11° capitolo

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Pov's Anastasia

Era l'ultima ora e facevamo francese, ovviamente non seguì molto in quanto questo materia poco mi interessa.

Ad un tratto vidi Alessia, la mia compagna di banco, prendere il cellulare e iniziare a messaggiare.

Lei non lo usa mai in classe quindi è strano che oggi lo stia usando.

Dato che la mia curiosità supera tutto, ho allungato un pò l'occhio e vidi scritto "messaggio da Nicola".

No vabbè ditemi che è uno scherzo. Loro due si frequentano??

Basta, tanto a me non interessa niente.

Facessero quello che vogliono.

Se si amano è giusto che stiano insieme.

Per fortuna riuscì a leggere un messaggio da parte di Nicola che mi fece cambiare idea.

"Anastasia è lì a scuola?" e poi riuscì a leggere di sfuggito la parola "rosa".
Bah, Alessia mise a posto il telefono e io feci finta di essere interessata alla lezione.

Suonò la campanella e io e Marika facemmo la stessa strada visto che abitivamo vicino.

Svoltai l'angolo e parlai tranquillamente con lei quando ad un tratto non parlò più perché guardava un punto fisso davanti a lei.

A quel punto mi voltai verso quella direzione e lo riconobbi. Era Nicola.
Sotto casa mia.
Da solo.
Stavo andando nel panico.
Cosa ci fa qui?
Magari si trova lì per caso.
Sto impazzendo.

Quando arrivai davanti al portone, Marika salutò me e lui lasciandoci da soli.

Visto che non si muoveva e non parlava, decisi di fare il primo passo.

"Allora? Che ci fai qui?
Lui iniziò a balbettare e tremare ma poi si riprese e mi disse
"Allora mi dispiace tantissimo come è finita la nostra amicizia. Sono stato stupido a comportarmi in quel modo e giuro che non pensavo e non penso che tu sia una ragazza facile. Anzi sei molto diversa dalle altre perché mentre loro non mi dicevano mai di no, tu eri l'esatto opposto. Mi tenevi testa e quando ti impuntavi su una cosa era difficile farti cambiare idea. Mi sei mancata e credo che a causa o grazie a questo allontanamento sono maturato. Ho voglia di rimettere i vecchi pezzi nel puzzle al loro posto e iniziare da zero con te. Sto iniziando a provare dei sentimenti diversi e di questo ho paura..Ho paura che non siano ricambiati" disse tutto d'un fiato.

Ad un tratto da dietro la sua schiena sbucò una rosa rossa con una spina di grano e me la diede.
Ero rimasta scioccata dal suo discorso ma non potevo cedere.
Non ora che ero riuscita ad evitarlo e ad andare avanti per due mesi, nonostante lui mi piacesse.

"Quando hai studiato questo discorso, stanotte?" dico con molta tranquillità.
"No sono parole sincere" era un pò nervosetto.
"Beh sappi che potranno anche essere parole sincere ma tutto il male che hai fatto nei miei confronti non lo dimenticherò mai" dico togliendogli la rosa tra le mani e annusandola, non c'era nemmeno un bigliettino. Mah.
"Mmh profuma" continuo a dire con ancora la rosa in faccia.
"Già" dice con un sorriso sulle labbra.
"Comunque possiamo tornare ad essere dei "semplici" amici e niente più. Per quanto riguarda i sentimenti, mi dispiace ma non la penso come te" sapevo che non era così, ma non ero abituata a essere trattata in quel modo e doveva pagarla.
"Potremmo provare a uscire solo noi due, così vedrai che sono cambiato e magari un giorno riuscirai a ricambiare i miei sentimenti" dice disperato.
"Un ragazzo di diciassette anni non cambia così, dal giorno alla notte. Credo che tu sia rimasto quello di sempre".
"Ma ti rendi conto che sono venuto fin sotto casa tua con una rosa per farmi perdonare? Si ok avevo studiato un discorso da dirti ma l'ho dimenticato e ho improvvisato. Tutto quello che ti ho detto è vero, giuro. Appena ti ho visto ho iniziato a tremare e sudare freddo, questo effetto nessuno me l'ha mai fatto. E ora non vuoi darmi nemmeno una cazzo di possibilità?". Ok stavo iniziando ad avere paura dal suo tono di voce.

Decisi soltanto di lasciargli un piccolo bacio sulla guancia e lasciarlo lì.

Era un modo per fargli capire che non sapevo ancora cosa fare.

Avevo bisogno soltanto di un pò di tempo.

Tutto accade per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora