Hogsmeade

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Quando arrivò in Sala Grande, la trovò chiassosa come suo solito.

Gli studenti chiacchieravano ad alta voce, sapendo che in ogni caso le loro voci si sarebbero confuse con quelle degli altri mentre i professori presenti, seduti al loro tavolo in fondo alla Sala, mangiavano tranquillamente e discutevano di affari personali o di argomenti scolastici. Il soffitto incantato minacciava pioggia e, lanciando uno sguardo al portone, Mary poté notare che anche il tempo fuori non prometteva bene.

Speriamo che domani non piova – pensò, camminando tra i tavoli di Tassorosso e Grifondoro, per raggiungere Marlene McKinnon, della quale aveva appena scorto la chioma bionda.

Non erano molto amiche – Marlene poteva sembrare piuttosto frivola, vista da fuori, e Mary era sicura che fosse proprio quella la sua intenzione –, ma la ragazza sapeva essere simpatica e riusciva a farla divertire senza chiedere niente. Era decisamente singolare, per essere una Grifondoro: non aveva – o almeno non dimostrava di avere – le caratteristiche appartenenti a quella Casa, anche ne faceva parte, ma tutti sapevano che insinuare una cosa del genere davanti a lei significava trascorrere in Infermeria almeno una notte.

Marlene aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, più chiari di quelli di Mary, e un carattere allegro e vivace; a volte però s'incupiva, e lanciava delle rapide occhiate in direzione del tavolo di Serpeverde. Mary più di una volta aveva seguito il suo sguardo, ma aveva sempre fatto finta di niente: per quanto fosse rumorosa, infatti, Marlene non amava parlare di se stessa, e lei non voleva metterla a disagio.

« Ehi, Marlene » le sorrise, sedendosi di fronte alla ragazza.

L'altra sollevò il capo dalla copia di Strega Oggi che stava leggendo e ricambiò il suo sorriso, raggiante come al solito.

« Splendore, ciao! » la salutò di rimando, chiudendo la rivista e riponendola in borsa. « Come va la vita? »

« Oh, tutto bene » rispose Mary, spalmando della marmellata di mirtilli su una fetta di pane tostato. « Tu invece? »

« Benissimo! » trillò Marlene, entusiasta, facendola sorridere di rimando. Quella ragazza aveva quell'allegria contagiosa che ti contagiava, nel bene e nel male, perché, anche se a volte si oscurava, poi tornava a brillare, più accecante di prima.

« Come mai così felice? » le chiese, versandosi dell'acqua nel calice.

Mentre infilzava con la forchetta un pezzo di salsiccia, Marlene disse: « Hai presente Hopkins? Il Capitano di Tassorosso, per intenderci » - Mary annuì, capendo già dove volesse andare a parare l'altra. « Ecco: mi ha invitata ad uscire. Non è meraviglioso? Sì, insomma, Hopkins è un figo da paura. No? »

Lei rispose di sì, ma dal tono che la ragazza aveva usato sembrava quasi che volesse convincere se stessa di ciò e non la sua interlocutrice.

Chissà che ha – meditò, pensierosa, e si mise nel piatto un po' di uova strapazzate.

« Tu invece con chi andrai ad Hogsmeade, Mary? » le domandò, distraendola dalle varie opzioni che si accavallavano nella mente dell'interpellata, che cercava di trovare un motivo al comportamento di Marlene.

« Oh » rispose Mary, sentendosi subito dopo una completa idiota. Si grattò i capelli dietro l'orecchio, come faceva sempre quando era nervosa, poi, sotto lo sguardo luccicante e azzurro di Marlene, aggiunse: « Con gli altri. Sai, James, Lily e tutti loro ».

Gli occhi dell'altra si spalancarono per pochi secondi, prima che la proprietaria si esibisse in un radioso sorriso a trentadue denti. Non sembrava stupida, solo molto allegra.

« Anche Sirius, eh? » le domandò con l'aria di chi la sapeva lunga, mentre Mary cercava in tutti i modi di mostrarsi perfettamente calma.

« Come? » fece allora lei, schiarendosi la voce.

Sotto La Pelle [Malandrini, 1977-1978]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora