tre.

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dopo l'ora di storia, quando sono uscito in corridoio, dei ragazzi mi hanno attaccato al muro.

proprio quando stavo parlando serenamente con Brendon, ma ci credi?

quasi non me ne ero reso conto, solo quando i miei libri sono caduti al suolo con un rumore sordo sono scattato fuori dai miei pensieri.
ovviamente anche il dolore lancinante alla schiena e l'urto assordante contro i freddi armadietti sono stati d'aiuto.

l'alluminio si è quasi piegato dalla forza che Alex* ha impiegato per spingermici contro, sai?

me ne sono accorto perché stavo
fissando il pavimento e ho visto il metallo rimbombare verso l'interno.

tutto per non incrociare i suoi occhi.

mi credi se ti dico che l'anno scorso, quando ancora eravamo nella stessa classe, avevo una cotta per lui?

una di quelle che non ammetteresti nemmeno sotto tortura, comunque.

le parole uscivano dalla sua bocca, a pochi centrimeti dal mio viso, ma io non sono riuscito ad afferrarne il significato perché i colori sgargianti della sua camicia mi hanno distratto.

ora, non sono una persona che giudica, ma dalle mie esperienze personali, uno con una camicia così vistosa non è al 100% etero.
non dovrebbe arrabbiarsi per le voci che circolano su di lui.
e sopratutto su di me.

c'è stata una cosa che ho afferrato al primo colpo.
in una manciata di secondi mi sono ritrovato a terra, la mano automaticamente scattata a proteggere lo zigomo e il naso che erano stati appena colpiti.

Alex mi ha urlato qualcos'altro contro, il pugno serrato pronto a colpire di nuovo.
quando sono riuscito a mettere insieme il suo discorso ho realizzato che era infuriato perché delle fotografie erano girate fra i cellulari dei suoi "amici".

non avevo fatto caso che Brendon era schiacciato contro l'armadietto dove pochi momenti prima c'era la mia schiena, le mani prepotenti di Matty e Dallon fermavano le sue spalle, indubbiamente più forti del mio amico.
lui si stava dibattendo per liberarsi e urlava di lasciarmi in pace, che carino.

gli occhi pieni di odio di Alex mi hanno fatto paura, quelli che prima mi sembravano un posto sicuro dove rifugiarmi adesso non sprezzavano altro che terrore e disprezzo.

ho sentito il sangue scorrermi via dal naso, atterrando sulla mano a grosse gocce, così tante che ho dovuto respirare con bocca.
ho preso tanti respiri profondi per evitare di svenire alla vista del liquido rosso cremisi.
anche se è servito a poco perché il mio cuore stava battendo all'impazzata comunque.

quando il moro ha alzato il braccio di nuovo, però, ho sentito una voce urlare, facendolo bloccare sul posto.

Brendon si è liberato velocemente ed è corso ad aiutarmi, raccogliendo i miei libri e tirandomi per un braccio.
quando mi sono alzato sono subito scappato via, dando uno sguardo veloce al tizio che stava urlando ad Alex, a pochi metri da lui.

sembrava un ragazzino, un po' più alto di me, i capelli e gli occhi marrone scuro.

quando siamo usciti dalla porta principale della scuola mi sono fermato dopo l'angolo, poggiandomi al muro.

odio ammetterlo, ma questa è stata una delle poche volte in cui il mio schermo si è rotto.

ho pianto, le lacrime mi hanno riempito così tanto gli occhi che non riuscivo a vedere nient'altro che sagome offuscate e tremolanti.
Brendon, senza pensarci due volte, mi ha accolto fra le sue braccia, stringendomi forte.
stava tremando anche lui.


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*Alex Turner! !!!! scusate è mio figlio dovevo includerlo

røck 'n' røll suicide || jøshler Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora