Capitolo 30

24 3 5
                                    

Non capivo.

"Allora?!" Chiese inesorabilmente suo padre.

"Il medico dice che ci sono molti rischi, ma l'intervento si può fare: hanno trovato un cuore." disse sua madre.

Mi buttai tra le braccia di Stefano, e lo strinsi.

Mi diede un bacio in fronte e mi abbracciò anche lui, ma c'era molta tensione nell'aria.

"Tesoro, siamo molto preoccupati. Il dottore ci ha spiegato con chiarezza i rischi e le conseguenze dell'intervento..." disse sua madre.

"Nell'intervento potrebbero riscontrare problemi, e se cosi accade dovrà rimanere con il suo cuore. O peggio ancora, se l'intervento potesse andar male... Il corpo non regerebbe."Aggiunse.

"E' un intervento delicatissimo.Ma il mio campione ce la farà." replicò interrompendo suo padre.

Stefano lasciò stare tutti, e ignorandomi prosegui avanti, incazzato, confuso...
Non lo so nemmeno io.

Usci dal corridoio sbattendo la porta e io guardai dispiaciuta sua madre che si tratteneva dalle lacrime.

Eccolo, eccolo il mio fottutissimo nodo che comincia a bloccarmi e a quasi farmi soffocare.

Con decisione spinsi la porta e mi diressi verso l'esterno dove finalmente lo trovai.

Aveva qualcosa tra le dita.

Non potevo crederci, non ha senso!

"E questa da dove l'hai presa?"
Cercai di prendergliela.

"Non serve ad un cazzo fumare, sopratutto ora."

" Nessuno ha chiesto il tuo parere. Questa è la mia vita e decido io cosa fare"

Aveva le lacrime agli occhi e cominciava a singhiozzare.

" Adesso...domani... muoio anche io.Presto." Aggiunse con voce rauca.

Il mio nodo mi bloccava la gola. Sforzavo di aprire la bocca, solo anche per emettere un urlo, ma tutto quello che veni fuori fu solo una lacrima, dai miei occhi e in quel momento l'unica cosa che vedevo era dolore.

"Non è il fumo che uccide, no. Le cose che uccidono sono altre."Aggiunse.

Lo guardai. Si mordeva cosi forte le labbra che tra poco gli sarebbe uscito sangue.

Incrociai la mano con la sua.

La sigaretta invece, era in mezzo alle dita, che bruciava ancora.

Eravamo uno difronte all'altro e guardavo i suoi occhi che fissavano il vuoto.

Non tolse lo sguardo dal cielo.

Cominciò a piangere forte, fortissimo.

Io lo strinsi forte e basta.

Poi lui si staccò, mi guardò.

E se ne andò via.

Lui si girò, fece un tiro, buttò quella stupida cosa ancora non finita per terra, e rietrò dentro.

Rimasi immobile, guardavo quella maledetta che bruciava ancora, mentre scendevano lacrime insieme al mio mascara per terra.

Il mio cervello era cosi debole per poter reagire, ma decisi di correre comunque , non potevo lasciarlo solo in questo momento.

Correvo in quei corridoi bianchi e ordinati pieni di malessere.

Sapevo che fosse in bagno.

Entrai nel bagno dei maschi, e lo vidi. Lui, da solo, lavarsi il viso.

Lo guardai attraverso lo specchio.

Poi mi girai, e adesso vedevo il suo profilo, dove scorrevano gocce d'acqua.

Chiuse il rubinetto.

Fermai quella mano mettendoci sopra la mia, e ci guardammo.

Di scatto andò verso la porta con l'intento di sbatterla ma stavolta lo fermai.

"Parla" gli dissi.

"Cosa ti devo dire?!"

"Perchè fai cosi? E' da mesi che speriamo che ci sia un organo disponibile in qualche ospedale, e ora che l'abbiamo trovato sei cosi. Cosa ti aspettavi?"

"Io non mi sono mai aspettato niente. Ma tu non sai cosa potrebbe succedere se solo sbagliano di mezzo millimetro quell'intervento.

Non ce la faccio piu! E' meglio morire subito, che respirare aria inutilmente! Tanto so che quell' intervento andrà male! "

"Cosa  stai dicendo?!"

"La verità!"

"No! IL medico ti ha detto semplicemente rischi e conseguenze, fa parte del suo lavoro avvisarti. Non può dirti che sarà facilissimo, stiamo parlando di un intervento al cuore e ci vuole massima cautela! Non ti ha detto che andrà male, ti ha solo detto che tipo di intervento andrai a fare.."

Non rispose...

"Sei sempre stato cosi forte e cosi deciso, hai sempre affrontato tutto a testa alta e ora che sei ad un passo dalla tua felicità non puoi girarti e tornare indietro. Ma ci hai pensato? Fino a qualche ora fa eravamo in ansia perchè aspettavamo un si, e adesso che hai ricevuto questo si, adesso che hai trovato un cuore sano e adatto, adesso che hai la possibilità di porre fine a questa stupida confusione, ti tiri indietro ?"
"Non sei solo. "Aggiunsi
"E so che fa paura tutto questo, ma dobbiamo provarci"

Appoggiò la testa al muro.

"Sforzati e resisti ancora per un po', è l'ultima volta."

"Promettimi che sarà veramente l'ultima."

"Promesso." Gli dissi quasi piangendo.

Finalmente ci abbracciammo, forte, tanto forte.

Entrarono i suoi, che finalmente ci avevano trovati e con le lacrime agli occhi, mi staccai da lui e li vidi abbracciarsi.

Andammo in auto, e facemmo tutti un bel respiro.

Suo padre aveva una cartellina con tutti i moduli, documenti necessari per questo intervento.

Se Stefano e i suoi genitori avrebbero deciso di farlo, dovevano compilarli e firmarli.

"Sentiamo." disse lui.

" 20 Maggio."

Tra una settimana.

Sweet as sugar Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora