«Evans, possiamo andare?»
Quando la voce di James raggiunse le sue orecchie, Lily alzò subito gli occhi dal libro di Alchimia che teneva aperto sulle gambe. Era seduta su una poltrona della Sala Comune, davanti al camino ardente, e lui le si era avvicinato così silenziosamente che non se ne era neanche accorta.
Prima di pensare a ciò che stava effettivamente dicendo, si lasciò scappare un «Cosa?» abbastanza confuso, ma ci mise appena un paio di secondi per capire di cosa stesse parlando James, perciò disse: «Giusto, la ronda. Scusami, avevo la testa da un'altra parte».
Lui trattenne a stento una risata, limitandosi a piegare le labbra in una smorfia divertita.
«Nessun problema, Evans» le assicurò. «Se vuoi possiamo andare anche tra cinque minuti».
«No, no, tranquillo» esclamò lei, chiudendo il libro e riponendolo nella propria borsa. «Tanto avevo praticamente finito».
A quel punto Lily si alzò e, dopo essersi lisciata e sistemata per bene la divisa, si tastò le tasche per essere certa di non aver lasciato la bacchetta in camera. Quando ne riconobbe la consistenza, sfiorando la tasca della gonna, annuì tra sé e sé ed afferrò il proprio mantello dallo schienale della poltrona. Se lo passò sulle spalle, lasciando che le ricadesse poi sulla schiena, e lo assicurò chiudendo i ganci.
Una volta fatto tutto ciò, sollevò il viso e tornò a prestare attenzione a James.
«Pronta, Evans?» le domandò per sicurezza, e lei annuì e alzò il mento con sicurezza.
«Certo» rispose, infatti, precedendolo verso il buco del ritratto.
Tuttavia la ragazza, nel prepararsi e tutto, aveva dimenticato la propria borsa ai piedi della poltrona. James se ne accorse, così si premurò di prenderla prima di seguire Lily verso l'uscita della Sala Comune. La raggiunse subito, con poche falcate. Lei si era appena girata, quando James l'affiancò.
Lo guardò dritto negli occhi e sollevò le sopracciglia, insospettita dal sorriso malandrino che aveva fatto capolino sul viso di James.
«Che c'è?» indagò, lanciandosi un'occhiata dietro: tutto nella Sala Comune, però, sembrava normale.
«Una certa ragazza dai capelli rossi aveva dimenticato la borsa» le rispose il ragazzo, facendo spallucce e porgendole la tracolla.
Quando la vide arrossire appena sulle guance, il suo sorriso non poté che allargarsi ulteriormente. Nonostante stesse cercando in tutti i modi di farle capire che non era più il ragazzino arrogante di qualche anno prima, infatti, non poteva negare a sé stesso che complicarle un po' la vita lo divertiva ancora da morire. Ogni volta che si imbarazzava o che si arrabbiava, inoltre, Lily aveva l'abitudine di mordersi nervosamente l'interno delle guance, assumendo un'espressione che lui per anni aveva ritenuto divertente e che poi, col passare del tempo, aveva iniziato a reputare assolutamente adorabile.
«Oh» borbottò lei, presa in contropiede, allungando la mano per afferrare la propria borsa. «Be'... grazie?» tentò subito dopo, mentre se la sistemava su una spalla.
«Non c'è di che» fece James, sorridente, liquidando il discorso con un gesto svogliato della mano. «Stavi dicendo qualcosa, prima?»
«Niente di importante» rispose Lily, uscendo per prima dalla Sala Comune. Quando anche lui l'ebbe seguita all'esterno, parlò nuovamente: «Quali piani dobbiamo controllare stasera?»
«Ma come?» esclamò il ragazzo, guardandola con espressione divertita. «La nostra Caposcuola non se lo ricorda?»
Lily roteò gli occhi e si trattenne dal lanciargli un'occhiataccia o ribattere in maniera eccessivamente scontrosa.
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Sotto La Pelle [Malandrini, 1977-1978]
FanfictionSe c'era qualcosa che gli studenti di Hogwarts avevano imparato a riconoscere, infatti, erano i segnali che presagivano una delle discussioni tra James Potter e Lily Evans. Solitamente era lui a cominciare il tutto, cercando di innervosirla come me...