Capitolo 26

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Ci misi un po' ad addormentarmi, pensavo alle poche parole di Beth che dicevano molto e che mi riportavano in mente come flash, ricordi di tutti gli attimi più belli della mia vita, ma anche quelli più cupi, dove le persone mi hanno deluso grazie proprio alla loro mancanza di fiducia.
È per questo che decisi di parlare con Ambra, non volevo deluderla, ci fidavamo, e proprio perché poteva sembrare una cavolata o una cosa da nulla dividere una stanza con una ragazza senza che Ambra lo sapesse, dovevo dirglielo. Già, perché come le piccole cose rendono felice le persone, queste, possono anche trasformare una bugia a fin di bene, in una tragedia.

La luce del sole attirò la mia mente oramai già sveglia e decisi di andare a fare colazione al bar di sotto.

Poggiai i piedi per terra ancora con gli occhi socchiusi per il fastidio della luce e mi diressi verso la porta del bagno.

"Ehi!"
"Scusami!"

Già, ho aperto la porta del bagno sbagliato.

Andai questa volta nella direzione giusta e mi lavai.
Uscii e scesi le scale per dirigermi al bar che é al piano di sotto.
Guardai i corridoi luminosi e colorati che attraversavo : In un certo senso Ambra aveva ragione, anche se la scuola e pur sempre una merda, quando gli edifici, le persone, sono diverse, quando sono nuove, ti viene voglia, forse per curiosità di esplorare l'ambiente, senza fare cazzate... Insomma, fare il bravo ragazzo.
Sarà la mancanza di confidenza.
Funziona un po' come l'approcciarsi con le persone, d'altronde.

Arrivato al bancone del bar chiesi un succo è un cornetto.
Mi sentivo gli occhi puntati addosso da tutti.

"Posso lasciarti anche questo volantino?" Mi chiese gentile la barista.
"S-si "
Parlava di una gara, fatta di tanti sport. I 3 vincitori avrebbero ricevuto davvero bei premi.
Scorrevo con gli occhi l' elenco dei premi e notai che c' era anche la possibilità si vincere dei viaggi.

"Hey amico! Sei nuovo?"
Alzai lo sguardo.
"Si"
"Piacere , Matthew."
"Piacere, Stefano."
"Si vede che sei nuovo , di solito non si viene mai da soli al bar."
"E perché tu sei da solo?"
"Perché i miei compagni stanno tutti dormendo, un caso a parte!"
"Capisco." Risi.

Facemmo colazione, era un tipo simpatico.

Poi scrissi ad Ambra , ma non rispose.

P.V Ambra

Mi svegliai.

Feci colazione, andai a scuola: le solite gridate , la solita noia...La solita routine di merda. Menomale che sta quasi per finire.

Il pomeriggio uscì con la mia compagnia al cinema. Con Stefano non ci sentimmo , mi aveva scritto ma non risposi... Stavo per entrare in classe e non potevo, decisi che gli avrei risposto più tardi ma quando ho visto che non era più online e che non era interessato alla mia indifferenza  allora decisi di non rispondergli.

Camminavo con gli altri per dirigermi all'entrata del cinema.

Osservavo i miei amici che come sempre fanno tante battute e ci fanno sempre ridere.

Ma , non lo so.

Non sapevo cosa stava succedendo però avevo una brutta sensazione.

Proprio come quella che avevo il giorno prima che lui partisse.

Era come se questa lontananza ci stava separando. Come se questa distanza di merda ci stesse dicendo qualcosa.

Di solito, con le distanze si capisce automaticamente quali sono le persone che ti mancano , anche se sei con gli altri. E quelle che invece non ti cambiano più di tanto la vita.

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