Capitolo 10

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Erano passati tre giorni e la febbre non accennava a diminuire.
Come una serpe avvolta nelle proprie spire se ne stà all'interno della calda tana, durante i mesi invernali, così il morbo non accennava a lasciare il corpo di Manha.

Non aveva ripreso mai piena conoscenza e continuava a lamentarsi in quello che sembrava un continuo dormiveglia ed Helena, dopo avere vegliato a lungo sull'amica e tentato con le cure conosciute dalle amazzoni, aveva deciso di andare in città per chiamare un cerusico. Non poteva più stare a guardarla, doveva fare qualcosa.

Era partita la mattina seguente di buon ora, la malata dormiva e sembrava tranquilla, la temperatura le si era abbassata un po' durante la notte, il primo vero accenno di miglioramento.
Si era ripromessa di far presto ed aveva chiesto ad Amy di prendere il suo posto.
Da quando la febbre aveva colpito la sorella non l'aveva lasciata che per poco tempo, sentendosi in parte responsabile dell'accaduto.
Non avrebbe dovuto portare con sé quell'uomo nell'accampamento, avrebbe dovuto capire il suo stato d'animo ed attutire la valanga che l'aveva colpita senza preavviso.

A lei non avrebbe mai detto nulla, neppure sotto tortura, ma era diventata importante: la sorellina che non aveva mai potuto avere e doveva difenderla.

Non avrebbe mai lontanamente immaginato cosa sarebbe successo in sua assenza.

Un'ora dopo la partenza della virago Manha aveva cominciato a lamentarsi nuovamente nel sonno perché la febbre era risalita.
Amy aveva deciso di andare a sciacquare la pezzuola e cambiare l'acqua per rinfrescarle la fronte febbricitante e tentare di far abbassare la temperatura.

Si era assicurata che dormisse e cercando di fare il minor rumore possibile era uscita dalla tenda: doveva comunque fare in fretta, non era prudente lasciarla da sola in quello stato.

Mentre riempiva la bacinella si domandava come mai Manha non guarisse. Non le sembrava normale, era una giovane forte e determinata e quella era solo una dannata febbre.
Venne colta da una impeto d'ira e lanciò il panno verso il fondo del recipiente.

"Maledizione!" Disse ad alta voce per poi bloccarsi nel vedere il centauro e la regina che passeggiavano in lontananza. Chissà che avranno da dirsi, pensò. Non voleva saperlo.
Distolse lo sguardo e tornò ad accuparsi dell'acqua.

Tuttavia, poco dopo si ritrovò a pensare, e se Manha non volesse guarire? Se volesse lasciarsi morire? Scosse il capo con fermezza, non era da lei lasciarsi abbattere dalle avversità; ne era certa.

Affrettò il passo e rientrò. Erano trascorsi poco più di cinque minuti, tuttavia trovò il letto vuoto e della mezza dai capelli viola nessuna traccia, questo l'allarmò molto.

"Manha!" Gridò, mentre la bacinella le cadde sul pavimento riversando il suo contenuto.

"Dove ti sei cacciata, torna a letto, stai male!"
Intimò guardandosi intorno ed andando verso l'uscita con aria preoccupata. Se le fosse successo qualcosa la virago gli e l'avrebbe fatta pagare e lei stessa non se lo sarebbe mai perdonato.

"Dimmi dov'è Helena", urlò in tutta
risposta Manha che apparve all'improvviso da dietro il separé, vestita di tutto punto  e con l'aria stravolta.

"Dimmi la verità è andata da quel viscido individuo che le spezzerà il cuore e la farà morire di dolore. Vero? Ma sarò io a spezzare il suo trafiggendolo con la mia spada, non me la porterà via!"
Gli occhi lucidi e fabbricitanti spaventarono Amy che cercò di pensare ad un modo per fermarla. Non poteva andare da nessuna parte in quelle condizioni.

Le sue intenzioni erano palesi: voleva andare a cercare la virago.
La febbre alta le provocava delle brutte allucinazioni e l'aveva convinta che Helena fosse fuggita con l'odiato Aragh.
Con passo deciso, ma barcollante, si diresse alla porta, mentre Amy le andò incontro provando a placare il suo animo.

Manha [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora