Capitolo 30

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Il viaggio verso il tempio non fu molto lungo, i due dopo una partenza silenziosa ebbero modo di conoscersi meglio e superare quell'inutile imbarazzo iniziale. Manha ebbe la conferma che Ike era in effetti il fratello minore di Demetra e comprese il perché avesse scelto proprio lui per accompagnarla in quel viaggio: si fidava ciecamente delle sue capacità. Nonostante potesse sembrare, a prima vista, un po' vanitoso, superficiale e senza preoccupazioni, in realtà era un elfo molto intelligente ed arguto. I profondi occhi blu ed i capelli scuri e leggermente mossi lo rendevano molto bello, uno di quelli che appaiono come dei dongiovanni impenitenti e menefreghisti ma che in verità sono molto rispettosi, con un profondo senso della giustizia e del dovere. Proprio come il suo elemento guida, l'aria, riusciva sempre a sorprendere chi gli stava attorno e nonostante non lo esternasse e si lamentasse spesso per tutte le volte in cui riusciva a cacciarsi nei pasticci, anche la sorella era molto orgogliosa del fratellino.

Giunsero a destinazione quando la luna era allo zenit e mostrava la sua faccia tonda al cielo illuminato da miliardi di stelle. Una strega novizia venne loro incontro; una ragazzetta con lunghi capelli castani, pelle olivastra e grandi occhi neri. Li condusse nel luogo in cui si sarebbe svolta la cerimonia, un grande gazebo rialzato con la base di pietra nera, ai lati alte colonne di marmo bianco che sorreggevano un tetto a cupola con un foro a centro, un occhio verso la luna, perpendicolare ad un tavolo posto nel mezzo della struttura in cui vi era un piccolo piedistallo di qualche centimetro che avrebbe sorretto la sfera magica. Senza dire nulla poco dopo la giovane scomparve, come era arrivata. I due si scambiarono uno sguardo perplesso ma non ebbero neppure il tempo di consultarsi che avvertirono un'energia magica in avvicinamento, accompagnata dalla vocina di un folletto che saltellava loro incontro. "Pax in selva vobis, il mio nome è Tuck verdefoglia, il druido e voi dovreste essere qui per la riunione di questa sera". Entrambi dapprima rimasero in silenzio, colpiti dalla vivacità di quella piccola creatura dalla pelle coriacea, le orecchio molto a punta, rivolte in avanti e gli occhi verdi sporgenti e furbi ma poi annuirono con un sorriso. Fu Ike a prendere parola, "Arcanum vobis, lieti di conoscervi Sir Tuck Verdefoglia, il mio nome è Ike e sono il mago dell'aria e costei è Manha, la maga dell'acqua".
La mezza non disse nulla, limitandosi ad osservare con attenzione lo strano esserino, coperto da una giacca verde, un paio di braghe del medesimo colore e strane calzature con la punta a ricciolo che nonostante le apparenze sembrava possedere un gran talento magico. A loro si unì un altro essere magico, una fata. La creatura era alta circa 20 centimetri, con la carnagione chiara che emanava un lieve ma persistente bagliore argentato, orecchie a punta, occhi color miele ed una lunghissima chioma del colore delle stelle. Le grandi ali da libellula, quasi trasparenti, vibravano e frullavano come quelle di un colibrì. Indossava un semplice abito lungo fino ai piedi nudi senza maniche in seta rossa che riusciva a mettere maggiormente in risalto tutta la sua perfetta, seppur minuta, figura. "Lux et libertà imperant vobis, il mio nome è Astrea, astro splendente della congrega dei maghi della luce". Anche costei, nonostante apparisse dolce e delicata, emanava un potente energia magica, cosa che Manha riuscì a constatare subito. Anche i maghi ed il druido fecero le loro presentazioni e nell'attesa che la riunione iniziasse rifletterono sulla natura dello strano fenomeno apparso nel bosco. Mentre snocciolavano ipotesi sulle cause dell'avvenimento, apparvero due figure ammantate che si diressero al gazebo: la prima reggeva una sfera trasparente che ripose sul piedistallo, la seconda, Sophya, prese posto davanti alla sfera illuminata dai raggi di luna provenienti dal foro sul tetto. Tutti si avvicinarono in silenzio, fermandosi a qualche passo dalle due streghe. "Lux lunae vobis, noi ancelle della Dea siamo liete di accogliere voi rappresentanti delle altre congreghe di magia del regno, qui questa notte", a parlare era colei che aveva portato la sfera, una mezz'elfa bionda con gli occhi grigi e la carnagione diafana. "Se la Dea Selene vorrà assisterci, interrogheremo la sphaera intellegendi per ottenere informazioni sul maleficio che avvolge la radura nel cuore della foresta sacra e capire come agire per mettere in salvo la creatura che, come tutti voi già sapete, è imprigionata all'interno di un globo incantato". Detto ciò tacque indicando la sorella Sophya, un'umana dai capelli mossi di color castano, gli occhi dello stesso colore, la pelle candida che mostrava un età indefinibile ma dall'apparenza giovane. Questa, senza dire nulla, pose entrambe le mani sulla palla luminosa ed un attimo dopo raggiunse la concentrazione necessaria per invocare il potere dell'oggetto magico. "Oh Dea del disco lunare, illumina il cammino nostro, indicaci la strada e chiarisci i nostri dubbi. Mostraci ciò che il bosco ci vuol celare, noi supplici e devoti, a te chiediamo aiuto, a te che sola puoi venire in nostro soccorso e dissipare le tenebre dell'ignoranza che ci avvolgono". Un potente fascio di luce colpì la sfera e l'intero gazebo venne rischiarato, all'interno di questa cominciarono a formarsi delle immagini, tutti trattennero il respiro e protrassero il capo verso ciò che man mano compariva.
Dal nulla apparve un meraviglioso bosco in cui passeggiava una splendida ninfa che con la propria bellezza sembrava essere in grado d'ammaliare tutto e tutti. Creatura dai capelli scuri, pelle candida e delicata, occhi veri ma dolci e buoni, orecchie a punta. Indossava una veste bianca con sopra una sopraveste del medesimo colore, quasi trasparente e sul capo una corona di gelsomini. Sorridendo vagava per il sentiero, dedita ad occuparsi delle bellezze della foresta, silente guardiana e creatrice delle meraviglie naturali che rendevano equilibrato quel luogo sacro. All'improvviso la scena nella sfera mutò, mostrando la ninfa nell'atto di parlare, con sguardo serio, con qualcuno che riuscì a rimanere sempre nell'ombra. "Avanti, fa ciò che vuoi ma non avrai nulla di ciò che il tuo cuore avido e malvagio anela e brama con ogni sua fibra" gli gridò. "Molto bene! Otterrò ugualmente ciò che voglio mentre tu sarai maledetta per l'eternità!" fu la risposta della figura nascosta ed una luce verde riempì la sfera, una luce accecante che costrinse tutti i presenti a chiudere gli occhi, dopo il buio. La strega non si dette per vinta e riprovò, "Oh Selene, t'imploriamo, aiutaci a soccorrere la creatura che un malvagio malefico imprigiona in mezzo alla radura, non abbandonare le tue figlie devote nel momento di maggior bisogno". Nuovamente, la sfera creata dall'aria, si riempì di luce e cominciò a sollevarsi dal piedistallo restando sospesa ad un metro. Da questa risuonò una voce angelica, seguita dall'apparizione di una creatura con due enormi ali dorate somiglianti a quelle di una fenice, la carnagione bianca e perfetta, la chioma rossa ornata da fili d'oro che dal centro dell'attaccatura dei capelli s'irradiavano fino ai lati del capo su cui era posta una meravigliosa tiara con incastonati tre diamanti rosa e gli occhi azzurri come il cielo d'estate. "Non temete figlie mie adorate, il mio aiuto non vi verrà a mancare" un suono meraviglioso che ebbe l'effetto di far sentire tutti i presenti in pace con sé stessi. "Ascoltate bene, 4 vie partono dai 4 alberi che la sfera sorreggono ed in loro il male e radicato; scovatele ed il cammino che porta alla soluzione vi sarà svelato. Ma fate presto il tempo è vostro nemico e se l'oscurità penetrerà in profondità, tutto sarà perduto. Posso soltanto indicarvi la partenza, a voi percorrere la strada che vi condurrà alla fine del vostro percorso". Nessuno osava respirare, "esistono 4 chiavi che il maleficio annullano ed il vero male mostrano. La prima vi indicherà la direzione che conduce alle altre 3 ma fate attenzione, ciò che appare non è e ciò che è non appare", la divinità fece una breve pausa ed ognuno si sentì come osservato, "la vostra ricerca dovrà cominciare nel luogo ove un tempo il ghiaccio copriva ogni cosa con la sua spessa coltre bianca. Cercate in quello ch'era il suo cuore gelido e troverete ciò di cui necessitate per proseguire nel vostro viaggio" altra pausa, "vi avverto, una volta intrapresa la missione, essa non potrà essere interrotta da nessuno dei partecipanti, fino al suo compimento, quindi ponderate bene la vostra scelta; tuttavia, chi porterà a termine l'impresa tornerà indietro con molto più delle 4 chiavi". Dette queste parole tacque, cominciando a svanire, ma Sophya riuscì a farle una domanda, "come riusciremo a trovare il luogo dal quale iniziare la nostra ricerca?" La Dea riapparve e sorrise benevola, "Puntate lo sguardo a nord, ove mai passa il carro del sole, nel punto in cui cielo e terra si sfiorano troverete la vostra meta. Che Ticke vi assista", poi scomparve definitivamente.

Tutti rimasero in silenzio per qualche minuto osservandosi a vicenda, cercando di capire dove potesse trovarsi il posto appena descritto dalla divinità e se offrirsi per la spedizione. "Ho capito, ho capito", esordì improvvisamente il druido con la sua voce squillante che fece sobbalzare tutti gli astanti, "il luogo che ci è stato indicato è il lago Lillith e si trova a nord, a due giorni di cammino. Molto tempo fa la zona era interamente ricoperta da un enorme ghiacciaio che sciogliendosi ha lasciato un bellissimo lago d'acqua purissima che fa da specchio al cielo" concluse orgoglioso. "Bene, resta soltanto da decidere quali saranno i componenti del gruppo che dovrà partire", la voce di Sophya suonava pacata ma molto seria, "pensateci con ponderazione prima di dare la vostra risposta, avete 3 opzioni: partecipare voi stessi; mandare un altro membro della vostra congrega al vostro posto; non far partecipare la vostra gilda all'impresa". Breve ma intensa pausa, "nessuno verrà biasimato per la scelta che farà, come avete ben inteso, la missione sarà lunga e forse molto pericolosa. Chi decidesse di parteciparvi si presenti all'ingresso del tempio all'alba e si unirà a me ed alla qui presente Lunadora per partire alla volta del lago Lillith". Detto ciò si alzò ed avviò. "adesso riposate un po', siete nostri ospiti" aggiunse la bionda mezz'elfa indicando un casolare leggermente defilato alla destra del gazebo e poi andò via anch'ella. Dal nulla apparve nuovamente la strega apprendista che condusse tutti alla struttura adibita ad ospitare i viandanti o chi avesse voluto fermarsi al tempio e fatto ciò scomparve. Nessuno osò proferire parola, occuparono le stanze che la giovane aveva loro indicato senza salutarsi, ognuno immerso nei propri pensieri. Rimasta sola nella propria camera, Manha si rese conto d'aver già fatto la sua scelta e prima che Ike potesse andare a riposare per le poche ore che li separavano dall'alba, decise d'andare a comunicargliela. Uscì di corsa e bussò alla porta della stanza del mago dell'aria e senza neppure aspettare una risposta s'intrufolò, "io parto, avverto Demetra con una colomba, andrò con le streghe e non c'è modo di farmi cambiare idea, tu vieni?" Ike aveva appena slacciato il mantello quando la vide piombare come una furia e l'accolse con un sorriso, "che impeto, non ho intenzione di dissuaderti perché credo sarebbe inutile" constato e lei annuì. "Vengo con te, stavo per scrivere una missiva alla mia sorellina per avvertirla della nostra partenza. Immaginavo già la tua decisione, credo di conoscerti un po'…" aggiunse con un'aria saccente e divertita. La mezza si sentì rincuorata dalle parole dell'amico, "ti ringrazio per il tuo appoggio. Non riesco a spiegartelo ma so che devo andare, che devo compiere questo viaggio ed il sapere che tu sarai al mio fianco mi fa stare molto meglio, grazie" gli andò incontro e lo abbracciò, il silvano ricambiò con affetto, "nessun problema, per te questo ed altro" le diede un bacio sul capo, "adesso va a riposare, scrivo la missiva a Demetra e lo farò anch'io, dobbiamo essere in forma per la partenza", Manha annuì e senza aggiungere altro corse in camera. Rimasto solo Ike scosse leggermente il capo sorridendo e si mise a scrivere al lume di candela.

Al sorgere del disco solare i due maghi, a passo lento ma costante si diressero al luogo dell'incontro con le due streghe. Quasi in contemporanea furono raggiunti dalla fata e dal folletto e dopo i saluti di rito si prepararono alla partenza, ma vennero interrotti dall'apparire di due soldati, armati di tutto punto che si pararono loro innanzi. "Honor vobis, noi dell'esercito imperiale abbiamo avuto l'ordine di accompagnarvi lungo tutto il vostro viaggio, come scorta armata", tono di chi era abituato a dare e ricevere ordini, "se siete pronti partiremo all'istante". Un po' intimoriti dall'aspetto possente e ben addestrato dell'elfo che aveva appena parlato e dell'uomo che lo accompagnava, tutti i presenti annuirono e lasciarono velocemente ed in silenzio il tempio diretti a nord. Nessuno seppe mai chi avesse richiesto il supporto delle milizie, anche se sia Manha che Ike concordarono sull'ipotesi che a mandare la richiesta di soccorso fosse stato il folletto.

L'impresa aveva appena avuto il suo inizio ed a parteciparvi erano: 2 maghi dell'equilibrio, 2 streghe, un druido, una maga della luce e due soldati. Razze diverse tra loro a formare una bizzarra compagnia con un unico scopo, liberare la ninfa del bosco sacro dall'orribile maleficio che l'imprigionava e salvare il regno dall'oscurità che avanzava ogni giorno sempre più.

Angolo autrice:
L'avventura sta per avere inizio, dove porterà i nostri amici?
In alto, il tempio della luna.
A sabato.

Manha [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora