capitolo 29

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Mi preparo per scendere e in un secondo sono giù nella macchina insieme ad Alessio.
:-Andiamo?-
:-Andiamo.-
Gli rivolgo un semplice sorriso e resto a fissare la città che mi passa davanti agli occhi.
Perché alla fine, Roma ha sempre quel tocco in più.
A partire dalle persone a finire alle abitazioni, ai parchi e ai monumenti. Ogni volta è come se fosse sempre la prima volta, Roma non smette mai di stupire.
Mi lascio andare ad un sospiro.
:-Mary- Alessio poggia la sua mano sulla mia - A che pensavi?-
:-A quanto fosse bella Roma-
:-Eh certo che è bella! Ora andiamo altrimenti troveremo bella solo la sala prove perché ci chiuderanno dentro fino allo sfinimento!-
Scendo dall'auto velocemente e raggiungo in un secondo l'entrata.
I ragazzi sono già tutti in sala relax e appena supero la porta vengo travolta dal tremendo vociare della classe.
Mi guardo intorno e non lo vedo.
Dove sarà ora? Perché non è qui? Mi passano così tante domande per la testa ma non posso restare qui a pensare, Kledi mi aspetta in sala 6!
Prendo la mia roba ed entro.
Lui è già lì al centro della sala.
:-Buongiorno!- sembra sempre così tranquillo e di conseguenza la sua presenza ti tranquillizza anche quando non c'è motivo di essere tranquilli.
******
La lezione sembrava non finire più, e quando finalmente ho il permesso per uscire,mi fiondo in corridoio.
Passo davanti ad ogni sala come al solito ma una delle tante aule attrae la mia attenzione.
Dall'interno proviene una voce spezzata e il suono di un pianoforte.
È incredibile come un solo strumento possa creare ciò che questo ragazzo sta creando in questo momento.
Sta componendo qualcosa... lo capisco dal fatto che ogni poco si ferma ad imprecare a causa degli accordi e delle parole difficili da coordinare tra loro.
Nonostante la difficoltà, è una cosa talmente pulita e semplice.
:-Mary!- la voce di Chiara mi riconduce alle mie ansie, ed in questo momento vorrei ucciderla - vieni in sala relax, che fai lì impalata?-
:-Niente, stavo solo ascoltando-
:-Forza andiamo!-
Mi lascio convincere da lei e insieme raggiungiamo la sala relax.
Cristiano non c'è nemmeno stavolta.
Ci sto male perché alla fine è ancora il mio ragazzo ed ho comunque ancora bisogno di vederlo...anche solo per litigare, ma ho bisogno di incontrare ancora una volta quegli occhi profondi che sin dal primo giorno mi hanno fatto innamorare.
Sento improvvisamente la mano di Alessio incrociarsi alla mia e, no.
Reagisco di botto spostando la mano.
:-Non vuoi che ti tenga la mano?-
:-Facciamo che questa cosa resta per un pò solo tra noi?- con lo sguardo lo prego.
:-Solo perché sei tu, acconsento-
:-Smettila cretino!- lo colpisco con un cuscino e riesco a sentire soltanto le nostre risate sincronizzate.

Veniamo bloccati dal suono del mio cellulare.
La lezione con la Peparini! Me ne ero già dimenticata.
Ripercorro il corridoio e risento quel suono, ma la voce stavolta è più calma, molto più dolce rispetto a prima.
È incredibile quello che mi succede quando sento la voce di questo ragazzo, vorrei tanto poter entrare ma devo fare lezione.
Sbuffo e corro verso la sala 4.
:-Tesorino!- mi sorride
:-Buongiorno maestra!- corro ad abbracciarla.
:-Oggi ti voglio carica anzi carichissima, oggi più di qualsiasi altra volta devi dimostrarmi cosa hai dentro.- mi porge le cuffie -ascoltala e poi mi dirai-.
Metto le cuffie e sin dalla prima nota mi estraneo da tutto questo schifo che sto vivendo.
"The scientist" dei Coldplay. Quante emozioni e quante storie legate a questo pezzo. Solitamente ascoltavo questa canzone quando ero triste, magari sul letto, dopo una giornata tremenda a scuola, le solite e quotidiane sei ore di lezione di danza, persa in tutti i pensieri che una ragazza appena adolescente possa pensare.
Ultimamente però stanno cambiando tante cose.
Sto diventando così abituata a stare male, che piano divento sempre più forte. Riesco ad affrontare molte più cose rispetto a qualche mese fa.
Ce la sto facendo.
Mi tolgo le cuffie e sorrido alla Peparini.
:-Ti piace?-
:-Moltissimo, grazie-.
Inizio a memorizzare le varie sequenze e poi esco dalla sala.
Questa è stata l'ultima lezione della giornata e presa dall'euforia inizio a ripercorrere correndo il corridoio.
Il suono che proviene da quell'aula non è cambiato. Sempre quel suono così dolce e semplice di prima,ma ora non ce la faccio. Prendo coraggio e apro la porta..

let me dance|| Cristiano Cosa ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora