Capitolo 37

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I giorni continuarono a trascorrere lenti e pigri, dopo il doloroso colloquio nell'ufficio di Demetra. Entro poco più di un mese, Manha avrebbe conosciuto la creatura che portava in grembo e ciò la rendeva ansiosa. Avrebbe dovuto dire ad Evion che la nascitura era sua figlia o sarebbe stato meglio continuare a fargli credere che il padre fosse Ike? Era poi giusto metterlo in mezzo, provava qualcosa per lui? Oltretutto, sarebbe stata una buona madre? Tutte queste incognite la rendevano taciturna, un po' schiva e la portavano a restare spesso sola, tanto che sia Lean che il suo allievo Wood si erano accorti della cosa. Qualche giorno prima si era confidata con l'amico ed egli l'aveva ascoltata in silenzio e le aveva consigliato di non prendere decisioni affrettate ma d'aspettare d'essere pronta, al momento giusto avrebbe capito lei stessa qual era la cosa migliore da fare. Parlava volentieri anche con Fenix e Lorenne che venivano a farle visita spesso, ultimamente, dovendo la prima visitarla e la seconda tirarle su il morale.

Durante il controllo di quella mattina, la mezza non riuscì più a trattenersi, "dovrei dire la verità ad Evion?" Chiese confusa alle 2, "perché dovresti, lui ti ha mentito ed ingannato per tutto il tempo" le rispose diretta Fenix mentre finiva la visita di routine. "Non sarebbe migliore di lui e poi ha agito in questo modo per paura" provò ad intervenire Lorenne. In precedenza Manha aveva loro raccontato l'incontro avuto nell'ufficio della custode dell'equilibrio, trovandole contrariate per il comportamento della capo-congrega. "Sapeva fin dal principio d'avere un problema, avrebbe dovuto lasciarla in pace, invece d'illuderla e poi farla soffrire", la mezza restava in ascolto, silenziosa, "ma al cuore non si comanda, magari si è innamorato ed ha pensato di poter essere felice, che tutto sarebbe andato bene, forse è stato ingannato anche lui" controbatté la sorella. "Ma tu da che parte stai? Lei è tua sorella" la redarguì la cerusica, "sto solo dicendo che alle volte le apparenze possono ingannare" si giustificò l'altra. "Mettiamo che tu abbia ragione, ma non vi era alcun motivo di tradirla con un'altra o lo hai dimenticato?" Concluse irritata. "Hai ragione ma certe volte, se si ama veramente qualcuno, si deve essere disposti a donare una seconda possibilità, questo è ciò che penso io, ovviamente" poi rivolta alla sorella, "Manha guarda nel profondo del tuo cuore e se ti accorgerai d'amare davvero costui saprai cosa fare", la mezza annuì sorridendo. "Altrimenti Ike non è male e da ciò che ci hai raccontato, sono convinta che prova qualcosa nei tuoi confronti" disse divertita Fenix, mentre la maga dell'acqua si rabbuiava un po', ritrovandosi a pensarlo, non riuscendo a capire cosa provasse nei suoi confronti. "Comunque, l'ultima parola spetta soltanto a te, non importa cosa dice la gente o noi stesse, la vita è la tua e devi essere tu a tenerne le redini, a presto" si congedò l'ostetrica, "Fenix ha ragione, riguardati e non avere fretta di decidere, ci vediamo tra un paio di giorni" aggiunse Lorenne prima d'uscire.

Rimasta sola nella stanza, restò per qualche minuto ad osservare la mobilia, immersa nei propri pensieri; era corretto ciò che stava facendo ad Ike? Lui provava davvero qualcosa per lei o faceva tutto parte del «piano» studiato prima di tornare in congrega? Cercò di scacciare ogni pensiero e decise di scendere al piano inferiore, sperando di poter incontrare il silvano e chiarire la situazione, sempre più ingarbugliata. Uscì e chiuse la porta della camera, si avviò lungo il silenzioso corridoio del 2° piano e poi per le scale che portavano giù. Quel giorno indossava la veste dell'accademia, dalla quale spiccava l'addome prominente, un paio d'orecchini argentati e la spilla del proprio elemento guida.

Giunta in sala comune, vi trovò soltanto la governante, intenta a rassettare, "Arcanum vobis lady Amelia, come state? Spero di non esservi d'intralcio", la donna sollevò appena lo sguardo da ciò che stava facendo e scosse il capo, "Arcanum vobis lady Manha, non vi preoccupate ma non mettete nulla in disordine, ho appena terminato", detto ciò lasciò la stanza con il suo solito fare spiccio. La mezza sorrise, Amelia non si smentiva mai, per poi dirigersi verso una delle poltrone sulla quale vide posato un tomo in pelle scura che raccolse, si sedette e cominciò a sfogliarlo, in attesa di poter parlare con il mago dell'aria.

Manha [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora