diciannove.

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tyler scoppiò a ridere e si alzò.
corse via, lasciando josh sorpreso, che lo ricorse pochi secondi dopo

lo ritrovò fuori, nel piazzale, che se la rideva

"dove hai parcheggiato la macchina? posso guidarti fino ad un posto carino se vuoi"

josh ci pensò un paio di secondi, annuì e portò il ragazzo fino alla sua auto, facendolo sedere al posto passeggero.

quando accese il motore e la radio partì, l'abitacolo fu riempito dalle note dei bring me the horizon.
tyler rimase scioccato.

"amico, non ci credo," disse, girandosi verso josh "ti piacciono davvero loro?"
l'altro rimase perplesso, esitò qualche secondo prima di annuire di nuovo
"cazzo, sono una delle mie band preferite" esclamò, iniziando a cantare ancora una volta.

è tutto così semplice?
chi ti credi di essere?
che fai, mangi da un fast food scadente e poi intraprendi una fuga romantica con uno che conosci appena?!

stai zitto

sei patetico

non è una fuga romantica, non c'è nulla di romantico qui

hai ragione, riderei se ci fosse.
guardati, cosa potrebbe mai trovate uno come tyler in un tipo come te?
se problematico, non sai nemmeno dire qualcosa di sensato

sta' zitto ho detto!!

josh passò così i primi cinque -forse otto, riusciva a contare i minuti quando era in compagnia- in macchina con tyler.
il ragazzo era così intento a scegliere fra la vasta gamma di cd nel vano apposito della macchina che non stava parlando da quando era salito.

si starà annoiando, poveretto

ma tu da che parte stai?

tsk, patetico

i suoi pensieri furono interrotti -fortunatamente- dalla musica.
tyler aveva inserito il cd di thats the spirit e stava già muovendo il capo a tempo di musica.

questa visione lo fece ridere, lo fece distrarre
così tanto che canticchiò qualcosa, ridacchiando ai tentativi di tyler di urlare come oliver.

di tanto in tanto il ragazzo dava indicazione su quale strada girare e, in pochi minuti, i due si ritrovarono appena fuori città, all'entrata di un parco.

"spero non ti dispiaccia, io abito qua vicino e conosco questo posto come le mie tasche," disse quasi timidamente il moro "adoro questo parco."

josh sorrise sincero, scendendo dall'auto.

tyler, felice, prese josh per mano, portandolo fino ad una collinetta, dove si trovava una piccola panchina.

josh non era mai stato lì, a dire la verità non si era nemmeno mai spinto così lontano con la macchina.
la cosa che più lo colpì fu un piccolo e grazioso lago, ai piedi della collinetta.
la luce della luna si infrangeva sulle piccole onde che si creavano grazie al vento.

i due si misero a sedere.

era una piacevole serata, ed era abbastanza caldo da poter stare con una giacca e basta.

josh si decise a parlare, fu proprio lui ad iniziare il discorso.
si sorprese sopra ogni limite, e fu fiero di se stesso.
tyler lo faceva ridere, riusciva sempre a tirare fuori una battuta simpatica da ogni argomento.

josh amava questa capacità, la riteneva quasi un dono o un superpotere.

passarono tutta la serata così, fino a mezzanotte inoltrata, a parlare delle cazzate più inutili che potessero tirare fuori.
seduti accanto, forse un po' troppo vicini per gli standard di josh.
così vicini che le loro ginocchia si toccavano e le loro spalle si sfioravano ogni volta che uno rideva.

røck 'n' røll suicide || jøshler Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora