E invece ho paura - parte 2

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Quando il Medimago le chiese di uscire, dal momento che l'orario di visita era finito da ormai più di un quarto d'ora, Lily si vide costretta ad alzarsi dalla sedia accanto al letto di James e salutarlo.

Gli diede un bacio sulla guancia, prima di avviarsi verso la porta; si girò poco prima di uscire, un piede già fuori dall'uscio.

« Rimettiti presto, James » gli disse con il cuore in mano, rivolgendogli un sorriso pieno di calore ed affetto che gli fece perdere qualche battito.

Lui annuì, non trovando parole che potessero spiegarle quanto piacere gli avesse fatto vederla lì al proprio capezzale, e lei gli sorrise un'ultima volta prima di uscire definitivamente dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.

Chiudere gli occhi e prendere un respiro profondo fu qualcosa di automatico, di necessario: l'immagine di James steso a terra in quel vicolo le ritornava in mente di continuo, ma lui aveva ragione quando diceva che, per fortuna, era tutto finito per il meglio. Lily non osava neanche immaginare in che altri modi sarebbe potuta finire tutta la faccenda, non riuscendo a trovare in se stessa il coraggio di pensare a quanto potere la guerra avesse su ciascuno di loro.

Si allontanò dalla stanza 209 lentamente, senza fretta, ripercorrendo con la mente tutti gli avvenimenti di quel giorno e pensando per l'ennesima volta a quanto fossero stati fortunati ad uscirne vivi.

Fu in quel momento, mentre tornava col pensiero a quegli ultimi momenti passati al bar insieme a tutti gli altri, che qualcosa la colpì all'improvviso, facendola arrestare nel bel mezzo del corridoio.

I suoi piedi ricominciarono a muoversi prima che lei se ne rendesse conto, scendendo le scale per raggiungere la reception al piano terra. Era a metà del corridoio che la separava dalla propria meta, quando una figura le si piazzò di fronte, costringendola a fermarsi.

« Proprio chi speravo di trovare » commentò la figura, e Lily riconobbe la voce di Sirius prima ancora di alzare gli occhi per incontrare quelli di lui.

« Black, meno male che sei qui! » esclamò lei, afferrandolo per un braccio e trascinandolo verso la sala d'attesa.

« Wow, Evans, non pensavo che saresti mai stata così contenta di vedermi » commentò lui, lasciandosi guidare finché non si fermarono accanto al distributore automatico d'acqua.

Lei lo fulminò con lo sguardo, ma decise di sorvolare e di andare dritta al punto. Non aveva tempo da perdere con i suoi giochetti, ma almeno questo le fece capire che gli altri non dovevano stare in condizioni critiche.

« Dov'è Mary? Come sta? » gli chiese immediatamente, decisa. « Remus e Peter? »

« Onestamente speravo che tu sapessi dirmi qualcosa di più su Remus e Peter » ammise Sirius, inarcando un sopracciglio, perplesso. « Per quanto riguarda Mary... l'hanno ricoverata per una gamba rotta e un trauma cranico, ma ora si è ripresa quasi del tutto. Dovrebbero dimetterla domani mattina ».

Lily annuì, leggermente rincuorata, prima di lasciarsi cadere sulla poltrona vuota più vicina.

« James come sta, invece? » le domandò il ragazzo, andandosi a sedere accanto a lei. « Roger mi ha detto che eravate qua, ma non so nient'altro. Cos'è successo? »

« Se te lo raccontassi non mi crederesti » disse Lily, poggiando i gomiti sulle ginocchia e affondando il viso nelle proprie mani. « Anche io faccio fatica a crederci ».

« Mettimi alla prova » ribatté Sirius, non sapendo bene cosa aspettarsi.

« Lo abbiamo visto » sussurrò lei, abbassando notevolmente il tono di voce per non farsi sentire da orecchie indiscrete. « Tu-sai-chi. Lo abbiamo visto ».

Sotto La Pelle [Malandrini, 1977-1978]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora