Capitolo 22

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Mi svegliai e andai a scuola.
Ieri,  le solite gridate , le solite interrogazioni... La solita merda.
Domani invece sarebbe partito Stefano e io non facevo altro che pensare a lui, e a quel treno che mi sarebbe sparito davanti, sotto agli occhi.
Gli citofonai.
"Sono io"
Oltrepassai il cancello tenendo per mano mia sorella Jò.
"Ciao " mi disse stampandomi un bacio.
" Eh tu che ci fai qui piccolina?" Disse prendendo in braccio mia sorella.
Chiusi la porta alle spalle ed entrammo.
Mia sorella corse appena vide Giulia e cominciarono a correre in giardino e a giocare.

"Manca poco..."
" 5 ore e 10 minuti" mi rispose con il respiro tremante.
Lo abbracciai.
"Andrà tutto bene."
I nostri nasi si sfiorarono e cominciò a stuzzicare le mie labbra.
"Sarà difficile starti lontano"
Abbassai la testa e sospirai.
Mi abbracciò.
"Stefano lo spazzolino!" La voce di sua mamma ci interruppe.
"Si mamma"
"Buongiorno " le dissi appena la vidi.
"Hey tesoro che ci fai qui?"
" Ero passata per salutarvi e se c'è bisogno di una mano..."
" Gentilissima non ti preoccupare, ma se vuoi potresti venire con noi fino alla stazione..." guardò Stefano sorridente e lui ricambiò.
"Certo va bene, verranno anche i miei allora."
"Ciao !" Disse mia sorella correndo dal giardino con Giulia.
"Uh ci sei anche tu piccolina!" La mamma di Stefano era così gentile!
"Andiamo di là" Mi disse Stefano.
"Va bene " gli risposi.
Infilò nella grossa valigia le ultime cose e la chiuse.
"Sicuramente la scuola li sarà molto più bella di questo schifo qui ." Gli dissi.
"Non ci vuole molto a superare lo schifo del nostro istituto..."
Risi.

Volevo piangere. Però, rassicurarlo era la migliore cosa da fare.
"Il posto più bello é quello dove ci sono le persone che ami."
Lo guardai, ma non risposi.
"Ma tutto sommato, si imparerà anche da questa cosa." Aggiunse.

Stefano apparentemente sembrava un ragazzo molto superficiale, ma invece era intelligente. Si, perché essere intelligenti non vuol dire avere la media del 9 di matematica. Non vuol dire parlare 4 lingue.
Essere intelligenti vuol dire anche saper sfruttare in modo positivo le occasioni che ti si presentano davanti. Cogliere di sorpresa la vita. Tu mi presenti un'occasione, mi metti alla prova? Tu mi presenti una cosa per la quale vorresti che piangessi e basta? E io rido per le cose positive. Elimino tutto ciò che mi porti a star male e affronto tutto a testa alta , anche con il cuore in mano. Quel ragazzo era così. Non era per nulla il migliore del mondo, perché non esiste il migliore del mondo. Ma cavolo, se la perfezione non esiste allora per me lui è di più. Tutti i suoi problemi, le sue piccole imperfezioni sotto i miei occhi apparivano come talenti e rarità.
Io non mi sarei mai scordata di lui , non lo avrei fatto per nulla al mondo. Sentivo un qualcosa di forte tra me e lui. Non stavamo da una vita , ma era come se lo fosse. In quei mesi la mia vita in sè , non era cambiata molto. Ma era cambiato il modo in cui tu la vivevo. Forse era proprio lui che me lo stava insegnando.
Senza saperlo.
Il modo in cui sorride mentre è a pezzi mi incanta.

La sua voce calda mi interruppe.
"A cosa pensi?"
Provai ad aprire la bocca.
Vorrei dirgli tante cose ma non ci riesco. So che me ne pentirò presto ma non c'è la faccio.
Io non sono una ragazza troppo timida , riesco a farmi capire, e capisco gli altri, ma a volte, è come se avessi bisogno di aiuto.
La gente a volte si tiene tutto dentro ed è una cosa che non sopporto.
"Niente , niente..."
Quando mi accorsi che le parole volarono via da sole.
Stavo diventando una di loro.
"Forse sai già tutto , o forse non lo sai"
"Parla"
"Vorrei dirti tante cose , ma sono cosi troppe che non so da dove iniziare."
Si avvicinò sempre di più.
Per me , ogni giorno e come se fosse la prima volta. Mi vengono i brividi quando sento le sue labbra e lo amo sempre di più.
"Quindi?"
"É difficile , vorrei dirti grazie per tante cose , sei il ragazzo più coraggioso che io conosca, io ti starò sempre affianco , e ti aiuterò sempre, ma non conta. Hai una forza dentro, invincibile."
" Sei tu che sei forte. Anche io dovrei dirti un sacco di cose. Tu riesci anche con qualche parola, con un abbraccio, a farmi a capire tutto quello che vuoi dirmi. Io non ci riesco, vorrei dirti ogni giorno che sei il mio provo vero amore, la mia persona.
Ma non sempre trovo il modo giusto per dirtelo"
Scossi la testa.
"Preferisco sbatterti al muro e riempirti di baci." Aggiunse.

Mi appoggiai al muro di spalle e ci baciammo.

P.V Stefano
Quanto mi mancheranno quelle labbra?
Quanto mi mancherà quel profumo dolce che rimane sui miei vestiti?
Quanto mi mancherà lei.
Non so come farò, sconfiggere la voglia di prenderla e riempirla di baci.

sono sicuro, sicuro cazzo, che anche lontani, anche separati noi ci ritroveremo sempre, perché le nostre anime sono legate"

"Ti amo"
"Anche io, non sai quanto."
Starei ore a guardarla negli occhi.
Quegli occhi tristi e luminosi allo stesso tempo. Lucidi per le lacrime che si sta trattenendo.
"Mi mancherai. " mi disse.
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P.V Ambra
Erano le 22 passate e ora ero a casa mia. Da poco ho salutato Stefano , lo vedrò tra meno di un'ora in stazione. Alle 23.50 lo attendeva il treno e alle 24 avrebbe già raggiunto l'aereoporto per poi volare verso una casa nuova, temporanea spero.

Mi vibrò il cellulare, era un messaggio suo.
<<Tra circa 10 minuti noi cominciamo ad andare in stazione, se tu e i tuoi volete raggiungerci ci vediamo lì.>>
Avvisai mia mamma e ci mettemmo in macchina.
Arrivati lì , lì trovammo di già. Mancavano poco più di 10 minuti e io non ebbi neanche la concezione del tempo. Scorreva troppo in fretta.
I nostri genitori parlavano , le nostre sorelline si abbracciavano , così carine.

Non volevo andar via dal calore delle sue braccia, non volevo vederlo sparire, no.
Con gli occhi lucidi mi sussurrava che tornava presto , che era così.
"Tu non mi lascerai?" Gli domandai.
"Che domande fai, no "
Mi diede un bacio in fronte.
"Amore ..." Mi sussurrò ancora.
Pochi minuti mancavano all'arrivo del treno.
"Dobbiamo andare "
Mi asciugai le lacrime.
"Dimmi che verrai presto"
"Te lo prometto" mi disse ancora abbracciati.
Si staccò leggermente e andammo dai suoi.
"Ambra... " mia mamma mi richiamava con dolcezza.
Le feci un mezzo sorriso.
Salutai il papà di Stefano e anche Giulia, era così carina.
Abbracciai forte sua mamma.
"Tesoro, fidati , non sarà un periodo lungo." Mi sussurrò.
"Spero solo vada tutto bene" le risposi con le lacrime agli occhi.

Mi abbracciò Stefano per l'ultima volta.
Mi strappò un bacio quasi volesse rimanere attaccato alle mie labbra.
Io piangevo, piangevo e non riuscivo a trattenermi.
Lo vidi salire sul treno mentre mi mandava un bacio volante.

<<Ti amo>> mi disse in labbiale.
Mi misi le mani davanti al viso e mi asciugai le lacrime cercando di smettere di singhiozzare.
Mio padre mi abbracciò e notai che anche la mia piccola peste stava per piangere.
L'abbracciai.

Mi cadde ancora una goccia mentre vedevo il treno scomparire davanti a me.

"Torneranno presto" disse mia mamma.

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