Erano trascorsi, ormai, alcuni giorni dalla consegna della propria pergamena alla custode dell'equilibrio.
Nell'attesa che questa la leggesse, Manha cominciò ad ambientarsi in accademia ed a considerare quel luogo come «casa»; in cuor suo sperava che il passato vergato in quello scritto non la facesse allontanare da lì: era stata sincera e confidava in Demetra.Lorenne le aveva fatto visita un paio di volte e ciò la rendeva felice, facendole quasi dimenticare Evion, la sua assenza e la mancanza di notizie: anche se una parte di lei non avrebbe voluto più sentirlo neppure nominare, l'altra desiderava riaverlo con sé e che nulla fosse mai accaduto.
Gli attacchi di nausea non le davano tregua, la sorella le aveva assicurato che presto sarebbero cessati, soltanto la medicina lasciatale da Fenix riusciva a darle un po' di sollievo.Quella mattina la custode dell'equilibrio l'aveva fatta convocare nel proprio ufficio e mentre scendeva le scale per recarvisi si chiedeva se il motivo fosse proprio ciò che aveva scritto.
Il sole faceva capolino dalle finestre ed i raggi dorati sembravano accompagnare con grazia ogni suo passo.
Silente percorse il corridoio che conduceva alla meta e giuntavi restò immobile davanti all'uscio chiuso, con il pugno alzato, in procinto di bussare. Il cuore cominciò a picchiare forte dentro il petto, come un tamburo impazzito e le ci volle tutto il suo coraggio per riuscire a battere alla porta ed annunciarsi con un filo di voce."Avanti" risposero dolcemente dall'interno. Manha fece un profondo respiro ed entrò, era inutile continuare a tergiversare.
"Arcanum vobis Demetra, mi hai fatto chiamare?" Il tono svelava agitazione a stento tenuta a bada.
"Si cara, prego accomodati" cercò di rassicurarla l'altra mentre le indicava la poltrona di fronte alla scrivania. Desiderava con tutta sé stessa che quella creatura non si allarmasse più ad ogni suo richiamo, ma sapeva che occorreva del tempo per che ciò avvenisse.
"Spero non ci siano problemi dovuti allo scritto che ti ho consegnato", partì prevenuta Manha che temeva sempre il peggio, ormai.
"Desideravo solo essere sincera, per dimostrarti di voler voltare davvero pagina..." cercava di giustificarsi mostrandosi sempre più nervosa.
Mentre parlava lo sguardo vagava, senza pace, su ogni pergamena posta sul tavolo."No, nessun problema relativo al tuo componimento che serviva a me per conoscerti meglio ed a te per sfogare i tuoi sentimenti e poterli superare- le disse allegramente- non era un modo per giudicarti, non lo farei mai, sta tranquilla". Allungò una mano verso di lei per rassicurla: ora che era venuta a conoscenza della sua storia le stava ancora più a cuore.
"Nessuno potrà mandarti via da qui, soprattutto il tuo passato. Solo tu puoi decidere se andare o restare".
Quelle parole riuscirono a placare l'animo della mezza che smise di torturare le proprie mani e strinse quelle della superiore con gratitudine."Ti ho fatta venire nel mio ufficio perché è giunta in accademia una missiva destinata a te... da parte di Evion", riprese Demetra, facendo una piccola pausa prima di proferire quel nome.
Oramai conosceva l'identità del mittente ed aveva riflettuto a lungo prima di concludere che doveva consegnare il messaggio alla destinataria, nonostante tutto. Lei le sarebbe rimasta accanto, per supportarla, ma non era suo diritto tenerla all'oscuro.
Le ultime parole fecero sobbalzare Manha dalla poltrona."Una lettera..." riuscì appena a dire
"cosa vuole?" aggiunse mentre un attacco di nausea l'aggredì con forza e la stanza le vorticò paurosamente intorno per qualche secondo.
"Non l'ho aperta, è destinata a te e devi essere tu a farlo ma se lo desideri puoi aprirla qui". Sentiva di doverle stare accanto, in un momento come quello.
STAI LEGGENDO
Manha [in revisione]
FantasyLa vita pone dinanzi ad ognuno delle scelte che conducono a sentieri divergenti ed a volte oscuri, vie che occorre percorrere per arrivare a scoprire il finale. Storia di una mezz'elfa, alla ricerca del suo posto nel mondo, tra pregiudizio e discrim...