10° capitolo

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Andai da un fioraio con il mio migliore amico Giuseppe e comprai una rosa rossa unita ad una spina di grano, la signora mi disse che porta fortuna.
Mah, speriamo bene.

Una volta comprata, vidi che si erano fatte già le 12.40 e avevo ancora un pò di tempo per avviarmi verso casa di Anastasia e aspettarla.

Lei sarebbe uscita da scuola alle 13.00 e per quanto fosse lenta, sarei arrivato in anticipo.

Però prima di avviarmi verso la sua abitazione, dovevo assicurarmi che stesse a scuola e non a casa.

Decisi di inviare un messaggio a una sua amica.
"Alee" le scrissi.
"Dimmi Nico" mi rispose subito.
"Dov'è Anastasia?".
"Perchè?"
È arrabbiata anche lei con me!?
"Per favore, dimmi se è a scuola" misi l'emoction con le mani a mò di preghiera.
"A patto che mi dici cosa devi fare".
Questa è un'impicciona.
"Sono sotto casa sua con una rosa per farmi perdonare e vorrei sapere dove sia".
"Che carinooooo, comunque si sta qui".
"Ok grazie mille Ale, alla prossima".
"In bocca al lupo. Anche se sarà difficile farti perdonare con una rosa" stronza.
"Crepi ma non ti ci mettere anche tu".
" Ok ok, ciao caro" non le risposi e più passavano i minuti, più iniziavo ad agitarmi e le mani mi sudavano.

Ok ho ancora un pò di tempo per ripetere quello che dovrei dirle.
Si il cazzo, non ricordo più niente.
Vabbè improvviserò.

Da lontano vidi arrivare Marika e Anastasia.

Quest'ultima era proprio figa.

Occhiali da sole della ray-ban, jeans strappati, convers, una camicia a tre quarti lunga a quadri rossi e neri e lo zaino.

Bellissima.

Lei inizialmente non mi vide, infatti parlava e gesticolava con l'amica, mentre Marika si accorse della mia presenza e cambiò espressione.

Anastasia se ne accorse e si voltò verso di me.

Il suo sorriso scomparve e in quel momento mi insultavo da solo per essere venuto qui con questa stupida rosa che nascondevo dietro la schiena.

Arrivate davanti al suo portone Marika salutò entrambi e se ne andò, lasciando noi due da soli.

Non parlavamo e alla fine lei ruppe il ghiaccio.

"Allora? Che ci fai qui?" disse tranquillamente.
"Beh vorrei parlarti" dissi nervoso.
"Parla" ecco che ritorna acida.
"Beh si..io praticamente..." stavo sudando freddo. "Allora mi dispiace tantissimo come è finita la nostra amicizia. Sono stato stupido a comportarmi in quel modo e giuro che non pensavo e non penso che tu sia una ragazza facile. Anzi sei molto diversa dalle altre perché mentre loro non mi dicevano mai di no, tu eri l'esatto opposto. Mi tenevi testa e quando ti impuntavi su una cosa era difficile farti cambiare idea. Mi sei mancata e credo che a causa o grazie a questo allontanamento sono maturato. Ho voglia di rimettere i vecchi pezzi del puzzle al loro posto e iniziare da zero con te. Sto iniziando a provare dei sentimenti diversi e di questo ho paura..Ho paura che non siano ricambiati" e in quel momento cacciai la rosa.

Lei guardò prima me e poi la rosa e poi di nuovo me. Era impassibile.
Senza espressione.
Vuoto.

"Quando hai studiato questo discorso, stanotte?" dice incrociando le braccia al petto. Ma è seria?
"No sono parole sincere" dico nervoso.
"Beh sappi che potranno anche essere parole sincere ma tutto il male che hai fatto nei miei confronti non lo dimenticherò mai" dice prendendosi la rosa e annusandola.

"Mmh profuma" dice ridendo con ancora la rosa vicino al viso.

Era buffa.

"Già" dico soltanto.
"Comunque possiamo tornare ad essere dei "semplici" amici e niente più. Per quanto riguarda i sentimenti, mi dispiace ma non la penso come te" lo sapevo, lo sapevo.
"Potremmo provare a uscire solo noi due, così vedrai che sono cambiato e magari un giorno riuscirai a ricambiare i miei sentimenti" dico.
"Un ragazzo di diciassette anni non cambia così, dal giorno alla notte. Credo che tu sia rimasto quello di sempre".
"Ma ti rendi conto che sono venuto fin sotto casa tua con una rosa per farmi perdonare? Si ok avevo studiato un discorso da dirti ma l'ho dimenticato e ho improvvisato. Tutto quello che ti ho detto è vero, giuro. Appena ti ho visto ho iniziato a tremare e sudare freddo, questo effetto nessuno me l'ha mai fatto. E ora non vuoi darmi nemmeno una cazzo di possibilità?" dico nervoso.

Lei mi diede soltanto un bacio sulla guancia ed entrò in casa lasciandomi lì.
Lo sapevo che non dovevo fare niente, lo sapevo.
Ho fatto solo una grandissima stronzata.

Fine pov's Nicola

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