ventisette.

437 53 108
                                    

sono nervoso
tre ore che giro per casa, mettendo a posto cose che non ne hanno bisogno
non riesco a stare fermo
menomale che le mie sorelle e mio fratello non sono in casa
sai, una di quelle feste a cui non vengo mai invitato

chissà come mai

aha, simpatico
e io che ti do ancora ascolto

certo che mi dai ascolto, sono il tuo unico amico

m-ma tyler è mio amico

ne sei sicuro?

sospirò rumorosamente, guardando l'orologio.
erano già le sette.
tyler avrebbe dovuto arrivare in meno di mezz'ora

aveva paura e non era nemmeno sicuro di star indossando dei vestiti adatti
aveva indosso una maglia nera di Joan Jett and the Blackheart e degli skinny jeans, anch'essi neri.
inoltre, sua madre non la smetteva di tartassarlo di domande a cui non voleva rispondere.
c'era da capirla, la prima persona che portava in casa dalla seconda elementare.

chi è? come si chiama, lo conosco? l'hai conosciuto a scuola? perché hai un altro livido sul viso? da quando hai cambiato i capelli? ha la macchina?ma ti vesti sempre di nero? sembri un becchino.

tutte quelle parole con cui aveva declinato con un "che palle, mamma"

finalmente il campanello suonò, e per poco a josh non scappò un'urletto.

raggiunse la porta prima di suo padre e la aprì, salutando tyler con un grosso sorriso.
fece entrare il ragazzo, presentandolo ai suoi genitori come "suo amico"
josh riuscì a percepire il sorriso forzato e il tono falso nella voce di sua madre.

gli adulti si dileguarono in cucina, lasciando il tempo a tyler di spogliarsi del soprabito e tutto il resto.
appese la giacca e la tracolla, entrambe scure, all'appendiabiti, stirandosi poi i vestiti con le mani.
"come sto? abbastanza formale?" chiese ironico

josh quasi rimase incantato.
non aveva mai visto tyler così, aveva una camicia attillata che gli stava da Dio e dei jeans stretti neri.
le maniche corte della camicia lasciavano intravedere parecchi tatuaggi, minimalisti, lungo tutte le braccia.
di tyler non faceva proprio il tipo da tatuaggi, ma questa cosa gli piaceva e non poco.

vide che anche l'altro ragazzo si era soffermato ad osservare il suo enorme tatuaggio sul braccio.
probabilmente era l'unica cosa del suo corpo che gli piaceva davvero.
sorrise sornione e lo accompagnò in sala da pranzo, dove dovettero sedersi l'uno di fronte all'altro, visto che gli altri posti erano occupati dai suoi genitori.

tutta la cena era abbastanza imbarazzante, con sua madre che continuava a chiedere cose su cose a tyler, civettuola come non l'aveva mai vista.
jmtemette che potesse soffocarlo con tutte quelle parole.

alla domanda "come vi siete conosciuti?" josh quasi si strozzò col suo boccone.
tyler lo guardò, capendo al volo che il ragazzo non aveva detto niente della storia di alex ai suoi.
si inventò una scusa sul momento, spiegando con tono calmo come loro due si fossero incontrati durante l'ora di scienze.

allorché, sua madre, come presa da un illuminazione divina esordì con un "sei tu il ragazzo con cui josh è uscito un paio di giorni fa? cosa avete fatto tutta la sera, cari?"

josh si sentì svenire

davvero, non sapeva se fosse il vino che i suoi avevano messo in tavola per la prima volta o per l'atmosfera che era calata nella sala.

e, come se non bastasse, sentì la scarpa di tyler strusciare contro la sua gamba, dall'altra parte del tavolo.

il moro rispose prontamente, chiarendo che i due erano andati da taco bell e poi si erano fermati in una sala giochi vicino al fast food (come due bros che se la spassano insieme)

josh voleva scomparire, pensando a quello che era successo due giorni prima.

alla fine della cena, quando sua madre portò un dolce un po' troppo farcito in tavola, suo padre si mise a parlare con tyler di ragazze, così, come se suo figlio non fosse neanche presente nella stanza.

vide tyler arrossire ed essere in sincero imbarazzo la prima volta nella sua vita.

/// hey gente
IL PROSSIMO CAPITOLO SARÀ 💯💯💯💯💯 NON FACCIO SPOILER MA 👌💯👌💯👌💯👌💯👌💯

ne approfitto per spammare un po' l'altra mia fanfic, surrealism and metaphysics, è sempre una joshler ambientata negli anni 70 quindi, bho, niente metto troppe virgole, arrivederci , , , ,

røck 'n' røll suicide || jøshler Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora