Capitolo 28

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Erano le 6 del mattino ed ero in aeroporto, mancava poco più di mezz'ora alla partenza.
Ebbene sì, stavo andando da lui. Saremmo stati un po' insieme e poi saremo andati in Svizzera per la sua "visita".
Non vedevo l'ora di rivederlo, mi é mancato un sacco in queste settimane, -quasi un mese direi.-
Mi mancava un casino stare tra le sue braccia e sentirmi a casa.
Maledetta distanza.
C'era un sacco di gente che aspettava il proprio aereo... C'erano coppie, famiglie e ragazzi.
Mi chiedevo se anche loro erano qui per azzerare qualche distanza.
La distanza é un numero, e i numeri si possono azzerare, e non può permettere di ostacolare un rapporto.
Già, perché qualsiasi cosa succederà, credo proprio che Stefano sia l'addio che non riuscirò mai a dire: è si, perché bisogna tenerle strette quelle persone che ti hanno notato mentre eri invisibile, e io volevo fare così, non abbandonarlo mai.
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Una voce femminile e ben chiara annunciava che tra poco sarebbe partito il mio aereo, così mi misi nella fila.
Quando salii mi sedetti dalla parte del finestrino, accanto a me si sedette un'altra ragazza, che avrà avuto la mia stessa età.

Partimmo.
Incrociai lo sguardo con questa ragazza di fianco a me e le sorrisi.
"buon viaggio" mi disse.
"grazie."
P.V. STEFANO
Ambra dovrebbe essere partita a momenti. Sono troppo felice di vederla e di aver fatto "pace" con lei.
"Mamma, Ambra dovrebbe essere in aereo"
"Va bene a che ora atterra?"
"Tra un'ora e mezza circa"
"Va bene " .
Ero a casa dei miei adesso, non ero al college. Oggi stesso andrò all'ospedale e sono piuttosto ansioso... Ma adesso voglio solo pensare ad Ambra.
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P.V AMBRA
Era oramai un'ora che fissavo il cielo.
A momenti saremmo arrivati, non so di preciso ma credo meno di un quarto d'ora.
Non posso crederci di vedere Stefano dopo così "poco".
Era passato un mese circa, non era così tanto rispetto a quello che mi immaginavo, ma per me è stato comunque un trauma. Un'impresa.
Il tempo è passato lentamente, troppo lentamente.
Pensando ai momenti passati con lui mi viene da sorridere, sto così bene tra le sue braccia.

Una voce annuncia che tra qualche minuto ci sarebbe stato l'atterraggio.
Guardo Laura, la ragazza accanto a me con cui ho parlato un po'.
Sorrise.
P.V. STEFANO
Aspetto qui all'aereoporto Ambra.
Non vedo l'ora di avere la mia piccola tra le braccia.
I miei stanno prendendo un caffè al bar, credono che lo facciano a posta a lasciarci un po soli, almeno appena arriva.
L'abbraccerò così forte!
P.V. AMBRA
Abbiamo applaudito all'autista per il viaggio andato a buon fine.
Scendo.
Prendo la mia valigia.
Lo cerco con gli occhi , ma non lo vedo.
Dove cazzo é.
Cammino.
P.V. STEFANO
La vedo camminare davanti a me, lei non mi ha visto.
Corro.
"Hey!" Le dico.
Si gira.
"Piccola mia!" Le sussurrò mentre la prendo in braccio.
"Amore mio..." Mi risponde.
La sto abbracciando così forte!
Mi mancava troppo stringermi a lei.
La baciai.
Presi il suo viso e la riempii di baci a stampo, uno dopo l'altro.
Poi aprii bene la bocca e ci infilai la lingua.
Era da un mese cazzo che pulsava, e voleva uscire cazzo.
Boh sono strano.
P.V. AMBRA
Camminavamo verso il bar perché c'erano i suoi.
Li salutai, mi sono mancati un po' anche loro.
Il sorriso di sua mamma era veramente bello, si vedeva che erano contenti e questo mi faceva davvero tanto piacere.
Ci dirigemmo verso l'auto.

Io e Stefano ci scambiavamo sguardi e ci abbracciavamo.
Mi era mancato davvero troppo!
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Arrivati a casa -davvero bella direi- poggiai la mia valigia nella camera di Stefano.
" Ambra." Era la voce della mamma di Stefano.
"Si?"
" È davvero bello che tu sia venuta, Stefano ci teneva, noi tutti oramai ci siamo affezionati. Non importa quanto tu rimanga , non puoi però saltare tanti giorni di scuola per noi. Per questo ti dico che quando tu ti accorgi che devi andare , per qualsiasi motivo, dillo e ti faremo il biglietto all'istante."
" Non c'è problema, io il biglietto l'ho già fatto per dopodomani. "
" Ah, va bene, perfetto, grazie di essere venuta " Mi sorrise.
" Io e mio marito tra poco usciamo, ritorneremo tra un oretta o più. Comunque per le 4 dobbiamo prendere l'aereo per la Svizzera."
" Va bene."
Quanti viaggi , che casino.
" A dopo allora."
" Okay, a dopo e grazie di tutto."

Uscirono i suoi e mi diressi verso la porta del bagno.
Bussai.
Mi aprì.
Mi tirò di botto dentro e mi cominciò a baciare, quasi come quella sera a casa tua quando eravamo ubriachi.
Si fermò ancora di botto e mi abbracciò veramente tanto forte.
" mi sei mancata"
"ti sono mancati solo i miei baci ?" Risposi un po dura, ricordandomi che lui non mi aveva finito di raccontare una cosa.
Mi guardò storto.
" Perché devi sempre rovinare tutto?"
"Eh?!"
"Tu sei ancora convinta che ti ho tradito. Non ti fidi cazzo."
" Tu non mi hai spiegato niente."
" Non voglio sprecare tempo a discutere."
"È comunque mi sei mancato pure tu."
" Si vabe."
"Adesso che fai, mi prendi per il culo?"
" No."
Lo guardai.
" Ti prego non voglio litigare." Mi disse.
"Va bene."
Mi abbracciò.
"Fidati."
"Capito?" Aggiunse guardandomi negli occhi.
" Va bene."
" Adesso usciamo dai !"
" Doveee?"
" Un giro , ti faccio vedere un po la città!"
"Sii!" Gli dissi saltando sulle spalle.
Prese il cappello con la visiera e mi portò nell'ascensore ancora sulle sue spalle.
Urlai.
Rise.

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