Dopo giugno con il suo venticello un po' caldo, luglio passò lento per sfociare in un afoso agosto, finché non arrivò settembre.
Lily continuava a guardare fuori dal finestrino, seduta sul sedile posteriore della macchina dei suoi genitori. Il cielo sopra Londra era leggermente grigio, segno che presto, sebbene non facesse ancora freddo, sarebbe arrivata la pioggia. Sempre contemplando il cielo, Lily poggiò la fronte al vetro; non aveva più avuto notizie delle sue amiche dal diciannove agosto, quando aveva incontrato Mary a Diagon Alley.
Essendo Nata Babbana, infatti, alla fine dell'anno precedente era stata chiamata in presidenza insieme agli altri studenti che erano nella sua stessa condizione: la guerra che era cominciata quell'anno continuava a peggiorare, e Silente aveva detto a tutti loro di non inviare lettere via gufo e di non usare mai la magia finché non sarebbero tornati ad Hogwarts, in modo da rimanere al sicuro.
La sua estate si era dunque protratta nella tranquillità più totale: per occupare le giornate aveva studiato più del solito, aveva preso qualche lezione di cucina dalla signora O'Malley, la loro vicina, e aveva battibeccato ogni giorno di più con Petunia. I due mesi di vacanza erano passati più lentamente delle estati precedenti e, sebbene non fossero stati terrificanti come si era immaginata che sarebbero stati, l'idea che potesse essere successo qualcosa alle sue amiche la mandava nel panico più totale.
Non solo si era dovuta astenere dal comunicare con le proprie amiche, infatti, ma aveva anche dovuto rinunciare a tutte le fonti di notizie sul mondo magico, come la Gazzetta del Profeta o il Settimanale delle Streghe: non aveva la minima idea di quello che fosse successo tra luglio e agosto, se non per le poche cose che le avevano raccontato Mary e Miriam.
Le avevano parlato di Amberlee Diamond, una Corvonero di un anno più piccola di loro, che si era ritirata da Hogwarts dopo la scomparsa del padre; Mary le aveva inoltre raccontato del matrimonio tra Frank Longbottom e Alice Green, due Grifondoro che avevano conseguito i loro M.A.G.O. giusto due anni prima.
Ma era sicura che fosse successo molto altro in quei due mesi, e aveva paura di cosa potesse essere cambiato; il fatto di non poterne parlare con nessuno, poi, rendeva ogni cosa ancora peggiore di quanto potesse essere altrimenti. Non potendo parlare con le sue amiche, infatti, le uniche persone con cui aveva avuto rapporti durante l'estate erano stati i suoi genitori, Petunia e la signora O'Malley. Fino all'estate tra il quarto e il quinto anno aveva avuto Severus al suo fianco, ma dopo la loro litigata l'anno dei G.U.F.O. avevano smesso di parlarsi: lui l'aveva ferita davvero e, sebbene il ragazzo si fosse scusato più volte, anche in estate, lei sapeva che non lo avrebbe mai potuto perdonare del tutto.
Nonostante le facesse male ammetterlo, però, Severus le mancava. Erano stati migliori amici per sei lunghi anni, durante i quali si era sempre crogiolata nella convinzione che niente sarebbe mai cambiato, per nulla al mondo. Invece era bastata una parola a mettere fine al loro rapporto: Sanguesporco. Quando Severus l'aveva pronunciata, Lily aveva capito che niente al mondo avrebbe potuto ferirla di più: lui era il suo migliore amico, lo era sempre stato, e non era mai riuscita a capacitarsi di come potesse dirle una cosa del genere. Più tardi, ripensando al Quinto anno, si era resa conto dei piccoli ma chiari segnali del loro allontanamento: quando, ad esempio, Mulciber e Avery, due compagni di Severus, avevano mandato in Infermeria Mary, lui li aveva difesi a spada tratta, parlando di "uno scherzo finito male", e questo era solo uno dei tanti problemi che avevano intaccato il loro rapporto.
Severus le aveva fatto davvero male, ma lei non riusciva a lasciarselo alle spalle completamente. Certo, dopo la litigata con il ragazzo, lei aveva legato con Mary fino a diventarne la migliore amica, ma quando la guardava insieme a James Potter si sentiva sempre in imbarazzo. Il modo in cui Mary e Potter parlavano, si prendevano in giro... tutto in loro, in un modo o nell'altro, le faceva tornare in mente Severus. E sebbene lei non avesse mai provato simpatia per James Potter e fosse spesso stata invidiosa del rapporto tra loro due, era sinceramente felice che Mary avesse nella sua vita qualcuno che tenesse a lei in quella maniera.
« Lily? Mi hai sentita? »
La voce dolce di sua madre attirò la sua attenzione e lei alzò di scatto la fronte dal finestrino per voltarsi a guardarla. Le rivolse uno sguardo di scuse, facendola sorridere.
« Scusa, mamma, non ti stavo ascoltando. Che hai detto? » le domandò, mettendosi a sedere in maniera più composta sul sedile.
« Ti stavo dicendo che siamo quasi arrivati, mancano giusto due minuti. Hai controllato la borsa? Hai tutto? »
« Sì, mamma » mentì, iniziando a guardare nella borsa. Fortunatamente aveva preso tutto quanto quello che non era entrato dentro al baule.
Quando suo padre Mike fermò la macchina a qualche metro dall'ingresso della stazione, aprì lo sportello dell'auto e scese, mettendosi la borsa a tracolla. Mike tirò il baule della figlia fuori dal bagagliaio e lo posò sul marciapiede. Lily lo ringraziò ed abbracciò la madre per salutarla.
« Ciao, tesoro » le disse Susan all'orecchio, stringendola forte tra le braccia. « Fai la brava, e fatti sentire spesso ».
« Certo, mamma » le assicurò Lily, allontanandosi da lei per salutare anche suo padre.
Mike allargò subito le braccia per abbracciarla a sua volta, e una volta che l'ebbe fatto disse:
« Sta' attenta, principessa ».
Lily sbuffò una risata e ricambiò il suo abbraccio.
« Tranquillo, papà, so badare a me stessa ».
« Sì, sì, lo so. Ora hai diciassette anni, sei grande e bla, bla, bla » la prese in giro con dolcezza, sciogliendo l'abbraccio. « Ma tu rimarrai sempre la mia piccola principessa ».
« Lo so, papà. Ti voglio bene anche io ».
Lily salutò i propri genitori un'ultima volta, prima di afferrare il suo baule ed entrare nella stazione. King Cross era affollata come al solito, stracolma di Babbani intenti a leggere il giornale o a parlare fitto tra di loro; quando finalmente arrivò alla barriera, si guardò intorno e, una volta che fu certa di non essere osservata da nessuno, si avvicinò al muro tra il nono e il decimo binario per poi oltrepassare la barriera.
L'Hogwarts Express apparve davanti ai suoi occhi ancor prima che riuscisse a rendersi conto di essere arrivata al binario 9 e ¾. La banchina del treno era gremita di famiglie che si salutavano e di ragazzi che caricavano i propri bagagli sul treno.
« Lily! » sentì urlare una voce.
Quando si girò per vedere chi avesse urlato – nonostante avesse già un'idea ben precisa di chi fosse stato –, si ritrovò stretta in un forte abbraccio. Con gli occhi ancora spalancati per la sorpresa, Lily riconobbe la testa castana di Mary e il profumo del suo sciampo alla lavanda.
« Ehi, Mary » la salutò di rimando, staccandosi da lei per riprendere a respirare normalmente. Per quanto fosse magra e sottile, infatti, gli abbracci di Mary erano sempre straordinariamente energici.
La ragazza fece un passo indietro e si passò una mano tra i capelli scuri, sorridendo raggiante.
