23° capitolo

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Pov's Nicola

"Vedrai che ti perdonerà. Tardi ma ti perdonerà" dice il mio amico Pasquale.

Abbiamo deciso di pranzare insieme in un piccolo ristorante del centro dopo la scuola e adesso ci hanno appena portato i piatti ordinati.

"No non lo farà, ne sono certo. L'ho fatta grossa, non so cosa mi sia venuto in questa cazzo di testa che mi ritrovo un'idea del genere. Io non avevo l'esigenza di sentirmi con Giò ma ogni volta che litigavo con Anastasia mi facevo consolare da lei. Non mi perdonerà perché conoscendola, è molto orgogliosa e tende a non fidarsi di nessuno.
Ma fa bene. Vedi cosa è successo? Adesso non si fiderà mai più di me. Forse abbiamo sbagliato a metterci insieme, anzi io sono sbagliato. Lei ha bisogno di altro, di una persona che la rende serena, tranquilla e soprattutto amata. Io invece so solo farle del male, questo è il mio mestiere" gli dico esasperato.
"Vabbè sul fatto che hai una testa di cazzo ti do perfettamente ragione" mi dice Pasquale mentre addenta un pezzo di pane.
"Grazie eh" gli dico con tono ironico.
"No dai a parte la tua coglionaggine, sono sicuro che tornerà. O meglio, verrà a parlarti perché anch'io la conosco e posso dirti che non è un tipo che lascia le cose in sospeso e..." lo vedo bloccarsi e guardare dietro di me "girati" mi ordina. "Eh?" domando confuso
"Cazzo girati imbecille" lo guardo male ma alla fine decido di girarmi.

Appena mi volto la vedo.

È lì con Marika che stanno prenotando un tavolo, credo che hanno avuto la nostra stessa idea di mangiare qui dopo scuola.

Oggi pomeriggio abbiamo un rientro alle 16.00 per un progetto che ci ha consigliato di fare la preside per aumentare i crediti e dato che il ristorantino è a soli cinque minuti da scuola non ci conveniva andare a casa.

Ha lo zaino della napapiri grigio sulle spalle con qualche ciondolo appeso, un leggins nero con le converse e una felpa bianca con scritto I HATE YOU.

Deglutisco nel vedere quella scritta, credo che sia riferito a me.

Con una mano tiene il parka e con l'altra sta tenendo i portafogli.

All'improvviso si volta e mi vede.

Io mi immobilizzo e i miei arti non rispondono più ai comandi.

Sono come ipnotizzato dal suo sguardo duro e solo ora mi accorgo che è dimagrita parecchio.

Anche lei è come pietrificata però ad un tratto inizia a camminare.

Si avvicina sempre di più al nostro tavolo e io non riesco ancora a muovermi.

Ci guardiamo fissi negli occhi quando si avvicina al mio orecchio e mi sussurra "devo parlarti ora, andiamo fuori" e si avvia verso l'uscita.

Ha lasciato la scia del suo dolce profumo e ora capisco che mi è mancato proprio tutto di lei. Tutto.

Ad un tratto sento un dolore lancinante alla caviglia. "Ma che caz.." 
"che dici vuoi andare da lei o ti devo rompere davvero la caviglia?" mi dice Pasquale e sento Marika ridacchiare
"S-si ora vado".

Mi alzo lentamente dalla sedia e mi avvio verso l'uscita.

La vedo appoggiata con la testa sul muro e guardare verso l'alto, chissà a cosa pensa.
"Ehi" le dico.
Si gira verso di me e accenna un piccolissimo sorriso.
"Spiegami" dice soltanto.
"Spiegarti cosa?" le chiedo anche se so già che tipo di spiegazione vuole.
"Perchè mi hai nascosto tutto questo?" dice avvicinandosi sempre di più a me con fare minaccioso, al punto da rimanere bloccato vicino al muro senza via di scampo.

A volte mette proprio paura questa ragazza.

"I-io p-posso spiegarti. Pasquale mi ha detto che tu hai sempre pensato che ti avessi tradita con Giò ma non è così. Posso giurartelo. È vero, mi sono sempre sentito con lei ma l'argomento di tutte le nostre conversazioni era Anastasia" le dico accarezandole una guancia "di te parlavo anche quando litigavamo. Ho detto delle cose pesanti sì, ma non le pensavo veramente, ero solo arrabbiato. Però sappi che non te l'ho nascosto per malignità ma per il tuo bene perché sapevo come avresti reagito. E mi sbagliavo. Avrei dovuto dirti tutto fin dall'inizio almeno non ti avrei persa. Giuro che accetterò qualsiasi scelta tu prenderai ma sappi che ti amerò per sempre se le nostre strade dovessero dividersi. Io ti amo Ana, ti chiedo di perdonarmi perchè sei parte fondamentale della mia vita. Mi è mancato tutto di te. La tua pelle, i tuoi capelli, il tuo profumo, le tue carezze e i tuoi dannati baci che mi facevano impazzire. Forse non sarò perfetto come fidanzato ma posso darti tutto l'amore che provo per te perché giuro, nessuno ti ha mai amato come lo sto facendo io. Sei la mia ottava meraviglia Ana" le dico con la voce più dolce che abbia mai avuto.
"Io ti perdono. Ma una cosa cambierà per sempre" dice con tono duro.
"Cosa?"
"Devi baciarmi ogni minuto, ora, giorno. Devi farlo finché lo vorrai" in quel momento mi viene voglia di piangere di gioia ma mi trattengo.

Tutto accade per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora