Ricordi

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Il suono della voce di Randy, che canta in maniera stonata, fa si che i miei sensi si risveglino dal loro stato di trans. 

La solita monotonia ricomincia sin dalla prima mattina, gli uccelli cinguettano ed io credo di non sopportare più questo ripetitivo manifesto di felicità che io, poco a poco, sto perdendo. Sembrerò pessimista o autolesionista ma credo che, ormai, tutto ciò che dovrebbe succedermi non accade mai. Andrew non ha più cercato di screditarmi, per mia fortuna, ciò significa che la sua furia si è placata e che nei miei confronti non ci sarà alcuna vendetta. 

E' l'inizio di ottobre, le foglie degli alberi sono di colori, alcune sono già cadute a terra coprendo i prati del vicinato, rendendo il paesaggio artistico e quasi triste perché manifesta l'avvento di una stagione più fredda e leggermente fastidiosa. I bambini, della casa di fronte alla nostra, giocano con le foglie ormai cadute e morte , posizionandole in modo che costituiscano un'enorme ammasso informe di foglie d'acero appassite, in seguito si buttano sul mucchio e sparpagliano nuovamente le foglie su tutto il perimetro del prato; sembrano dei piccoli gattini pronti a gettarsi su un giochino munito di sonaglio. 

La mamma entra nella stanza con pass quasi felino per non farsi sentire da me anche se io mi volto di scatto e la colgo sul fatto stringendola forte a me.

<<Buon giorno tesoro! Tutto okay?>> 

<<Si mamma, tutto okay, non c'è nessun problema, tranquilla.>> 

<<Bene, ti aspettiamo al piano di sotto per la colazione del sabato.>> 

Ed è questa frase che il felice ricordo del fine settimana mi assale dolcemente e risveglia in me l'allegria e l'energia portate dal weekend. Appena i miei piedi toccano terra mi dirigo verso le scale per poi andare in cucina nella quale vengo accolta da un profumo di brownie, bacon e uova strapazzate; mia madre vicino ai fornelli mentre frigge la pancetta, mio padre la affianca e mi da un bacio sulla guancia pallida mentre mio fratello mi saluta con un cenno del capo anche se ha lo sguardo puntato sullo schermo lucido del telefono, sicuramente starà scambiando qualche messaggio con Madison. Addento il primo pezzo di brownie alle noci mentre con la mano destra prendo un bicchiere di succo d'arancia; in pochi minuti il pezzo di dolce finisce e sono libera di tornare nella mia camera per deprimermi con i miei pensieri insensati e inopportuni. 

Appena arrivata nella mia stanza indosso dei vestiti comodi per agevolare al meglio la lunga giornata di intenso studio di storia americana; apro il libro e mi appare davanti una pagina dedicata all'indipendenza dalla Gran Bretagna e al primo presidente statunitense: George Washington. 

Il tempo passa in un battito di ciglia e noto che è passato mezzogiorno e il mio stomaco si lamenta attraverso gorgoglii improvvisi, ma stranamente regolari. Il pranzo è veloce e silenzioso e appena ritorno in camera comincio a fare ricerche a proposito dei college ai quali sono interessata: NYU, Oxford e Georgetown University; due delle tre che ho scelto si trovano abbastanza vicine a casa mia mentre l'università di Oxford si trova in Inghilterra, tutti e tre ti donano la possibilità di avere un futuro promettente in tutti i cinque continenti. I miei genitori vorrebbero che io scegliessi la Georgetown University perché continuerei a vivere con loro nel loro stesso stato anche se io preferirei andare in Inghilterra, che è sempre stata il mio più segreto sogno.

Ricevo un messaggio da parte di Michael che mi chiede, gentilmente, come sto e se sono di buon umore. 

-Ciao Michael. Sto bene, grazie, e tu?-  

In due minuti arriva la sua risposta munita di emoticon, per rendere il messaggio più dolce e bambinesco.

