Chapter 10

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Jack's pov.
Quel giorno dopo scuola avevo chiesto ad Alex di venire a casa mia, lo avevo praticamente pregato ma dopo una buona mezz'ora aveva accettato anche se ancora esitante.
In quel momento mi trovavo nel cortile, avevo saltato l'ora di inglese o avrei litigato ancora con quel vecchio bacato di insegnante.
"Ma che sorpresa trovarti qui Barakat" proprio l'unico che non avrebbe dovuto farsi vedere.
"Che bello vederti Fuentes" dissi con tono esplicitamente sarcastico.
"Oh andiamo mica c'è l'avrai con me Jack" disse venendo a sedersi di fianco a me.
"Mi devi spiegare una cosa. Cosa c'è ora tra te e Gaskarth? Perché se la memoria non mi inganna fino a un paio di mesi fa eri proprio tu il suo peggiore incubo" mi disse inarcando un sopracciglio.
"E tu mi devi spiegare perché non ti fai i cazzi tuoi. Cosa decido di fare o non fare sono cazzi miei" sputai acido, mi alzai prendendo la mia roba e andando verso l'entrata della scuola ad aspettare Alex. Il solo pensiero mi faceva sentire felice, quel ragazzo è sempre stato il mio punto debole. Ma dovevo riparare a tutti i miei errori, anche se Alex mi continuava a ripetere che era okay e non ce l'aveva con me, io sapevo che non era del tutto sincero. Non potevo proprio dargli contro però, avevo creato io tutti i suoi problemi. Non avrei mai dovuto addossare tutto su di lui, sapevo che non avrebbe sopportato tutto da solo. Dopo una manciata di minuti ero ancora assorto nei miei pensieri, quando l'ultima campanella suonò. Aspettai  all'entrata di vedere Alex, che fu uno degli ultimi a uscire. Appena lo vidi gli sorrisi e lui ricambiò con un piccolo debole sorriso, ma comunque sincero.
"Hey Lex" lo salutai.
"Hey"
"Forza andiamo a casa mia, i miei non ci sono e abbiamo tutto il pomeriggio" gli dissi prendendolo per mano e trascinandolo per le strade. Abitato vicino alla scuola quindi non avremmo dovuto camminare molto.
Arrivammo davanti casa mia e aprì la porta.
"Prima le signore" dissi facendo un sorrisetto bastardo, con un mezzo inchino e lasciandolo entrare.
"Cretino" rise lui. E oddio che risata.
"Hai fame? Vuoi qualcosa?" gli chiesi, sentendomi una madre apprensiva. Lo vidi irrigidirsi e scuotere la testa.
"No grazie comunque" disse forzando un sorriso.
"Ne sei sicuro?"
"Si Jack non preoccuparti sono apposto" continuò lui. Non ero convinto ma non volevo litigare quindi lasciai stare.
"Okay, vieni andiamo di sopra" gli presi di nuovo la mano e lo trascinai in camera mia. Presi il suo zaino e lo andai a posare in un angolo della stanza e quando mi girai, Alex era perso a guardarsi intorno, ammirando i vari poster, chitarre, maglie di band, e CD/ vinili sistemati sui muri e sulle varie mensole.
"Wow" disse semplicemente.
"Si diciamo che questo è il mio piccolo angolo di paradiso" dissi guardando in basso e portandomi una mano dietro al collo.
"È stupendo" disse con un sorriso. Aveva lo sguardo su una delle mie chitarre acustiche. Mi avvicinai al muro dove era appesa e la presi in mano, per poi girarmi e porgerla ad Alex.
Mi guardò con sguardo confuso, ma prese comunque la chitarra. "Vieni" gli dissi mettendomi sul letto indicando lo spazio di fianco a me. Lui eseguì e una volta seduto iniziò ad accordare la chitarra. Rimasi li a guardarlo mentre passava le dita delicate, con precisione sulle corde. Una volta ero io ad accordargli le chitarre perché lui non era capace. Al pensiero sorrisi.
"Hey Jack" mi risvegliai dal mio stato di trance e guardai Alex.
"La canzone che avevi suonato quella volta nell'aula di musica l'hai scritta tu?" gli chiesi ricordando le parole di quel testo. Ero certo fosse per Tom. Lui annuì.
"Si beh, ho parecchio tempo libero dal momento che non ho nessuno quindi...." disse distogliendo lo sguardo.
"Questo significa che ne hai altre?" chiesi curioso.
"Si, però non le ho mai fatte vedere a nessuno" disse.
"Posso leggerle?" gli chiesi ignorando del tutto la sua ultima frase, ero troppo curioso. Lui annuì, posando la chitarra sul letto e andando verso il suo zaino, tirò fuori un blocco nero con alcuni fogli che uscivano dalle pagine. Tornò di fianco al letto e mi porse il blocco. Lo presi e lo guardai negli occhi, cercando di capire se per lui andava bene oppure no. Sembrò capire i miei pensieri perché sorrise e annuì. Aprì il blocco e iniziai a sfogliare le varie pagine. Arrivai a una pagina mezza strappata e iniziai a leggerne il contenuto. Sulla parte superiore pagina c'era scritto 'Somewhere in neverland'.

"Wendy run away with me
I know I sound crazy
Don’t you see what you do to me?
I wanna be your lost boy
Your last chance, a better reality
Wendy we can get away
I promise if you’re with me say the word and we’ll find a way
I can be your lost boy, your last chance
Your "everything better" plan
Oh, somewhere in Neverland
Somewhere in Neverland"

Non sapevo perché mi avesse attirato proprio questo testo, ma mi ricordai che qualche mese prima avevo scritto un pezzo che si sarebbe adattato bene al testo.
"Questa qui, hai la musica di questa?" gli chiesi alzando la testa dal foglio.
Lui scosse la testa.
"No, è uno dei testi che mi piace di meno... Non so cosa mi abbia portato a scriverla" mi disse stringendosi nelle spalle.
"Beh io invece lo trovo un bel testo, hai davvero talento. E credo di avere la musica che si potrebbe adattare bene" dissi.
"Davvero?" chiese sorpreso.
"Si, se vuoi te la faccio sentire, mi ricordo gli accordi più o meno" lui annuì e sorrise. Gli ripassai il quaderno e presi la chitarra.
Iniziai a suonare i primi accordi.
"Aspetta" mi fermò Alex alzando gli occhi dalle parole scritte sulla pagina "Potresti ripartire?" lo guarai confuso ma annuì e feci come aveva chiesto.
"Say goodbye to the halls and the classes" si aggiunse quasi subito a cantare. Sorrisi mentre lui continuava.
"Say hello to a job and the taxes
The weekends with old friends spilling into 9 to 5 routine" alzò lo sguardo dalle pagine e lo vidi riabbassarlo subito arrossedo
"Tell me how you feel over and done with
Like your life is a map with no compass to guide
At the bar drinking way too much
We sing along to 'Forever young' "
Aveva una voce bellissima, avrei voluto sentirlo cantare per il resto della mia vita. Alla fine della canzone sorrisi e vidi che anche lui sorrideva, a cercava di nasconderlo tenendo la testa bassa.
"Wow. Dovremmo iniziare una band" ridacchiai. Posso la chitarra e tolsi il blocco dalle mani di Alex, alzando gli il viso e guardandolo negli occhi.
"Hai una voce fantastica, e un talento formidabile nello scrivere" mi sorrise mostrando la fossetta sulla guarcia, e non credo di aver mai visto nulla di più bello. Mi abbassati e gli lasciai un lieve bacio sulle labbra per poi vederlo ampliare il sorriso. Gli sorrisi di rimando e lo circondai con le mie braccia.
"Forse non è poi così male questa canzone" disse. Non potevo essere più d'accordo.

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Get Down On Your Knees And Tell Me You Love Me (Jalex)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora