Aveva trascorso il resto della giornata a vagare senza meta per la città, anima apolide e disperata.
Non riusciva a credere a ciò che le era stato raccontato, la sua mente negava la realtà. Doveva essere tutto un orribile sogno: presto si sarebbe svegliata ed insieme ad Helena ed Amy avrebbe trascorso la giornata tra allenamenti e ronde.
Ma questo non era più possibile: doveva accettare le cose per come stavano.Al tramonto si ritrovò nelle vicinanze del porto, i passi la condussero alla dimora di Evion; disabitata: di lui nessuna traccia o notizia.
Si avvicinò all'uscio sbarrato e poggiò una mano sul ruvido legno, quanto avrebbe voluto che fosse lì con lei: perché tutti avevano deciso di abbandonarla?
Una rabbia cieca la invase e scagliò un pugno contro la porta."Perché?" Urlò accasciandosi al muro e portando le ginocchia al petto mentre infuocate lacrime le solcavano il viso.
I passanti la osservavano in silenzio, non sapendo cosa fare.
Rimase in quella posizione finché il freddo della sera non la costrinse a cedere: era inutile aspettare qualcuno che non sarebbe arrivato.
Con tutte le membra intirizzite si mise in piedi e solo allora si rese conto di quanto fosse tardi e d'essere affamata.
Lentamente camminò verso la locanda: sarebbe voluta andare dalla sorella, ma non desiderava farla preoccupare o destabilizzare l'equilibrio che aveva a fatica riconquistato dopo quell'orribile avventura.Accortosi del suo stato d'animo Jack cercò di darle tutto il suo appoggio provando a sollevarle il morale, invano.
Chiusa in un inusuale mutismo cenò ed andò a rinchiudersi in camera.
I due locandieri avrebbero desiderato poter fare di più ma erano consapevoli che in alcune circostanze nulla si può, eccetto far comprendere all'altro che si è presenti e disponibili.Dopo una lunga notte insonne ed agitata, alle prime luci del mattino, Manha decise di voler andare di persona a vedere ciò che era accaduto all'accampamento amazzone per rendersi realmente conto se le parole di Demetra corrispondevano alla verità dei fatti. Una parte di lei sperava ancora di aver fatto solo un brutto sogno e di poter rivedere le sorelle in sua attesa ma la parte razionale del suo essere sapeva che quella era solo una sciocca speranza.
Giunta al fiume si fermò per qualche istante ad osservare il ponte appena costruito e lo attraversò quasi di corsa; quanto avrebbe voluto che fosse stato pronto molto prima.
Corse a perdifiato per qualche minuto come se volesse seminare l'angoscia che la perseguitata.S'inoltrò nella foresta che le parve stranamente silenziosa, quasi spettrale. Man mano che avanzava un senso di morte s'impadronì di lei fino ad invaderle conpletamente le ossa.
Fu costretta a fermarsi più volte, le mancava l'ossigeno e più volte pensò di tornare indietro, ma si costrinse ad andare avanti: lo doveva alla sorelle ed a sé stessa.Arrivata all'ingresso della struttura scoprì che il grosso cancello era completamente divelto ed annerito dal fumo. Oltrepassato questo, ciò che vide le sconvolse completamente l'anima.
Cosa era accaduto in quel luogo? Perché tanta efferatezza?
Lacrime di rabbia e dolore le scesero lungo le guance mentre si rendeva conto che ogni cosa in quel luogo era stata ridotta in cenere, nulla era rimasto integro e dei corpi delle sorelle neppure l'ombra, come se un calore troppo intenso le avesse dissolte in cenere. Per un attimo le parve di udire urla disumane riempire l'aria ed un improvviso capogiro la fece finire distesa al suolo.
Rimase per qualche secondo immobile, ascoltando il caos prodotto dal silenzio e riempiendosi i polmoni del profumo stagnante della morte.A fatica si rialzò e continuò a cercare, arrivando alla parte opposta dell'accampamento ed alla riva del fiume che in quel punto incontrava le acque del mare e notò di non esser sola: qualcuno stava seduto accanto alla sponda.
La figura osservava il rivo che scorreva placido e sembrava tanto assorta nei propri pensieri da non essere fisicamente lì.
A quella vista Manha restò paralizzata e non poté fare altro che guardare la bionda creatura per qualche minuto non riuscendo ad andarle vicino: il cuore le diceva, con tutto sé stesso, di conoscerla ma la mente non confermava. Non riusciva a farlo: non voleva illudersi ancora.
Rimase ad ammirarla, non riuscendo a smettere di piangere fino a quando questa si accorse della sua presenza, si voltò, le sorrise ed alzandosi le andò incontro.
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Manha [in revisione]
FantasíaLa vita pone dinanzi ad ognuno delle scelte che conducono a sentieri divergenti ed a volte oscuri, vie che occorre percorrere per arrivare a scoprire il finale. Storia di una mezz'elfa, alla ricerca del suo posto nel mondo, tra pregiudizio e discrim...