« Come hai passato le ultime due settimane? » le chiese senza smettere di sorridere, affiancandola mentre si dirigevano verso il treno per caricare i loro bauli e cercando in tutti i modi di non sbattere contro qualche altro studente.
Lily le raccontò degli ultimi giorni passati a casa con i suoi e l'ultima litigata con Petunia. Mary, nel sentire il nome di sua sorella, non provò neanche a trattenere uno sbuffo e lei non poté impedire a se stessa di sorridere.
« Le tue, invece? » le domandò.
Mary si strinse nelle spalle e fece una smorfia con la bocca, ma, conoscendola, Lily sapeva bene che stesse trattenendo un piccolo sorriso per non farle pesare la cosa: dopotutto, lei era una Purosangue, perciò aveva potuto trascorrere senza problemi le vacanze nel Mondo Magico in compagnia dei suoi migliori amici.
« Nulla di che, in realtà » rispose. « Ho passato la maggior parte del tempo da James insieme agli altri, e quando non stavo con loro mi vedevo con Dylan ».
« Come sta Dylan? Ormai è parecchio che state insieme! » fece Lily, seguendola tra la calca di gente; il treno era ormai a pochi passi da loro, che volevano semplicemente caricare i propri bagagli su di esso.
« Sì, abbiamo fatto sei mesi la settimana scorsa » disse Mary con un sorriso allegro.
Dylan Goldstein era un Tassorosso del loro stesso anno ed era il suo ragazzo ormai da febbraio; era un ragazzo molto gentile e si vedeva chiaramente quanto tenesse alla propria fidanzata, che, d'altro canto, non aveva mai avuto una relazione tanto duratura.
« Sono felice per voi » le disse la rossa con sincerità.
Mentre caricava il proprio baule, Mary girò il viso verso di lei e le mandò un bacio volante.
« Quel bacio era per me, vero? » domandò una voce dietro le spalle di Lily, che si voltò per vedere il nuovo arrivato.
Mary rise e si raddrizzò, mentre Lily e Sirius Black si salutavano con un cenno del capo.
« Ovviamente, Sirius! » scherzò Mary.
Il ragazzo le strizzò l'occhio e le si avvicinò, passandole un braccio intorno alle spalle per scoccarle un bacio sulla guancia sinistra.
« Lo immaginavo » commentò lui, lasciandola andare e caricando a sua volta il proprio bagaglio sul treno; fatto ciò, si pulì le mani sui pantaloni di jeans con nonchalance.
Sebbene non le fosse mai andato particolarmente a genio, Lily doveva ammettere che Sirius Black possedeva un certo fascino: oltre ad essere alto e avere un'ottima struttura ossea, infatti, i capelli neri gli incorniciavano alla perfezione il viso dagli zigomi appuntiti, dove brillavano due particolari occhi grigi.
Mary ridacchiò ancora e scosse la testa, fingendo di alzare gli occhi al cielo e dandogli un debole colpo sulla spalla con la mano chiusa a pugno.
« Dove hai lasciato James e gli altri? » gli chiese.
« Sono già saliti, io mi ero trattenuto a salutare qualche amico, ma ora vado a cercarli » rispose lui con una scrollata di spalle. « Volete venire anche voi due? »
Tutt'e due scossero la testa.
« Mi dispiace, ma devo andare a trovare Miriam e le altre e poi ho la riunione dei Prefetti... » rispose Lily con un sorriso di circostanza. Nonostante lei non avesse più problemi con i Malandrini, non aveva una gran voglia di passare il viaggio in loro compagnia. Dopotutto, mentre con Remus e Peter i rapporti erano quelli di ottimi compagni di Casa, lo stesso non si poteva dire di quelli che aveva con il giovane Black e il suo fido compare, James Potter: certo, quest'ultimo durante l'anno precedente era stato meno pesante del solito, ma tra lei e Sirius non era mai corso buon sangue, neanche quando lei aveva stretto amicizia con quella che era la migliore amica proprio dei due Malandrini per eccellenza.
Avendolo chiesto più per educazione che, appunto, reale simpatia, Sirius annuì e si rivolse nuovamente a Mary.
« Tu, invece? »
« Anche io vorrei salutare le altre » rispose la ragazza, scostandosi i capelli dal viso con un gesto frettoloso della mano. « E poi avevo promesso a Dylan che sarei stata un po' con lui ».
« Ricordatevi che siete su un treno, perciò tenete a freno i vostri bollenti spiriti » commentò Sirius, guardandola con un sorriso sghembo.
« Vuoi smetterla? Non sei divertente! » lo sgridò Mary, colpendolo nuovamente sulla spalla con un pugno e facendolo scoppiare a ridere: ciò la innervosì ancora di più.
« Va bene, va bene » disse lui, alzando le mani in aria in segno di resa e scoccandole un altro bacio sulla guancia. « Io vado, ci vediamo dopo. Ciao, Evans! »
« Ciao, Black » salutò di rimando la rossa senza particolare enfasi.
Il ragazzo le dedicò il solito cenno del capo, prima di salire sul treno e scomparire dalla loro vista. Mary si sistemò la borsa sulla spalla e tornò a guardarla, indicando l'Hogwarts Express.
« Vogliamo entrare a cercare le altre anche noi? »
« Sì, forse sarebbe meglio. Andiamo » disse, precedendola all'interno del treno.
Non trovarono le loro compagne di dormitorio né nel primo vagone né nel secondo, che erano occupati principalmente da studenti del Secondo o del Terzo anno, ma quando arrivarono al terzo videro una ragazza bionda e non molto alta che parlava con un ragazzo alto e dai capelli castani.
Lily non ci mise molto a riconoscere la loro amica Miriam in quella ragazza ammiccante che si arricciava una ciocca riccia intorno all'indice della mano destra. Disse qualcosa e il ragazzo le sorrise, le scoccò un bacio sulla guancia e se ne andò, sparendo dietro la porta scorrevole che si chiuse alle sue spalle; lei lo osservò andarsene con le labbra piegate in un sorriso soddisfatto, lasciando finalmente libera la ciocca di capelli che aveva torturato fino ad allora.
« George Stebbins? » chiese a voce alta Mary non appena il ragazzo si fu allontanato abbastanza.
Miriam girò rapidamente il viso verso di loro e sorrise, correndo verso di loro e urtando così una ragazzina dal caschetto nero che passava di là; i corridoi dei vagoni, effettivamente, non erano molto spaziosi, ma la bionda non sembrava badarci granché.
« Mary, Lily! » esclamò infatti quella, abbracciandole. « Non ci vediamo da un sacco! Come state? Come sono andate le vostre vacanze? E Dylan come sta, Mary? E Remus? Oh, io ho un sacco di cose da raccontarvi! »
Lily rise insieme a Mary: Miriam parlava sempre tanto e aveva una parlantina estremamente accattivante che faceva impazzire i ragazzi. Non era molto alta, aveva i capelli ricci e biondi e dei grandi occhi castani da cerbiatta; era piuttosto minuta, ma aveva un carattere molto allegro e forte, non si vergognava di nulla e amava parlare, soprattutto di ragazzi o con i ragazzi.
« Dylan sta bene e anche Remus » ridacchiò Mary. « In che scompartimento ti sei sistemata? »
« Oh, venite » trillò con allegria, precedendole dentro a uno scompartimento là vicino.
Dentro c'era Marlene McKinnon, una Grifondoro di un anno più piccola, di fronte alla quale sedevano le loro due compagne di dormitorio, Claire Carpenter e Kate Harper.
« Ehi, ragazze! » le salutò Lily, sedendosi accanto a Kate dopo aver posato la propria borsa sull'apposita reticella sopra le loro teste.
« Ciao! » le salutarono tutte quante in coro.
« Come sono andate le vacanze? » domandò Claire, accavallando le gambe. Claire era una ragazza piuttosto riservata, dai lunghi e lisci capelli castani, un viso leggermente allungato e le labbra sottili.
« Tutto bene, la solita storia » rispose Mary con una scrollata di spalle. « Voi? »
« Un mortorio. Mia sorella più grande si è fidanzata e non fa altro che parlarne! E in più la McGranitt ci aveva riempiti di compiti! » si lamentò Marlene, sbuffando. Lanciò un'occhiata all'orologio babbano che teneva al polso e si alzò. « Vorrei rimanere ancora con voi, ma il treno sta per partire e io devo copiare l'ultimo tema di Erbologia da un Corvonero! Ci vediamo al castello, ragazze! »
Le altre cinque la salutarono con calore e Marlene chiuse dietro di sé la porta scorrevole dello scompartimento. Continuarono a parlare l'una delle proprie vacanze a lungo, mentre fuori dal finestrino lo scenario continuava a cambiare. Il treno era partito ormai da più di un'ora, quando la porta dello scompartimento si aprì nuovamente. Un ragazzo mediamente alto, con i capelli biondi e gli occhi castani sorrise a tutte loro, ma quando il suo sguardo si posò su Mary non si spostò più.
« Dylan! » esclamò la ragazza, saltando in piedi e abbracciandolo di slancio. Lui rise e la strinse a sé, circondandole la vita con le braccia; lei alzò il mento e lo baciò con trasporto, e Dylan non si fece pregare per rispondere al bacio.
« Prendetevi una camera » commentò Miriam con un ghigno, ad appena un metro dai due.
Mary e Dylan si staccarono e, mentre il ragazzo arrossiva e si grattava una guancia imbarazzato, lei le rispose facendole la linguaccia.
« Spero ci scusiate, ma noi vi salutiamo! » disse con un sorriso, prendendo la mano del proprio ragazzo e uscendo dallo scompartimento di gran lena.
« Ciao, ragazze. Ci vediamo dopo » sorrise Dylan, che dopo seguì Mary e si richiuse la porta alle spalle.
« Li rivedremo direttamente ad Hogwarts, vero? » domandò Lily, approfittando dell'assenza dell'amica per distendere le gambe sul suo sedile e mettersi più comoda. Fuori dal finestrino, notò con uno sguardo distratto, c'erano solo colline, alberi e un lago poco distante.
« Molto probabilmente sì » confermò Kate, stringendosi nelle spalle, legandosi i capelli in una coda alta.
« La tua storia con Thomas come va, invece? » le chiese Miriam con interesse.
Kate sospirò tristemente e abbassò gli occhi sulle proprie mani. Non era timida quanto Claire, che era la sua migliore amica, ma non era neanche una ragazza aperta come Miriam: era molto semplice, sia nei modi che nell'aspetto. I capelli neri le arrivavano giusto alle spalle e la frangetta le sfiorava appena gli occhi scuri.
« Ci siamo lasciati a luglio » rispose Kate. « O meglio, mi ha lasciata a luglio... ».
« No! Come mai? » le domandò Lily, dispiaciuta. Loro due non avevano mai legato particolarmente, ma tutte quante sapevano quanto lei tenesse a Thomas: dopotutto erano stati insieme quasi due anni e tutte in camera avevano dato per scontato che quei due sarebbero rimasti insieme per molto tempo.
« Non provava più le stesse cose: questa è stata la sua spiegazione ».
« Mi dispiace tanto, Kat » disse Miriam, sfiorandole la gamba per darle sostegno. Quella la guardò con riconoscenza e si strinse ancora nelle spalle.
« Dopo tutto il tempo che siamo stati insieme mi fa strano pensare che non stiamo più insieme, onestamente, ma un po' alla volta ci sto facendo l'abitudine » spiegò mestamente. « Voi, invece? Ragazzi? »
« Ho messo gli occhi su Stebbins » annunciò Miriam.
« Ma non stava con Elisabeth Corner? » domandò Claire con un sopracciglio inarcato.
« Hai detto bene: stava. Si sono lasciati. E poi lui è veramente bello ».
Lily, Claire e Kate scossero la testa, ridendo. Miriam era sempre stata così, non era mai stata una ragazza da storia seria. Aveva avuto molti ragazzi, ma nessuno di loro era durato a lungo: la sua relazione più duratura si era protratta per due mesi, prima che lei si stufasse e lo lasciasse.
« Mi piacerebbe continuare a parlare di quanto sia bello George Stebbins, ma ho la riunione dei Prefetti. Appena finisce torno. Ci vediamo dopo! » disse Lily, alzandosi dal sedile. Le amiche la salutarono e lei uscì per dirigersi verso lo scompartimento dei Prefetti.
Durante il tragitto incontrò alcuni amici che la salutarono, ma affrettò il passo quando si accorse di essere in ritardo. Quando arrivò a destinazione, entrò rapidamente e i suoi occhi incontrarono subito quelli di Remus Lupin, che era in piedi a qualche passo dall'entrata. Scorse Benjamin Fenwick ed Emmeline Vance che spiegavano ad alcuni ragazzi del Quinto anno, i nuovi Prefetti delle loro Case, quali fossero i loro compiti, ma la cosa che la sconvolse di più fu vedere James Potter in piedi accanto a Remus.
« Buongiorno a tutti » disse, cercando di dissimulare il proprio stupore, fermandosi accanto al proprio compagno di Casa; facendo finta di nulla, salutò il ragazzo con un bacio sulla guancia.
Lo scompartimento riservato ai Prefetti era il più ampio di tutto il treno, poiché era l'ultimo di essi ed era grande come quattro normali: i sedili erano disposti lungo tutto il perimetro dello scompartimento, in modo tale che i loro occupanti potessero guardarsi tutti in faccia senza problemi.
« Non mi saluti, Evans? » domandò prontamente James, guardandola dall'alto dei suoi dieci centimetri in più e lanciandole un'occhiata divertita. Sapeva che probabilmente il suo commento l'avrebbe solamente fatta innervosire, ma non poté trattenersi: non la vedeva da giugno, ormai, e assillarla era da anni il suo passatempo preferito.
« Ti sei perso, Potter? Questo è il vagone dei Prefetti » ribatté Lily, perplessa, cercando ugualmente di mostrarsi distaccata e noncurante. Dopotutto la figura di James Potter stonava terribilmente in quell'ambiente, in quel vagone dai morbidi sedili rivestiti di stoffa verde e dedicato esclusivamente ai Prefetti.
« Oh, lo so! Per questo sono qui! » esclamò però i ragazzo, e indicò la spilla attaccata al proprio mantello. Con suo sommo orrore, Lily vide la C stampata sopra la spilla – messa totalmente di fretta, lei ne era sicura, perché altrimenti non l'avrebbe fissata al contrario.
« Tu sei stato eletto Caposcuola? » gracchiò, spalancando gli occhioni verdi e facendo sogghignare il ragazzo.
Non era possibile, non era semplicemente possibile, si disse Lily. Sapeva che era intelligente, ma di sicuro non era diligente né tantomeno affidabile: che cosa si era bevuto Silente quando aveva deciso di nominarlo Caposcuola?
« Già » disse James, annuendo. « Siamo colleghi, ora. Non sei felice? Il sogno della tua vita è finalmente diventato realtà! »
Il sopracciglio di Lily scattò rapidamente verso l'alto, arcuandosi e facendo sì che la ragazza potesse esibire l'espressione più scettica del proprio repertorio. Erano anni che le cose, tra loro due, andavano avanti così; lui scherzava e le faceva una battuta, alla quale lei rispondeva prontamente con una risposta tagliente, finendo così per dare il via ad uno dei loro soliti litigi. Se c'era qualcosa che gli studenti di Hogwarts avevano imparato a riconoscere, infatti, erano i segnali che presagivano una delle discussioni tra James Potter e Lily Evans.
Solitamente era lui a cominciare il tutto, cercando di innervosirla come meglio poteva: o facendo uno scherzo a qualche povero malcapitato che gli capitava sotto tiro, o facendo commenti allusivi diretti proprio alla ragazza, o appellando magari il libro che quel giorno lei portava sottobraccio. Tutto ciò era noto come fase uno. Dopodiché si passava alla cosiddetta fase due, durante la quale il ruolo principale era quello di Lily; in base a ciò che lui faceva o diceva per irritarla, infatti, lei sceglieva cosa fare: se rispondergli a tono, o affatturarlo. Al termine di questa fase cominciava la fase tre, una delle preferite dal resto degli studenti: James parava con tranquillità l'incantesimo, quando lei decideva di scagliargliene uno contro, per poi passarsi una mano tra i capelli scuri e sfoderare uno dei suoi sorrisi a trentadue denti. Come se questo non bastasse a spazientire ulteriormente la ragazza, James non dimenticava mai di andare avanti con la fase quattro, che consisteva in sei semplici parole, le quali erano ben presto diventate la sua frase più famosa: « Vieni ad Hogsmeade con me, Evans? ». Al ché, Lily, lanciandogli l'ennesima occhiata assassina, gli rispondeva prontamente: « Non uscirei con te neanche se dovessi scegliere tra te e la Piovra Gigante », prima di andare via a testa alta, portando a termine l'ultima fase, la fase sei.
« Lavorare con te non è esattamente un mio sogno, Potter » ribatté Lily con uno sbuffo alterato. « Al massimo, è il mio incubo ».
La risata squillante di James attirò li sguardi di alcuni Prefetti già seduti sui vari sedili, perciò il ragazzo – complice anche l'occhiata ammonitrice di Remus – preferì lasciar perdere quello che per anni era stato il suo obbiettivo e divertimento principale.
« Tranquilla, Evans, il tuo segreto è al sicuro con me. Non dirò a nessuno che in realtà hai sempre voluto lavorare con me... » mormorò a bassa voce, chinandosi per poterle parlare a poca distanza dall'orecchio, senza potersi trattenere; quando la vide corrucciare la fronte e aprire la bocca per ribattere, però, si raddrizzò nuovamente e continuò a parlare. « Inoltre, dal momento che siamo i due nuovi Caposcuola, penso che dovremmo alzarci e prendere in mano la situazione ».
Così dicendo, il ragazzo le rivolse un ultimo sorriso a trentadue denti, prima di fermarsi al centro del vagone; la mano gli corse involontariamente tra i capelli scuri, spettinandoli ulteriormente. Dopo aver lanciato un'occhiata a metà tra il basito e l'infastidito a Remus, come a sfogarsi, e avendo ricevuto in risposta una semplice alzata di spalle, Lily seguì James in mezzo al vagone, sotto gli sguardi perplessi della maggior parte dei presenti.
« James, davvero ti hanno fatto Caposcuola? » domandò Benjamin, a metà tra il divertito e lo scioccato.
« Già, Benjy » confermò lui, passandosi di nuovo la mano tra i capelli, e Lily provò l'impellente desiderio di amputargli le mani. Il Tassorosso lo guardò ancora qualche secondo a bocca aperta, come se stesse per dire qualcosa, ma poi ci ripensò e si strinse nelle spalle, ridacchiando tra sé e sé.
« Okay, Capuscuola a parte, manca qualcuno? » domandò Lily. Gli altri Prefetti si guardarono intorno e negarono, perciò la ragazza proseguì. « Per ora non credo ci sia bisogno di dire granché, parleremo meglio durante la prima riunione ad Hogwarts. Oggi pattuglierete il treno insieme al Prefetto del vostro stesso anno e della vostra stessa Casa ».
« Come decidiamo quale Casa comincia? » domandò un ragazzo di Corvonero del Quinto anno.
« In quanto Caposcuola, inizieremo io ed Evans » rispose James, lanciando poi uno sguardo al Prefetto dell'ultimo anno di Serpeverde: Severus Piton continuava a guardarlo come se volesse incenerirlo lì, sul posto. James non poté trattenersi dal ghignare leggermente: dopotutto, lui e l'altro ragazzo non erano mai andati d'accordo, anzi, era dal terzo anno che ogni tanto si lanciavano contro alcune fatture o incantesimi..
Per quanto riluttante, in ogni caso, Lily dovette ammettere che quanto suggerito dal proprio compagno di Casa fosse la cosa più saggia da fare.
« Dopo di noi, andremo in ordine alfabetico. Prima Corvonero, poi Grifondoro, Serpeverde e infine Tassorosso. D'accordo? »
Tutti quanti annuirono, ma una ragazza del Sesto anno di Serpeverde alzò la mano e Lily le fece segno di parlare. La ragazza, che aveva lunghi capelli neri e occhi castani, puntò lo sguardo su James, pensierosa; sedeva vicino a uno dei finestrini del vagone, e sebbene fosse lontana qualche metro da loro la giovane Caposcuola riuscì comunque ad appurare che nei suoi occhi non c'era alcun pregiudizio o fastidio: sembrava solo curiosa.
« I Caposcuola non dovrebbero prima essere stati Prefetti? Potter non lo è mai stato. Io non ho nessun problema, però non capisco il motivo. Non potevano scegliere Lupin? Ora ci sono tre ragazzi del Settimo anno di Grifondoro che fanno i Prefetti » disse infatti, perplessa.
Lily la conosceva solo di nome – si chiamava Jennifer Bole e frequentava il sesto anno – e sapeva che lei era una delle poche a non avere problemi con i Mezzosangue o i Nati Babbani.
James si passò una mano tra i capelli, non sapendo cosa rispondere. Effettivamente, anche lui se lo era chiesto: si era aspettato di venir nominato Capitano della squadra di Quidditch, non Caposcuola. All'inizio, a essere onesti, ci era rimasto anche male: l'anno precedente si era impegnato come non mai per poter far vincere a Grifondoro la Coppa del Quidditch, ed era tornato a Godric's Hollow con la certezza che il titolo di Capitano quell'anno sarebbe stato suo.
« Non te lo so dire, Bole » ammise il ragazzo. « Neanche io me lo aspettavo ».
« Nessuno se lo aspettava » commentò Severus Piton, alzando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia al petto.
Lily gli lanciò un'occhiata a metà tra l'infastidito e il concorde.
« Silente avrà avuto i suoi motivi » si ritrovò a dire. Non sapeva perché si fosse messa a difendere James Potter, ma Silente, per quanto potessero essere discutibili le sue scelte, non era uno sciocco. « Detto questo, potete andare ».
I Prefetti annuirono e un po' alla volta tutti quanti lasciarono il vagone. Lily aspettò vicino alla porta che i due Malandrini finissero di parlare per poter cominciare la ronda insieme all'altro Caposcuola. Quando i due smisero di chiacchierare, le si avvicinarono; Remus la salutò con la solita gentilezza, prima di andarsene.
« Immagino quanto tu sia felice di dover pattugliare insieme al sottoscritto » commentò scherzosamente James mentre cominciavano la ronda.
Lily gli lanciò un'occhiata di sfuggita e si lasciò sfuggire un brontolio, ma non rispose. James, al contrario delle aspettative, rise e non fece altri commenti come suo solito.
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Sotto La Pelle [Malandrini, 1977-1978]
FanfictionSe c'era qualcosa che gli studenti di Hogwarts avevano imparato a riconoscere, infatti, erano i segnali che presagivano una delle discussioni tra James Potter e Lily Evans. Solitamente era lui a cominciare il tutto, cercando di innervosirla come me...