-Sto bene piccola Jhonson, grazie. Hai qualcosa da fare questo pomeriggio? <3

Penso alla sua richiesta, dovrei finire di fare ricerche sulla NYU e sulla Georgetown. 

Corro al piano di sotto per chiedere il permesso ai miei genitori per uscire con Michael, per un'eventuale proposta. 

<<Mamma , p-p-posso uscire c-con Michael?>> Vado, quasi, in iperventilazione a causa della corsa, tutta la mia agitazione è concentrata in un unico momento nel quale, solitamente, le persone normali cercano di mantenere la calma. 

<<Tesoro, ora calmati e respira, poi cerca di ripetere la frase lentamente in modo che io possa capire ciò che hai detto prima.>>

<<Mamma, Michael mi ha chiesto se questo pomeriggio sono libera e credo che mi voglia chiedere di uscire, posso?>> Lo sguardo di mia madre si illumina insieme al mio mentre la mia voce diventa più acuta. Non riesco a non evitare di fare dei confronti a proposito delle reazioni di mia madre durante la mia relazione con Andrew. 

Avevo quattordici anni quando Andrew mi chiese di metterci insieme e non potevo capacitarmi del fatto che un ragazzo, che conoscevo dall'asilo riuscisse, dopo anni di amicizia, a dichiararsi. Durante il primo anno di liceo era tutto molto diverso; Andrew portava i capelli corti e sembrava uno spazzolino da denti, indossava vestiti larghi ed assomigliava ad un ballerino hip-hop munito, anche, di scarpe da ginnastica blu e verdi, di due taglie più grandi del normale, non faceva ancora parte della squadra di baseball perché diceva che le squadre scolastiche servivano solo ad esaltare l'ego dei giocatori, anche se, circa un anno dopo, entrò volontariamente a far parte della squadra di baseball. 

Ricordo perfettamente il giorno in cui mi chiese di dare inizio alla nostra relazione. 

Era l'inizio di dicembre, eravamo andati in gita per due giorni a New York per visitare la città e i vari musei della grande mela. Eravamo a Central Park durante una passeggiata insieme a tutta la mia classe di storia. Al mio fianco c'erano Leighton e Jessica, che quattro anni fa non stavano ancora insieme, impegnati a proposito della professoressa Webb che si pensava fosse fidanzata con il professor Fawkes; arrivati davanti ad un laghetto nel mezzo del parco, Andrew mi prese la mano sinistra e mi portò a sedere una panchina a pochi metri da me, prese entrambe le mie mani e iniziò a parlare con una disinvoltura innata. 

<<Cara e dolce Elizabeth, ti conosco da quando avevamo quattro anni e ho sempre visto e ho sempre visto qualcosa di incredibilmente bello in te, forse la tua innata bellezza, forse è il fatto che riesci a mettere il bene degli altri prima del tuo, forse è che eccelli in tutto ciò che fai- Piano piano un sorriso si allargò sul viso e i suoi occhi si illuminarono notevolmente dando una nuova luce al suo viso angelico- Ed è per questo che mi sono innamorato di te. Forse mi prenderai per un'idiota perchè non mi sono mai dichiarato, ma credimi io ho iniziato ad amarti da quando a quattro anni, dopo esserti arrabbiata con Mrs Whittier, mi lanciasti in testa e sulle gambe tutti quegli odiosi giocattoli. E con questa mia dichiarazione, Beth voglio chiederti di essere la mia ragazza.>> 

Annuii e mi buttai addosso a lui lasciando languidi baci sulle guance paffute. 

<<Tesoro, è tutto okay?>>

<<Si mamma. Allora , se me lo chiede, posso uscire con lui?>>

<<Come faccio a dirti di no piccola mia.>>

E mi circonda con le sue braccia minute. Ed è con i suoi abbracci che capisco quanto le voglio bene.        

All this time ||H.S||Where stories live. Discover now