Alex's pov.
I miei genitori erano rimasti fuori per un viaggio di lavoro per tre giorni. Tre giorni in cui avevo deciso di saltare la scuola e di rimandare tutti o problemi. Ero praticamente scappato dall'unica persona con cui volevo stare, e probabilmente avevo rovinato tutto. Sarei dovuto tornare a scuola e affrontare i problemi. Problemi. Sono sempre stato il migliore a crearli e mai bravo a risolverli, troppo codardo. Uscì di casa, i miei non erano ancora tornati per fortuna, e mi incamminai verso la scuola. Avevo passato gli ultimi tre giorni chiuso in casa a piangere, ma non sapevo per quale motivo, semplicemente avevo bisogno di sfogarmi. Raggiunsi la scuola e decisi di entrare dal cancello sul retro, non volevo proprio affrontare nessuno. Entrai nell'edificio e cercai in tutti i modi di evitare i corridoi affollati. Tirai fuori il cellulare, sul quale avevo salvato il mio orario. La prima ora era storia. Alla seconda musica. Svogliato mi avviai all'aula di storia, e mi sedetti al primo banco di fianco alla finestra. Era talmente presto che non c'era ancora nessuno, nemmeno l'insegnate. Misi le braccia sul banco e ci seppellì la testa in mezzo. Lasciai cadere una lacrima, ma la asciugai subito, rialzai la testa e mi tirai su il cappuccio della felpa per nascondermi il più possibile, poi tirai le gambe sulla sedia e le circondai con le braccia stringendole al petto e posai il mento sulle ginocchia. Iniziai a guardare fuori dalla finestra gli studenti nel cortile. Erano tutti coi loro gruppi di amici a chiacchierare, ridere e scherzare. Tutte cose che non avrei mai fatto io. Vidi tra i gruppi di studenti, Kellin e gli altri. Anche loro avevano un aria così felice. In quel momento pensai a Jack, alle volte che mi aveva stretto tra le sue braccia, al bacio e al modo in cui mi sentivo protetto di fianco a lui. Mi sentivo felice con lui attorno.
'Dimenticati quei momenti ai rovinato tutto di nuovo, Jack non vorrà avere più nulla a che fare con te adesso'. La stupida voce nella mia testa aveva ragione. Avevo rovinato tutto ancora una volta. Perché dovevo essere un tale disastro?Era la seconda ora e dovevo andare a musica, ma per la prima volta da quando ero nel liceo non avevo alcuna voglia di andarci. Quest'ora era l'unica che avevo in comune con Jack. Avevo una voglia assurda di rivedere quei bellissimi occhi grandi e scuri, ma avevo il terrore della sua reazione. In realtà questa era stata la mia più grande preoccupazione. Come avrebbe reagito Jack quando mi avrebbe visto? Mi trascinai all'interno dell'aula a testa bassa, senza nemmeno salutare la signorina Pope, del quale sentì lo sguardo addosso. Sentì anche un altro sguardo bruciarmi addosso. Uno sguardo che conoscevo fin troppo bene, ma che non osai nemmeno incontrare. Mi sedetti in un banco vuoto in mezzo all'aula, per sentire qualche secondo dopo la sedia di fianco a me, stridere sul pavimento e qualcuno buttarcisi sopra. Non girai la testa, feci finta di niente, continuando a stringermi nella felpa come a volervi sparire dentro.
"Quindi hai deciso di ignorarmi?" quanto mi era mancata quella voce. Continuai a rimanere fermo comunque.
"Alex... Hey " mi prese una mano e sentì una lacrima rigarmi la guancia. 'Perche devi essere così patetico?' . Non lo sapevo nemmeno io. Jack mi era mancato tantissimo, e il fatto che continuasse a comportarsi in modo dolce e gentile con me mi aveva colto alla sprovvista. Mi sentivo uno schifo. Lo sentì prendermi per mano e alzarmi, per poi trascinarmi nell'aula insonorizzata.
Chiuse la porta dietro di noi e mi lasciai scivolare contro il muro fino a sedermi per terra, e mi rinchiusi su me stesso sperando di sparire. Sentì un paio di braccia forti stringermi, posai la testa sulla sua spalla e le mani sul suo petto, stringendo leggermente il tessuto della sua maglietta.
"Mi dici che succede?" mi chiese in tono dolce. Alzai gli occhi per incontrare i suoi. Non sapevo cosa dirgli, o come dirglielo. Portò una mano sulla mia guancia per togliere le lacrime, per poi abbassarsi e lasciarmi un bacio sulla fronte. Il mio cuore sembrava essersi alleggerito insieme all'ansia che avevo. Solo lui era capace di calmarmi così. Chiusi gli occhi e pensai se aprirmi con lui oppure no. Presi un respiro profondo e decisi di parlare.
"Non ce la faccio più Jack" dissi semplicemente. La voce era debole e tremante per via del pianto di poco prima. Forse era anche perché non mangiavo da giorni e il mio corpo iniziava ad indebolirsi. Riaprì gli occhi e Jack mi guardava.
"Alex, so che ti ho causato la maggior parte delle sofferenze che stai attraversando, ma voglio aiutarti. Dico sul serio. So che non ti fidi di me e lo capi-"
"Io mi fido di te. Altrimenti non sarei qui" dissi cercando di rendere la voce il più ferma possibile. Lo vidi sorridere, mi passò due dita sotto al mento per alzarmi la testa e mi posò un leggero bacio sulle labbra, e di muovo le sensazioni più belle che avessi mai provato si impadronirono del mio corpo. Appoggiai la fronte sulla sua. All'improvviso si fece serio.
"Alex, so che non vuoi parlarne, ma se voglio aiutarti DEVO sapere perché hai reagito in quel modo quando ti ho toccato il braccio l'altro giorno quando ti ho accompagnato in classe, e quando sei scappato" disse marcando il 'devo' e mantenendo un tono di voce serio. Il terrore si impossessò di me ancora una volta, mi allontanai sgranando gli occhi e iniziando a tremare. Lui non doveva scoprire. Se lo avesse fatto avrebbe provato disgusto, avrebbe pensato che ero un povero patetico ragazzino che non riesce ad affrontare i suoi stupidi problemi. Cercai di allontanarmi da lui, ma era decisamente più forte di me.
"Alex lo so che non vuoi parlarne ma io devo sapere, ormai credo di aver capito cosa sta succedendo e non ti giudicherò in nessun modo. Hai detto che ti fidi di me no?" mi disse. Annuì ma avevo comunque paura.
"No Jack non voglio, ti farei schifo e non vorresti più avere nulla a che fare con me...." dissi "e ho bisogno di te" aggiunsi abbassando la testa. Mi rialzò la testa.
"Alex non potresti mai farmi schifo, e non ti abbandono per nessun motivo okay?" mi disse accarezzandomi una guancia. "E sono qui per te ora, e ogni volta che avrai bisogno" aggiunse.
"Posso vedere?" mi chiese. Ero ancora esitante, ma decisi di fidarmi di lui e con mano tremante tirai su la manica della felpa. Quando Jack abbassò lo sguardo lo sentì trattenere il respiro.Jack's pov.
Abbassai lo sguardo sulla pelle appena scoperta del braccio di Alex e trattenni il respiro. Sgranai gli occhi alla vista della sua pelle coperta da cicatrici, lividi, bruciature e tagli freschi. Mi sentì male, sapendo che in grandissima parte tutto quello era colpa mia. Portai una mano sul suo polso e iniziai a tracciare quelle righe che decoravano la sua pelle. Alzai lo sguardo e vidi che aveva di nuovo spostato lo sguardo dall'altra parte della stanza. Vidi un altra lacrima scendere sulla sua guancia. Senza che mi notasse gli strinsi le braccia attorno al corpo e lo strinsi a me mentre lui si nascose nel mio petto e riprendeva a piangere.
"Shh Alex sei perfetto con o senza di queste" gli dissi indicando il suo braccio.
"Non andartene di nuovo Jack" mi chiese in tojo disperato continuando a piangere.
"Non lo farò piccolo mio".✖✖✖ okay questo capitolo non mi piace molto ma ormai... È una cosa a metà tra il dolce e il triste. Anyway fatemi sapere cosa ne pensate, ci vediamo al prossimo capitolo!
STAI LEGGENDO
Get Down On Your Knees And Tell Me You Love Me (Jalex)
FanfictionAlex e la sua famiglia si trasferiscono a Baltimora, dove lui e Jack diventeranno migliori amici. Ma dopo il suicidio del fratello, ci sarà sofferenza per Alex. È la mia prima Jalex, spero vi piaccia