25° capitolo

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Oggi a casa non c'è nessuno.
I miei genitori sono stati inviati per pranzo a casa di vecchi amici e non avevo la minima intenzione di subirmi l'interrogatorio della signora Olivia riguardo le mie intenzioni dopo il diploma e bla bla bla.
Quindi ho deciso di far venire Nicola a pranzo e nel pomeriggio andare a fare shopping.

"Mmh niente male" dico mangiando l'ultimo boccone della matriciana che ha cucinato Nicola.
"Lo so, sono fiero di me stesso" dice baciandosi le mani da solo.
"Cretino" gli dico prendendolo in giro.

Una volta sparecchiato, lavato ed asciugato i piatti, propongo a Nicola di portarmi in centro per fare delle compere. Lui da maschilista che è, non aveva la minima intenzione ma alla fine con un mio bacio ha cambiato idea.

Ormai so tutti i suoi punti deboli. Che malefica!!!

"Amore quante volte ti ho detto che questa gonna e quel vestitino non mi piacciono? Non ha senso che tu li indossa."

Stiamo discutendo da oltre due ore in camera per una festa a cui siamo stati invitati sabato prossimo.
Lui lo sa benissimo che indosso sempre cose semplici ma ad una festa voglio fare bella figura.

"In fin dei conti devi piacere solo a me non agli altri" continua a dire prendendomi entrambi le mani "Sei bellissima anche appena sveglia con i capelli un pò arruffati e con quel broncio come per dire 'lasciatemi perdere' ma che in fondo ami quando ti coccolo e faccio i grattini sul collo. So che vuoi farti bella per te e non per gli altri ma il problema è: gli altri" sospiro e poso le mani sui fianchi.
"Dio Nico, a volte sei così insopportabile che ti riempirei di baci solo per farti smettere" mi avvicino a lui sedendomi sulle sue gambe e gli lascio un dolce bacio sulle sue labbra morbide.
"Beh, vorrà dire che dovrei lamentarmi di piu" mormora con uno sguardo malizioso.
"Non farci l'abitudine" gli dico mentre gli lancio in pieno viso il mio cuscino di winnie the pooh.
"Stupida. Bambina. Capricciosa" si alza lentamente dal letto e mi guarda con fare serio.

Ok. Ora sono definitivamente KO.

"I-io ho bisogno di fare pipì" cerco di arrivare il prima possibile alla porta ma vengo bloccata dalle sue mani che mi circondano i fianchi e mi costringono a girarmi per guardalo dritto negli occhi.
Mi appoggia con le spalle sulla porta di legno e si avvicina lentamente al mio viso, guardando intensamente le mie labbra.

Ero con gli occhi chiusa pronta ad accogliere quel bacio, quando in realtà tutto era tranne che un bacio.

Inizia a farmi il solletico sui fianchi, collo, pancia e chi più ne ha più ne metta.

Bastardo! Mi ha sedotta per distrarmi.
Adesso ti faccio vedere io.

Oh no, come non detto.

Non molla la presa e mi ritrovo a terra con lui a cavalcioni su di me continuando a torturarmi.
"Basta ti p-prego" urlo con le lacrime agli occhi, soffro tremendamente il solletico.
"Cosa? Non ho capito?" continua a dire diminuendo però la presa.

Grazie a dio che si è fermato.
"Cosa devi dirmi?" continua a dire.
"Cosa vorresti sentirti dire?" lo provoco una volta preso lucidità.
"Beh che mi chieda scusa, mi dica che mi ami, che sarò l'uomo della tua vita...devo continuare?"

Quant'è bello vederlo dal basso, potrei guardarlo per ore ma non mi stancherò mai di farlo.

Mi sventola la mano davanti agli occhi.
"Ehi bellezza? Non farti troppi film erotici su di me, mi raccomando" dice avvicinandosi sempre più al mio viso.
Adesso tocca a me.

Mi avvicino anch'io e mentre lui chiude gli occhi.
Sbam.
Una ginocchiata ai suoi gioielli.

"Scusami tanto amore mio, ma era l'unico modo per toglierti di dosso. Precisamente sulla mia vescica. Ora vado a fare proprio pipì".
E lo lascio lì, ancora dolorante e piegato in due tanto da non riuscire nemmeno a rispondermi.
Mi do il cinque in mente da sola.
Quando ci vuole ci vuole.

Tutto accade per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora