tentai il suicidio" la nostra attenzione si rivolse ad Alex, che guardava in basso. Rialzò la testa e mi guardò negli occhi riprendendo a parlare.
"Quando Jack arrivò a casa mia, mi trovo incosciente, e mi portò a casa sua per evitare che una scena del genere si ripetesse. I suoi genitori cercano di comvincermi da allora a denunciare la cosa ma avevo troppa paura, se mio padre mi torva sono finito" finì Alex con le lacrime che scendevano sulle sue guance. Gli strinsi di più la mano per rassicurarlo.
"È la prima volta che succede una cosa simile Alex?" ruppe il silenzio il comandante.
Alex scosse la testa.
"No non era la prima volta".
"Da quanto va avanti?"
"Da quattro anni... Da quando è morto mio fratello" disse riabbassando la testa.
"Okay, sono passati solo due giorni hai ancora delle lesioni che possiamo vedere per confermare il caso?" chiese ancora il comandante.
Alex annuì.
"Okay allora vieni con me ti porto nell'altra stanza così possiamo anche fare delle foto per avere prove" disse alzandosi, Alex strinse la presa sulla mia mano.
"Può venire Jack con me?" chiese Alex iniziando a tremare leggermente. Povero piccolo aveva io terrore di stare da solo con sconosciuti.
"Se ti trovi completamente a tu agio si" così ci alzammo, mi a madre ci aspettò in sala mentre io e Alex venivamo condotti attraverso l'edificio fino a una stanza con un lettino da ospedale.
Alex adesso arriverà un altra ragazza che ti farà le foto, e dopo ti porteranno in un altra stanza per farti delle domande. Intanto dobbiamo chiamare i tuoi genitori" spiego cosa bisognava fare e quando menzionò i genitori di Alex, si irrigidì.
"Oh tranquillo non gli diremo dove sei, finché non sarai tu a volerli vedere, ti terremo alla larga da loro" si affrettò a spiegare, al che Alex si rilassò un po, ma era comunque spaventato.
Il comandante se ne andò e ci lascio da soli li dentro.
Alex mi abbracciò e ricambiati la stretta, sperando che tutto finisse presto.

✖✖✖ hey scusate per l'attesa ma ho avuto problemi di connessione, anyway eccovi il capitolo :)

Get Down On Your Knees And Tell Me You Love Me (Jalex)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora