Purtroppo nulla dura a lungo ed a volte i cambiamenti sono più di ciò che ognuno di noi può immaginare nei propri incubi peggiori.
Un infausto giorno di pioggia di primo inverno, accadde un avvenimento che avrebbe mutato radicalmente la vita di Iavanna e di Manha per sempre.
Manha doveva compiere diciotto anni, età nella quale lei era convinta di poter badare alla madre.
Sarebbero andate via presto e la giovane contava il tempo che la distanziava da quel giorno e dalla loro partenza allenandosi e studiando ancor più duramente.La primavera sarebbe arrivata e con lei la nuova vita che ella immaginava.
La mattinata si era annunciata gravida di cattivi presagi e nuvole nere che scendevano leste dalle alte montagne già coperte di candida neve.
Dal cielo cominciò a scendere una pioggerellina triste e gelida, segno che la neve non avrebbe tardato ad imbiancare i boschi e l'intero regno.Il tempo, quindi, non era dei migliori e suggeriva a chiunque di rimanere nella propria dimora al caldo del camino, tuttavia Manha aveva deciso di uscire ugualmente per andare dal proprio maestro e mentore.
Visto il cattivo tempo dalla finestra, aveva indossato degli indumenti pesanti, che consistevano: in un paio di braghe di cuoio resistenti, rinforzate sulle ginocchia che le lasciavano comunque una gran libertà di movimenti; una casacca lunga, di lana leggera celeste, adornata da una cinta di cuoio alla vita. Per proteggersi dalla pioggia, un mantello ceruleo di lana infeltrita, coperta da uno strato di un unguento che preparava la madre; un laccio acconciava la chioma color delle viole in una coda.Prese il suo arco bianco e la faretra con le frecce, la spada l'aveva lasciata dal maestro per non dover dare troppe spiegazioni e preoccupazioni alla madre. Aveva preso con sé anche un piccolo spadino dall'elsa intarsiata, regalo del maestro di cui la madre non sapeva nulla e lo aveva nascosto sotto il mantello, poi si era diretta alla porta.
La madre l'aveva preceduta e l'aspettava accanto all'ingresso con lo sguardo preoccupato di chi teme qualcosa di indefinito.
"Figlia mia, credevo che oggi saresti rimasta qui- lo sguardo su quello di Manha- sono certa che il tempo peggiorerà e non vorrei ti sorprendesse lungo il cammino".
L'altra sorrise cercando di tranquillizzarla.
"Non temere madre, andrò direttamente da Altarie, sarò veloce e la pioggia non riuscirà a sorprendermi",
il tono quasi riuscì a convincere la madre che le disse soltanto,
"se ritieni di non poter rimanere, per oggi a casa, io capirò e starò in attesa del tuo ritorno, ma fa attenzione Manha." In cuor suo desiderava che restasse, aveva un brutto presentimento, ma non voleva obbligarla.
Si scostò dalla porta in attesa. La mezza si sentì tentata, in fondo poteva accontentare la madre. Effettivamente piove, pensò mentre guardava l'uscio chiuso.
Tuttavia il suo intento e la vicinanza della meta non la fecero desistere, nonostante le dispiacesse lasciare la madre sola.
Si riscosse dai pensieri, era anche per lei che lo faceva e presto avrebbe saputo e capito.
"Non mi capiterà nulla, starò attenta e tornerò prima"
detto ciò si avviò alla porta, la salutò con un dolce bacio sulla fronte.
"Altarie mi attende, a presto" poi lasciò la casa diretta alla sua lezione.
Tuttavia, ormai è storia, ella non arrivò mai dal suo maestro quel giorno, anche se questi l'attese molto a lungo; tanto che alla fine decise di andare fino alla sua dimora, malgrado non amasse giungere fino alle abitazioni elfiche.
STAI LEGGENDO
Manha [in revisione]
FantasiaLa vita pone dinanzi ad ognuno delle scelte che conducono a sentieri divergenti ed a volte oscuri, vie che occorre percorrere per arrivare a scoprire il finale. Storia di una mezz'elfa, alla ricerca del suo posto nel mondo, tra pregiudizio e discrim...