21° capitolo

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Sono passati quattro mesi dal giorno in cui io e Nicola ci siamo messi insieme.

La nostra storia "stranamente dura ancora" nonostante i continui litigi.

Tutto questo è dovuto al fatto che entrambi abbiamo un carattere abbastanza forte e siamo molto orgogliosi, quindi ci è difficile risolvere la situazione.

A volte ci capita di non rivolgerci la parola per giorni, ma alla fine con molto sforzo, uno dei due cede.

Ultimamente Nicola lo vedo un pò distaccato da me.
Forse è a causa del lavoro che è raddoppiato dato che tra due settimane è Natale.

Ma il sesto senso di noi donne non sbaglia mai.

Ho una strana sensazione che non sia solo per il lavoro, ma c'è dell'altro.

Anzi, meglio dire c'è un'altra. E forse so già chi è.

Quella sera, precisamente l'11 dicembre, io e i miei genitori cenammo dai miei zii.

Dopo mangiato, Nicola mi chiamò e parlammo del più e del meno.

"Senti devo raccontarti una cosa" dice con tono strano.
"Dimmi" so già che non è nulla di buono.
"Oggi pomeriggio sono uscito con Pasquale. Mi disse di dover andare a casa di Marika per dirle una cosa, ma non ci avrebbe messo molto. A quel punto andammo ma vidi che non era sola. C'era Giovina" e in quel momento immaginai già cosa fosse successo o cosa succederà ma lo lasciai parlare

"Marika e Pasquale si allontanarono per parlare e rimanemmo solo io e lei. Non sapendo cosa fare iniziai a fumare e mi sedetti su un muretto. Lei mi raggiunse e iniziò a passare la mani tra i miei capelli e la lasciai fare e mi disse <Sei cambiato, sei diventato più serio. Ti ricordo divertente, figo, simpatico e ora> poi iniziò a tirarmi lievi pugnetti sulle braccia giusto per scherzare un pò e alla fine io cedetti. Le chiesi di farci un giro e-".
"BASTA" urlo "mi fai schifo. Come cavolo ti è passato nell'anticamera del cervello rivolgerle la parola? Si è praticamente strusciata addosso e tu non hai fatto niente per impedirle di continuare. Anzi, sei rimasto lì immobile a farti "coccolare" come sei io non ti coccolassi abbastanza. Non voglio sapere cosa sia successo dopo ma una cosa è certa. Non. Voglio. Più. Vederti. Vaffanculo pezzo di merda e ti auguro un grosso in bocca al lupo con quella perché ne avrai bisogno" urlo chiudendo la telefonata in lacrime.

Sono seduta sulla tavoletta del water con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa fra le mani, beh si è un luogo adatto per parlare al telefono perché almeno lì nessuno può aprire la porta senza prima bussare. Ma a quanto pare per mia madre non è così. La vedo appoggiata sullo stipite della porta con gli occhi lucidi.
Chissà da quanto tempo era lì.
Forse avrà sentito anche i termini che ho usato.
Senza dire una parola mi alzo e le vado incontro abbracciandola forte.
Ho bisogno di tanto sostegno in questo momento e lei è ciò di cui ho bisogno.
"Scusami se sono entrata senza bussare ma appena ti ho sentita urlare ho capito che c'era qualcosa che non andava. Ti appoggerò in qualsiasi decisione tu prenda Anastasia" dice piangendo.

Anche lei è molto affezionata a Nicola in quanto è entrato in famiglia e ha conosciuto praticamente tutti.
I miei nipoti lo chiamano addirittura zio. Diciamo che si è fatto voler bene da tutti.

"Mamma non ti preoccupare, te lo avrei detto comunque. E grazie" le dico dandole un bacio sulla guancia.
"Vorrei, vorrei andare a casa" le dico staccandomi dall'abbraccio. "Certo ora avviso anche tuo padre, tanto si è fatto anche tardi e domani c'è scuola. Nel frattempo che io vado di là, tu datti una rinfrescata eh?" mi dice accarezzandomi una guancia e se ne va chiudendosi la porta alle spalle.

Mi volto verso lo specchio e vedo che sono un disastro. Righe nere mi segnano il viso e il trucco è praticamente ovunque. Persino sui jeans chiari che indosso ho le gocce di lacrime nere. Il colore è proprio adatto perchè ora sono nera. Infuriata con quel bastardo.

Il solo pensiero che mi ha tradita, mi fa rivoltare lo stomaco.

Decido di struccarmi e lavarmi la faccia.

Per fortuna riesco a far scomparire ogni traccia, gli occhi rossi non li ho nemmeno più. Mi pettino i capelli ed esco dal bagno. Vedo i miei genitori con addosso i cappotti e mia madre mi porge il parka.
"Ciao zia, ciao zio grazie per la cena" gli dico.
"Figurati, vieni quando vuoi. Buonanotte" mi dice zia abbracciandomi.

Ho proprio bisogno di affetto in questo momento.

Arrivata a casa mi chiudo in camera e scoppio in un pianto liberatorio.
Mi metto la manica del pigiama fra i denti per non far sentire le mie urla.
Mi prenderebbero per pazza altrimenti. Come cavolo può quel pezzo di merda tradirmi con quella? Mi aveva giurato di aver chiuso definitivamente con lei. Ma a me il dubbio è sempre rimasto, avrei dovuto ascoltare la parte razionale e lasciarlo fin da subito. Non ora che sto soffrendo come un cane solo perché mi sono affezionata a lui. Troppo.
Non mi vedrà mai più.

È finita definitivamente.
Mi fa solo schifo.

Domani a scuola chiederò a Marika se sa qualcosa in più.

Ho spento il cellulare da un pò e credo di non accenderlo mai più.

Quest'anno passerò il peggior Natale di tutti i tempi.

E così tra tante urla e lacrime mi addormentai.

Menomale che ho avuto almeno la forza di mettermi il pigiama e infilarmi sotto le coperte.

Ciao ragazze, questo capitolo per me è abbastanza forte. Credo che lo abbiate notato. È come se fosse successo ieri, provo ancora odio e rabbia.
Questo è uno dei tanti episodi molto forti che mi sono accaduti realmente con Nicola. Nulla di inventato.
Sono felice per le visualizzazioni che ultimamente sono aumentate, spero che la storia stia diventando interessante.
Volevo scusarmi se non sono molto attiva e se non vi chiedo mai dei pareri, ma sappiate che ci sto mettendo l'anima per questo libro.
Vi auguro sempre una buona lettura.
Un bacio.
Anastasia 💋

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