« James, te la senti di venire agli allenamenti? » gli aveva chiesto Lucas quella mattina, guardandolo con apprensione. James odiava quello sguardo: non voleva la pietà della gente.
Era passata ormai quasi una settimana dal funerale di suo padre e più volte si era accorto delle occhiate che qualche studente gli aveva lanciato: alcuni sembravano aver paura che potesse dare di matto da un momento all'altro, mentre altri sembravano temere che potesse crollare in qualunque momento.
James avrebbe voluto lanciare una fattura contro quelle persone, ma aveva deciso di fare finta di niente e comportarsi come l'adulto quale era: era la scelta più saggia di tutte, ma questo non significava che le occhiaie preoccupate della gente non lo infastidissero più.
« Certo » aveva risposto lui quasi subito, come a sfidarlo a ribattere.
Lucas aveva annuito e se n'era andato, uscendo dal buco del ritratto.
Così, nel pomeriggio, James aveva preso la propria scopa e si era diretto verso il campo da Quidditch. Negli spogliatoi, mentre tutta la squadra si cambiava, si era sentito più volte osservato, ma aveva fatto finta di non notarlo e aveva deciso di dare le spalle a tutti gli altri suoi compagni di squadra.
« Su, in campo! » esclamò Lucas, uscendo dallo spogliatoio, e il resto della squadra lo seguì dopo poco, montando, una volta fuori, ognuno sulle propria scopa.
I due Battitori, Laura Sloper e Mark Summerby, volarono in alto, tenendo strette le loro mazze e iniziando subito a colpire i Bolidi non appena Lucas li ebbe liberati dal baule in cui li tenevano di solito.
Lucas passò poi la Pluffa a Sally Prynn, una dei Cacciatori, che iniziò subito a fare qualche passaggio insieme a Kevin Smith e James; subito dopo, Jack guardò Zach O'Flaherty, gli fece un cenno col capo ed aprì il palmo della mano destra, che fino ad allora aveva tenuto chiuso a pugno: con un rapido bagliore dorato, il Boccino schizzò via velocemente.
L'allenamento andava ormai avanti da quasi un'ora, e James non riusciva a trovare la concentrazione necessaria; cercava in tutti i modi di segnare più punti possibili e tenere alla bada i propri pensieri, mentre la voce di Abercrombie che urlava ordini a tutti i giocatori gli riempiva le orecchie.
Solitamente, James non aveva problemi a centrare uno dei tre anelli; gli bastava impegnarsi un po', ma quella volta proprio non ci riusciva.
A volte, infatti, gli affioravano alla mente ricordi di suo padre: i suoi consigli su come sfruttare al meglio il vento quando era in volo, o la sciarpa del Puddlemore United legata alla testata del suo letto che suo padre gli aveva regalato qualche Natale prima, o i pomeriggi trascorsi a passarsi la Pluffa in giardino, volando basso per non farsi vedere dai Babbani.
« James, cosa diamine stai facendo? » urlò Lucas, sotto di lui, vicino alle porte. Sembrava furioso. « Abbiamo bisogno di tre Cacciatori, non due! » aggiunse, indicandogli Sally e Kevin.
I due sembravano terribilmente in imbarazzo e molto dispiaciuti, ma James sapeva che Lucas aveva ragione.
James annuì, mentre Lucas urlava un'altra volta qualcosa che lui non comprese.
Suo malgrado, James doveva ammettere che Lucas sapeva il fatto suo in quanto a Quidditch, ed era anche un bravo Capitano: forse era un po' duro, ma riusciva ad ottenere risultati eccezionali e per questo James non riusciva a biasimarlo quando pretendeva il massimo dalla squadra.
Organizzava sempre con cura gli allenamenti, e pianificava ogni cosa: durante il primo allenamento, infatti, aveva detto loro che aveva messo a punto diversi schemi di gioco, in modo da non risultare mai prevedibili e da non dare alcun vantaggio alle altre squadre.
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Sotto La Pelle [Malandrini, 1977-1978]
FanfictionSe c'era qualcosa che gli studenti di Hogwarts avevano imparato a riconoscere, infatti, erano i segnali che presagivano una delle discussioni tra James Potter e Lily Evans. Solitamente era lui a cominciare il tutto, cercando di innervosirla come me...